Inaugurazione dell'anno accademico 2006-2007 e conferimento dell'Ordine del Cherubino

Sabato 17 febbraio si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2006-2007, 663° dalla fondazione dell'Università di Pisa.
La cerimonia ha coinciso con il conferimento dell'Ordine del Cherubino a dieci docenti dell'Ateneo che si sono distinti per il rilevante contributo dato alla vita, al funzionamento e al prestigio dell'Università grazie ai loro meriti scientifici e culturali. I docenti insigniti sono stati: Carlo Alberto Madrignani della Facoltà di Lettere e filosofia, Fabio Garbari della Facoltà di Agraria, Giorgio Curzio della Facoltà di Ingegneria, Antonio Salvetti della Facoltà di Medicina e chirurgia, Carlo Carlini della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali, Luciano Marchi della Facoltà di Economia, Alberto Massera della Facoltà di Scienze politiche, Franco Turini della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali, Lavinia Merlini Barbaresi della Facoltà di Lingue e letterature straniere, Mario Del Tacca della Facoltà di Medicina e chirurgia.

Prolusione inaugurale pronunciata dal rettore, Marco Pasquali

Autorità civili e militari, Colleghi, Membri del personale tecnico e amministrativo, Studenti, Signore e signori,

I.

Nella “Relazione sullo stato delle Università italiane”, tenuta a Roma nello scorso novembre, il Presidente della CRUI e Rettore dell'Università di Napoli “Federico II” ha richiamato con insistenza la necessità del dialogo tra sistema universitario e politica. “La politica – ha sottolineato – sa che non deve solo tenere in ordine i conti, ma deve indicare alla collettività una direzione di sviluppo...È nel cercare una risposta alla domanda ‘quale futuro?' che deve crescere il dialogo tra il mondo della politica e l'università”.

A tre mesi di distanza, con l'approvazione della Legge Finanziaria nel mezzo, constatiamo che l'appello lanciato dal sistema delle Università italiane è quasi per intero caduto nel vuoto. All'interno della Finanziaria ci sono certamente dei provvedimenti che avranno un impatto positivo sulla realtà universitaria e che dimostrano una visione lungimirante: penso, per esempio, alla scelta di aumentare gli stanziamenti per la ricerca scientifica, all'istituzione dell'Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario Nazionale, al blocco delle Università telematiche e alla limitazione della proliferazione delle sedi. Il suo esito complessivo è però assai deludente, soprattutto se paragonato alle aspettative che la coalizione vincente aveva suscitato in campagna elettorale, quando aveva richiamato l'esigenza di un deciso cambiamento di rotta nelle politiche universitarie e individuato nel sistema dell'Università e della ricerca uno dei volani decisivi per lo sviluppo futuro del Paese.

Come forma di protesta contro la Finanziaria, la CRUI ha invitato gli Atenei a non coinvolgere rappresentanti istituzionali del Governo in iniziative di rilievo. Noi abbiamo deciso di associare la Cerimonia di Inaugurazione dell'Anno Accademico al Conferimento dell'Ordine del Cherubino a 10 prestigiosi docenti proprio per ribadire, attraverso l'illustrazione del loro operato, quanto importante sia il ruolo dell'Università nella formazione, nella elaborazione e nella trasmissione del sapere.

A questo proposito, ricordo le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, partecipando all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Bocconi di Milano, ha ammonito la politica a non sottovalutare il ruolo strategico delle Università. “Sarebbe paradossale – ha dichiarato il Capo dello Stato – che a discorsi generalmente condivisi sull'esigenza di una seria concentrazione di sforzi per accrescere il potenziale europeo di capitale umano, di capacità di ricerca e di innovazione, di qualificazione civile e culturale dei processi di crescita e sviluppo, facesse riscontro una sottovalutazione del ruolo delle nostre Università, delle loro esigenze vitali di continuità e di consolidamento”.

II.

Come sapete, al centro delle critiche è l'esiguità dei fondi messi a disposizione del sistema universitario. Il Bilancio di previsione per il 2007 e quello pluriennale 2007-2010 del nostro Ateneo risentono pesantemente della politica restrittiva di finanziamento dell'Università pubblica attuata negli ultimi anni dai governi nazionali, indipendentemente dalla loro connotazione politica.

Quest'anno il Fondo di Finanziamento Ordinario è stato ancora una volta ridotto, tanto che il suo ammontare manca di un miliardo di euro per tornare ai livelli del 2005. Si tratta, è bene riaffermarlo con vigore, di una situazione insostenibile per il nostro e per gli altri Atenei italiani. Diventa incerta la possibilità di mantenere un sistema universitario pubblico di buona qualità, e si fa invece concreta la prospettiva di un generale scadimento delle nostre istituzioni accademiche.

Per l'importanza fondamentale che l'Università riveste ai fini dello sviluppo del Paese, sarebbe indispensabile un piano di investimenti organico e di lungo periodo per evitare il rischio di ulteriori perdite di competitività con gli altri sistemi universitari europei. Basti ricordare che nazioni quali la Spagna e la Svizzera garantiscono un incremento annuo dei fondi destinati all'Università costante e consistente.

A scompaginare i conti delle Università italiane contribuisce in gran parte il fatto che gli aumenti di stipendio del personale sono determinati a livello governativo, ma gravano sui bilanci dei singoli Atenei. Per Pisa, questo ha voluto dire un aggravio complessivo di 28 milioni di euro negli ultimi quattro anni, con la previsione di circa 7 milioni per il 2007. Eppure, la legge che ha istituito l'autonomia universitaria garantiva la copertura a livello centrale di tali aumenti di spesa. L'aver interrotto questo automatismo ha inciso in maniera sempre più significativa sui bilanci dei singoli Atenei e ha spinto l'intero sistema universitario italiano verso l'attuale condizione di crescente difficoltà economica.

Durante l'elaborazione della Finanziaria, in tutte le sedi istituzionali è stata denunciata questa situazione ed è stato sollecitato un piano che, nel tempo, prevedesse un rifinanziamento delle spese per il personale in misura congrua. Il nostro Bilancio pluriennale 2007-2010 ha dovuto prevedere, invece,azioni che mirino al contenimento delle spese per il personale docente e tecnico-amministrativo, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, e a un loro rientro nel medio termine all'interno del limite del 90% dell'FFO consolidato.

In questo ambito, tuttavia, dobbiamo garantire l'assunzione dei 40 ricercatori i cui bandi erano già stati pubblicati. Altre risorse dovrebbero arrivare dal piano di finanziamento della ricerca previsto nella Legge Finanziaria, che per questa fascia destina nei prossimi tre anni la cifra rispettivamente di 20, 40 e 80 milioni di euro, così come dai pensionamenti anticipati e dalla mobilità verso l'esterno. Il reclutamento di personale tecnico e amministrativo sarà garantito dalla riutilizzazione del 50% delle risorse che si libereranno.

Per salvaguardare lo sviluppo futuro dell'Ateneo, nel Bilancio 2007-2010 abbiamo garantito alle attività istituzionali, e in particolare alle attività di ricerca, risorse finanziarie non inferiori rispetto a quelle dello scorso anno, prevedendo altresì consistenti investimenti nel settore dell'edilizia, tramite il ricorso al mutuo, data la quasi irrilevanza dei finanziamenti pubblici ad hoc .

III.

Proprio nel settore edilizio, durante lo scorso anno abbiamo completato alcuni progetti e avviato nuove iniziative. Tra i lavori ultimati, segnalo il recupero e la ristrutturazione di Palazzo Venera, destinato a strutture dell'area umanistica; il recupero dell'ex albergo Marzotto, nuova sede del Dipartimento di Matematica Applicata; gli allestimenti museali nei locali della Certosa di Calci; l'adeguamento funzionale del primo lotto dell'edificio in via Derna, destinato al Dipartimento di Biologia. Sono stati inoltre aperti i cantieri per la ristrutturazione del Polo didattico “Etruria”, per un totale di 1550 posti banco, e per il completamento della Clinica Veterinaria, con annesse degenze animali e Pronto Soccorso, a San Piero a Grado.

Un altro risultato importante è l'accordo raggiunto con il Comando dei Vigili del Fuoco per il progressivo adeguamento degli edifici universitari alle normative di sicurezza e prevenzione incendi.

Stiamo ripensando le modalità per accelerare, attraverso nuovi strumenti legislativi, il processo di realizzazione dei grandi progetti istruiti da tempo. Una Commissione interna sta predisponendo un documento da sottoporre al Consiglio di Amministrazione, per aprire nell'arco di trenta mesi i cantieri degli edifici di nuova costruzione previsti nel piano triennale dell'Università.

L'Università, in stretto contatto con il Comune di Pisa, con l'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e con gli altri enti coinvolti, partecipa con grande attenzione al processo, di portata storica, che riguarda il trasferimento dell'ospedale a Cisanello dal Santa Chiara e il successivo recupero di quest'ultima area.

IV.

Una Università come la nostra deve rivolgere una precipua attenzione alle aree di ricerca particolarmente innovative. Abbiamo sperimentato nel 2006 una procedura di selezione interna, tramite un bando mirato alle aree speciali individuate dal CIVR. Spero che sia possibile rinnovare l'iniziativa anche nel 2007.

Nel bando del 2006 sono stati presentati 47 progetti e ne sono stati selezionati 7, dopo una accurata analisi effettuata da referees esterni all'Ateneo e dalla Commissione Ricerca. Visto l'alto livello scientifico dei progetti presentati, abbiamo ritenuto di dedicare altre risorse a questo bando, con il supporto della Cassa di Risparmio di Lucca-Pisa-Livorno. Tutti i progetti finanziati saranno sottoposti a verifiche dei risultati ottenuti e dell'efficienza e correttezza di gestione, facendo in modo che sia la Comunità scientifica tutta a sentirsi coinvolta nel processo di regolamentazione e soprattutto di controllo.

La qualità dei risultati deve essere verificata, si tratti di didattica, di ricerca o di gestione. L'Università di Pisa ha da anni instaurato procedure che vanno in questa direzione e si sta impegnando per rendere sempre più efficace la raccolta e l'aggiornamento dei dati certificati che sono alla base di ogni seria azione di verifica.

Un nuovo sistema di anagrafe della ricerca erediterà gli obiettivi del sistema delle pubblicazioni e di Prometeo, in modo più solido ed efficiente. Sta nascendo l'Open Access UnipiEprints, cioè l'archivio aperto delle pubblicazioni dell'Ateneo. Stiamo inoltre procedendo con un'indagine anagrafica sui giovani che lavorano nei nostri Dipartimenti senza un inquadramento permanente.

La valutazione dell'alta formazione, e in particolare del dottorato di ricerca, sarà presumibilmente uno dei primi obiettivi dell'Agenzia di Valutazione recentemente istituita dal Ministero. A Pisa abbiamo 17 Scuole e 12 Corsi non inseriti in Scuole, sulla cui attività sarà effettuata una valutazione approfondita, chiedendo tra l'altro alle Scuole di proporre un Comitato scientifico esterno.

Il numero di corsi istituiti (57) è ben inferiore al numero medio (71) dei corsi delle Università a noi paragonabili per numero di docenti e, nello stesso tempo, il numero di borse di dottorato che vengono annualmente bandite è più elevato della media. Ciò testimonia la particolare attenzione alla “massa critica” di dottorandi necessaria per fare di questa esperienza un fecondo momento di studio e di formazione scientifica, professionale, culturale e umana. In questa direzione va inquadrata anche la progressiva organizzazione in Scuole.

I dottorandi sono più di 1200, un numero davvero importante. L'energia intellettuale che trasmettono è per noi essenziale e con il loro entusiasmo contribuiscono all'avanzamento nella ricerca. Voglio però ribadire ancora una volta che i percorsi di alta formazione non devono prevedere necessariamente una continuazione universitaria, anche perché il Paese ha necessità di esperti qualificati in tutti i suoi settori, pubblici e privati. Questa avvertenza è tanto più necessaria oggi, in un momento in cui un alto numero di giovani già gravita nei nostri Dipartimenti, senza che si intravvedano, almeno a breve termine, significative prospettive di apertura del sistema universitario.

V.

Il Decreto Ministeriale 270 e i successivi decreti attuativi, ancora in fase di approvazione, ci pongono di fronte al compito di riformulare i nostri Corsi di Studio. È un'esigenza a cui stiamo già provvedendo e che intendiamo trasformare in un'opportunità per proseguire nella riflessione sugli effetti della riforma del 3+2 e per promuovere un ripensamento complessivo dell'offerta formativa dell'Ateneo.

A sette anni dall'applicazione, abbiamo oggi a disposizione i primi dati per valutare la riforma degli ordinamenti universitari prevista dal Decreto Ministeriale 509/99 e per procedere alle relative correzioni. Tra le conseguenze positive segnalo l'aumento del numero dei laureati, la riduzione dei tempi di laurea, il ridimensionamento del fenomeno degli abbandoni e, più in generale, l'aumento della domanda di istruzione, con un maggior numero di giovani che si iscrive all'Università.

Sul versante opposto, risultano negative sia l'eccessiva proliferazione dei Corsi di Studio che la diminuzione e la semplificazione dello studio delle materie di base. Sono elementi critici che rischiano di ridurre l'Università, come si suole sottolineare, a una sorta di “super liceo”, determinando uno iato sempre più netto tra una mole di Atenei costretti o votati a una formazione di massa e un numero ristretto di strutture universitarie destinate alla formazione di eccellenza. In discussione è lo stesso ruolo dell'Università all'interno della società, come luogo deputato alla creazione e acquisizione critica del sapere.

Sebbene l'Università di Pisa abbia saputo contenere le criticità evidenziate, si è comunque avviato un processo di revisione e razionalizzazione dei corsi di studio che dovrà rispondere a quattro obiettivi generali:

•  il rafforzamento della preparazione di base, anche nei corsi di studio professionalizzanti, così da fornire ai laureati un solido impianto culturale e metodologico;

•  la razionalizzazione dell'offerta didattica, riducendo dove possibile il numero dei Corsi di Studio e dei curricula all'interno dei Corsi ed evitando la frammentazione delle attività formative;

•  l'evidenza del legame tra la didattica del Corso e le connesse attività di ricerca;

•  la più stretta corrispondenza tra la formazione dei laureati e i possibili sbocchi professionali.

Intendiamo altresì valorizzare la qualità dei nostri studenti, anche rilanciando l'esperienza dei “percorsi di eccellenza”, che attualmente sono stati attivati in alcuni corsi di studio di cinque Facoltà e che vedono impegnati quasi 200 studenti; “percorsi di eccellenza” che si è cercato di sottrarre, anche con il concorso delle rappresentanze studentesche, al rischio di costituirsi in occasioni didattiche privilegiate ed esclusive, e quindi bersaglio scontato di censure più o meno demagogiche.

VI.

Al centro dell'azione dell'Università ci sono gli studenti e il modo attraverso cui ci rapportiamo con i loro bisogni. Negli ultimi mesi abbiamo rinnovato la convenzione che permette loro di abbonarsi agli autobus della rete cittadina a un prezzo molto vantaggioso e stiamo concludendo un accordo quadro con l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario che renda organici i rapporti reciproci e che individui nuove iniziative di semplificazione e miglioramento dei servizi.

Ci stiamo impegnando per agevolare e valorizzare le attività culturali, ricreative e sportive degli studenti. Il passaggio a Pisa della fiaccola delle Universiadi, che si sono poi svolte a Torino, rappresenta un'anticipazione dell'impegno che ci vedrà protagonisti nel corso del 2008, quando ospiteremo i Campionati nazionali universitari. Arriveremo a questa iniziativa di indubbio prestigio sicuri dell'ottimo lavoro realizzato dal CUS Pisa che, con i 5.000 iscritti e le 50 discipline praticate, rappresenta la più grande polisportiva della Toscana.

Abbiamo sviluppato la meccanizzazione dei servizi interni, puntando al miglioramento della qualità e all'abbattimento dei costi. Lo dimostrano i servizi via web tramite il portale degli studenti “Alice”; il collegamento di “Diogene” con la Borsa Nazionale del Lavoro, che faciliterà l'incontro tra domanda e offerta; la gestione completamente elettronica della fase di laurea; l'estensione del sistema “UniPos” per la registrazione automatica degli esami, che attualmente viene utilizzato da otto Facoltà e circa 500 docenti.

Insieme agli altri undici Atenei che fanno parte del “Progetto Stella”, stiamo rispondendo all'esigenza di monitorare, analizzare e valutare l'offerta formativa della nostra Università. Sono già a disposizione da tempo i dati relativi alle lauree triennali, siamo pronti per presentare quelli delle lauree specialistiche e ci accingiamo a completare il quadro prendendo in considerazione i dottorati di ricerca.

Lo studio sulle lauree triennali, che si basa su interviste fatte a 18 mesi dalla laurea e che pertanto hanno un alto grado di attendibilità, non solo disegna il profilo del laureato pisano, ma fornisce un contributo prezioso sul tipo di formazione che i nostri studenti ci chiedono e sulle caratteristiche professionali richieste dall'attuale mercato del lavoro.

Dalle statistiche esce confermato il forte radicamento sul territorio della nostra Università, con il 23,2% di laureati proveniente dalla provincia di Pisa e il 70,1% dalla Toscana, così come la capacità di attirare studenti da altre regioni, soprattutto del Sud. Da fuori Toscana proviene, infatti, il 28,8% dei laureati.

Un altro dato interessante riguarda la scelta dei laureati triennali: quasi il 60%, cioè una percentuale piuttosto ampia rispetto agli obiettivi della Riforma del 3+2, prosegue gli studi, mentre una quota comunque considerevole del 28,4% entra nel mondo del lavoro.

Il nostro laureato triennale lavora preferibilmente in aziende di piccole e medie dimensioni della Toscana; ma, nota dolente, viene assunto nella maggior parte dei casi con un contratto atipico.

La sua formazione non può essere limitata al settore di competenza, ma deve sempre più allargarsi a conoscenze trasversali. La capacità di utilizzare le lingue, a partire da quella inglese, e gli strumenti informatici di base si conferma come elemento indispensabile in ogni bagaglio professionale.

Il mercato del lavoro, attualmente basato sulle piccole e medie aziende, è mutato e richiede sempre più, accanto a una solida base culturale e un metodo generale con cui affrontare i problemi, un patrimonio di competenze specifiche che consentano al neo laureato un pronto ed efficace adattamento al lavoro. Nel costruire queste competenze devono avere un ruolo più incisivo i master universitari.

Voglio sottolineare la soddisfazione per l'elevato gradimento che i nostri laureati dimostrano nei confronti dell'Università di Pisa: il 96% si iscriverebbe nuovamente all'Università e il 90% tornerebbe a scegliere il nostro Ateneo.

VII.

Nel campo del trasferimento delle conoscenze, della tecnologia e delle idee innovative, l'Università di Pisa sta operando per essere sempre più al centro delle dinamiche economiche e sociali della propria area, in particolare del territorio pisano, e nello stesso tempo per porsi come punto di riferimento nel processo di crescita della società italiana.

In questo senso, un'iniziativa di grande rilievo riguarda la collaborazione con il Ministero delle Attività Produttive e con i Distretti industriali, l'associazione che rappresenta i principali settori del made in Italy , a cui aderiscono 31 distretti industriali dislocati in tutto il Paese con 55.000 imprese, 450.000 addetti e più di 45 miliardi di euro di fatturato.

Insieme a questi partner, l'Università mira a costituire una società denominata SINTESI, cioè Struttura per l'INnovazione e la TEcnologia di Supporto alle Imprese dei distretti italiani, in particolare a favore di piccole e medie imprese.

Un altro progetto che l'intero Ateneo segue con particolare interesse, anche in vista delle celebrazioni del 2009 per l'anno Galileiano, è la Cittadella galileiana della scienza e della tecnologia, nell'area dei cosiddetti Vecchi Macelli, che ci vede protagonisti insieme a Sviluppo Italia Toscana. Questa società per azioni, partecipata dalla Regione Toscana e da Sviluppo Italia, assiste l'amministrazione regionale, le amministrazioni locali, i neo imprenditori e le piccole e medie imprese al fine di promuovere e sostenere i programmi di sviluppo del territorio, contribuendo alla valorizzazione anche turistica del patrimonio culturale della città.

La parte museale della Cittadella ospiterà la Fondazione “Galileo Galilei”. Accanto ad alcune esposizioni permanenti – le già esistenti collezioni di fisica, informatica e matematica, la collezione storica degli strumenti di calcolo e quella delle moderne macchine calcolatrici e dei calcolatori elettronici, che insieme vantano più di 2.000 pezzi – vi saranno esposizioni temporanee, quali per esempio la Ludoteca scientifica. Saranno poi create delle sezioni interattive sul modello del Laboratorio di Galileo Galilei, in cui sarà possibile ripetere i più classici esperimenti galileiani con macchine fedelmente ricostruite sulla base della documentazione lasciata dal grande scienziato pisano.

Le attività di valorizzazione della proprietà intellettuale e dell'innovazione, rivolte sia all'interno dell'Università che ai soggetti esterni presenti sul territorio, porteranno a concentrare nell'area dei Vecchi Macelli le risorse scientifiche e culturali dell'Ateneo e le risorse professionali di Sviluppo Italia Toscana. Vi troveranno sede le strutture destinate a seguire i progetti di ricerca, i brevetti, la neoimprenditorialità accademica, la formazione e i servizi alle imprese, lo start up di impresa e la Task force per la valutazione delle idee imprenditoriali.

VIII.

Questi progetti hanno come riferimento essenziale il territorio, inteso come Area Vasta e come insieme di istituzioni ed enti con cui l'Università ha rapporti solidi e duraturi. Nei prossimi mesi abbiamo intenzione di dare una cornice istituzionale, attraverso la firma di Protocolli d'intesa, a tutte le attività che coinvolgono in maniera non coordinata strutture e docenti dell'Ateneo.

Nell'ultimo anno abbiamo reso più organiche e sistematiche le relazioni con la Regione Toscana e consolidato la nostra attività soprattutto a Livorno, dove è stato attivato il Corso di Laurea interfacoltà in “Economia e legislazione dei sistemi logistici”, del tutto originale e fortemente ancorato alla realtà territoriale. È stata rafforzata la sinergia con l'Accademia Navale di Livorno, non solo nel settore della didattica, ma anche nelle attività di ricerca, e la nostra presenza a Lucca è diventata più significativa.

IX.

Sul piano dell'internazionalizzazione, nell'anno che si è appena concluso abbiamo perfezionato i buoni risultati raggiunti, soprattutto sul versante della ricerca, sia con i cofinanziamenti ottenuti tramite bandi ministeriali triennali e la messa in cantiere dei relativi progetti, sia con l'accoglimento delle richieste di borse destinate a ricercatori indiani. È motivo di legittima soddisfazione constatare come ciò abbia contribuito a collocare l'Università di Pisa ai vertici delle classifiche nazionali per quanto riguarda la sua proiezione internazionale.

È da sottolineare l'attiva adesione dell'Ateneo a molti dei programmi europei di formazione e ricerca, quali l'“Erasmus Socrates” – dal 2007 sostituito con il nuovo “Life-long Learning” - “Alfa”, “Asia Link”, “Tempus”, “Erasmus Mundus”. Voglio inoltre ricordare che l'Unione Europea ha accolto un progetto “Leonardo” nell'area economica, proposto dalla nostra Università.

Nella seconda metà del 2006 la visita che ha toccato varie città e prestigiose istituzioni universitarie della Cina, ha consentito non soltanto di rafforzare i numerosi e fecondi rapporti di collaborazione scientifica già in atto e di promuoverne nuovi, ma ha permesso altresì di operare un confronto con una realtà accademica che risponde a standard qualitativi di tutto rispetto e che, soprattutto, ci induce a riflettere su politiche e modelli organizzativi italiani in tema di ricerca e formazione.

In tale contesto è maturata la scelta, condivisa dagli organi collegiali, di riservare un numero consistente di assegni di ricerca e formazione a candidati provenienti da istituzioni cinesi.

Oltre a quella cinese, il quadrante orientale comprende realtà politiche, sociali ed economiche che in un futuro anche prossimo, come le analisi indicano in maniera concorde, sono destinate a esercitare un ruolo altrettanto rilevante e che sono legate all'Europa da vincoli storici e culturali. Penso soprattutto all'India, che negli scorsi giorni è stata visitata da una delegazione italiana guidata dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Credo che sia doveroso dedicarvi una particolare attenzione, cercando di cogliere ogni occasione di collaborazione.

Altrettanto doverosa, nel quadro di una strategia internazionale che punti a moltiplicare i propri spazi di intervento, è l'attenzione verso i Paesi dell'America Latina che sono membri del “Mercosur” o che a esso sono associati. Con molte di queste nazioni, unite all'Italia da saldi legami culturali ed economici, la nostra Università ha in atto consolidate forme di collaborazione accademica.

X.

Recependo istanze già manifestate in più occasioni all'interno dell'Ateneo, per il quadriennio 2006-2010 ho istituito un prorettorato per i Rapporti con la Comunità Europea, che ho affidato al professor Paolo Miccoli. Tale prorettorato mira a sviluppare e sostenere le richieste di finanziamento per progetti di ricerca nell'ambito della Comunità Europea.

Tramite una Unità di progetto appositamente costituita, con sede in Rettorato, vogliamo mettere a disposizione delle strutture e dei docenti dell'Ateneo un ufficio che possa sì supportare la fase di compilazione e di presentazione delle domande, ma che soprattutto riesca a monitorare le varie fasi di selezione delle stesse domande per interagire nell'ambito delicato e determinante del percorso decisionale.

Sono stati avviati i contatti con gli enti e le istituzioni del territorio che possono garantire una presenza maggiore e una visibilità più qualificata dell'Ateneo nelle sedi della Comunità Europea. In particolare, è già stato raggiunto un accordo programmatico con la Provincia di Pisa e si sta sviluppando una collaborazione con la Regione Toscana per usufruire delle strutture, dei canali e dei servizi già presenti a Bruxelles.

In prospettiva ci sarà l'attivazione, sempre nella sede regionale di Bruxelles, di un'“antenna universitaria” a disposizione di tutto il sistema universitario toscano, per agevolarlo nel reperimento delle informazioni provenienti dall'Unione Europea, per instaurare solidi rapporti con i soggetti istituzionali di riferimento e per riportare alla Commissione Europea problematiche specifiche sollevate dagli Atenei toscani.

Sono stati poi organizzati e realizzati degli incontri per facilitare la conoscenza all'interno dell'Università di iniziative che mirano a sostenere, anche finanziariamente, le attività di ricerca e per mettere in contatto i nostri docenti e il nostro personale con i responsabili di tali iniziative.

A dicembre abbiamo ospitato in Rettorato la presentazione della Fondazione Toscana Life Sciences, un'organizzazione senza scopo di lucro che è nata a Siena alla fine del 2004 e di cui fa parte anche l'Università di Pisa. La Fondazione supporta attività di ricerca nel settore delle scienze della vita, della biomedicina e della biotecnologia, con particolare attenzione a progetti basati su attività di ricerca di base con potenzialità di sviluppo industriale.

Pochi giorni fa abbiamo proposto una giornata di approfondimento sulle opportunità nell'ambito del 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico promosso dall'Unione Europea. Il Programma Quadro è lo strumento principale di finanziamento mediante il quale l'Unione Europea punta a sostenere e rafforzare la ricerca scientifica e tecnologica in Europa attraverso il cofinanziamento di progetti. Il 7° Programma Quadro, compreso tra 2007 e 2013, ha iniziato a pubblicare i bandi dal 22 dicembre 2006 e ha una dotazione finanziaria complessiva di oltre 50 mila milioni di euro .

Dall'istituzione del prorettorato per i Rapporti con la Comunità Europea emerge con chiarezza l'idea di un Ateneo che riesca a essere sempre più competitivo e all'avanguardia sulla scena italiana e internazionale attraverso il potenziamento e la diversificazione delle sue fonti di finanziamento. Per questo occorrerà sviluppare una nuova attenzione, non disgiunta dal doveroso vaglio critico, verso forme di finanziamento che vadano al di là delle sovvenzioni ministeriali e di quelle ricavate da attività per conto terzi e che, in particolare, facciano riferimento alla grande progettualità di ambito europeo e alle possibilità offerte da Fondazioni, istituzioni ed enti del territorio.

XI.

Il recente confronto elettorale per la carica di Rettore, costruttivamente vivace nonostante qualche asprezza non meno dissonante perché scontata, ha visto emergere o riemergere problemi e nodi della situazione universitaria che richiedono una attenzione sempre maggiore e un impegno ancora più vigoroso verso inderogabili soluzioni.

Purtroppo quel certo ottimismo, che nel confronto elettorale pervadeva un po' tutti, in maggiore o minore misura, e che derivava dall'essersi insediata da poco alla guida del Paese una compagine governativa nuova, si è andato dissolvendo presto, travolto quasi per intero da una non sempre convincente ragion di stato della finanza pubblica.

Siamo tuttavia coscienti, come ho cercato di delineare in questa sede, che sfide difficili e gravose, ma anche appassionanti, ci attendono nei prossimi mesi, prima tra tutte quella legata al tema della governance dell'Ateneo.

Nel dibattito che ha preceduto l'elezione del Rettore più volte è stata avanzata la proposta di adeguare lo Statuto dell'Università, emanato più di 12 anni fa, alle nuove esigenze che l'esercizio dell'autonomia e l'evoluzione del sistema universitario hanno evidenziato. Il mio programma elettorale, come quello del collega Emilio Vitale, conteneva un preciso impegno a intraprendere, in caso di elezione, le iniziative necessarie per perseguire questo scopo. In particolare, ho posto l'obiettivo di un sistema di governance in grado di garantire maggiore capacità decisionale, salvaguardando i principi fondamentali della trasparenza e della partecipazione democratica.

L'esigenza di aggiornare la forma di governance degli Atenei italiani è emersa anche nell'ambito della Conferenza dei Rettori e dovrebbe trovare posto, secondo quanto dichiarato dal Ministro Fabio Mussi, nell'agenda dei lavori del Governo.

L'Università di Pisa, che è stata tra le prime ad adottare un proprio Statuto, deve dimostrare la capacità e la responsabilità necessarie per elaborare una proposta autonoma, che successivamente potrà essere confrontata con gli orientamenti ministeriali giovandosi di un'approfondita consapevolezza delle questioni in esame e delle possibili soluzioni.

Per questo fine sono già partite le procedure per la formazione della Commissione alla quale il Senato Accademico ha demandato il compito di elaborare le proposte di modifica dello Statuto. Il mio augurio è che tale Commissione operi con la stessa determinazione, competenza ed entusiasmo che hanno portato il Senato Accademico Integrato ad approvare nel 1994 l'attuale Statuto, sviluppando un confronto approfondito che coinvolga tutte le componenti dell'Ateneo.

Con questo auspicio dichiaro aperto l'Anno Accademico 2006-2007, 663° dalla Fondazione dell'Università di Pisa.


Ultimo aggionamento documento: 23-Jan-2008