Inaugurazione dell'anno accademico 2009-2010

Il Rettore Marco PasqualiMercoledì 3 marzo 2010, nell'Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza" è stato inaugurato il 666° anno accademico dell'Università di Pisa.
Dopo la cerimonia di inaugurazione e l'intervento di Leonardo Maugeri, capo del Dipartimento Strategia e Sviluppo dell’ENI, 9 docenti dell'Ateneo sono stati insigniti dell'Ordine del Cherubino: Claudio Maria Moreschini, della facoltà di Lettere e filosofia; Marco Vanneschi, di Scienze MFN; Carlo Alberto Veracini, di Scienze MFN; Paolo Moneta, di Giurisprudenza; Fabio Carlucci, di Medicina Veterinaria e attuale prorettore per i Rapporti con il territorio; Emilio Vitale, di Ingegneria; Paolo Romano Coppini, di Scienze politiche; Stefano Bombardieri, di Medicina e chirurgia; Stefano Garzonio, di Lingue e letterature straniere.

Prolusione inaugurale del Rettore Marco Pasquali

Autorità civili e militari, colleghi, membri del personale tecnico e amministrativo, studenti, signore e signori, dott. Leonardo Maugeri, capo del Dipartimento Strategia e Sviluppo dell’ENI, invitato dall’Ateneo a intervenire in questa cerimonia,

ancora un volta non posso evitare un esordio amaro e critico, imposto dall’accrescersi delle difficoltà finanziarie del nostro Ateneo, come del resto di ogni altro Ateneo italiano in varia misura. Non è possibile evitarlo in un Paese che alla alta formazione destina, e intende continuare a destinare, l’ 1,1% del Prodotto Interno Lordo. È una percentuale che ci colloca in coda non soltanto in Europa, la cui media è l’ 1,7%; essa stride fortemente con le politiche di incremento promosse e attuate da Francia e Germania, paesi dove già si toccavano livelli superiori ai nostri, paesi – inoltre – in una situazione economica non certo molto migliore di quella italiana anche rispetto al vincolo europeo circa il rapporto ‘debito pubblico-PIL’.

Lungi dall’incrementare, in Italia si taglia, in forme più o meno dichiarate e palesi; e poco consola che anche il governo inglese sia orientato a tagliare, con l’ ovvia rivolta delle Università britanniche. Le conseguenze all’interno di ogni nostro Ateneo sono sotto gli occhi di tutti, anche di voi oggi qui convenuti, che trovate di nuovo congiunte due cerimonie tradizionalmente separate e che davano occasione e rilievo specifico a due anche gradevoli occasioni di incontro: l’inaugurazione dell’ Anno Accademico, peraltro sospesa l’anno scorso, e il conferimento dell’ Ordine del Cherubino.

Da troppo tempo, ormai, assistiamo a un sostanziale attacco sistematico, mirato e coordinato, all’Università, a quella pubblica in particolare, gettando discredito su una istituzione che resta – nonostante tutto – la più importante fabbrica del sapere, della ricerca, dell’innovazione e della formazione culturale e civile del nostro Paese.

Con le pur comprensibili resistenze, bisogna adattarsi a ulteriori contrazioni in tutte le voci di spesa e in particolare in quelle che incidono in modo diretto e più cospicuo nello spingere verso il superamento del fatidico limite del 90% dell’ annuale Fondo governativo di Finanziamento Ordinario, peraltro mai adeguato all’aumento del costo del lavoro. Se si trasgredisce, è preclusa ogni forma di reclutamento di personale, sia docente che tecnico-amministrativo e inoltre si è esclusi dalla partecipazione supplementare alla ripartizione della quota di FFO riservata alle Università “virtuose” e della quale noi siamo riusciti a godere nell’anno appena trascorso.

I ritorni finanziari dai pensionamenti correnti ormai da tempo vanno esclusivamente a coprire gli annuali incrementi stipendiali d’obbligo.
Il vincolo assai stretto tra un pareggio di bilancio ogni anno più difficile e l’ autonomia universitaria, obbliga all’adozione di misure fondate in buona parte su riorganizzazioni interne nei due grandi settori della didattica e ricerca e dell’ amministrazione, attenti a non mettere a repentaglio la qualità del servizio. Questa va salvaguardata anche mediante la sperimentazione di opportuni coordinamenti con altri Atenei, prioritariamente quelli della nostra Regione. Un nuovo Statuto non può non avere anche obiettivi di questa natura.

È innegabile che il recente Disegno di Legge governativo di riforma del sistema universitario sia “una occasione irripetibile e da non lasciar cadere”, come afferma la Conferenza dei Rettori. Esso ha ben presenti le molteplici problematiche del sistema, contiene non pochi elementi condivisibili e altri passibili di aggiustamenti o modifiche nel corso dell’iter parlamentare. Quanto meno questo Disegno di Legge costituisce un primo passo decisivo verso una riorganizzazione che garantisca efficienza nella gestione e qualità nel prodotto. Certamente devono essere eliminate le persistenti tracce di dirigismo centralistico, mentre il necessario controllo dell’uso dell’autonomia deve essere lasciato a una seria valutazione ex post delle scelte e delle condotte. È necessario ridurre un eccesso di rigidità in molte delle norme, demandandone la concreta operatività ai singoli Atenei investiti di una responsabile autonomia, più compiuta ma sottoposta al vaglio dei suoi risultati.

Una condizione è determinante affinché la riforma del sistema universitario consegua i suoi effetti: che non si pretenda il ‘costo zero’, quello stesso ‘costo zero’ che ha contribuito, per esempio, alla precaria attuazione della cosiddetta riforma del 'tre più due'.

Siamo tornati al tema finanziario, essenziale perché si realizzino o meno tante belle intenzioni. La programmata creazione di un congruo numero di posti di ricercatore cofinanziati dal governo centrale e dagli Atenei, definita dal precedente Ministro dell’ Università e confermata dall’ attuale, ha subito infine un significativo ridimensionamento governativo e quindi una conseguente contrazione ad opera di quasi tutti gli Atenei coinvolti, preoccupati del rischio di superare la fatidica soglia del limite di spesa. Ciò accade in una Italia che ogni mille occupati ne vede dedicati alla ricerca, a vario titolo e in varie sedi, 3,4 quando la Finlandia ne ha 16,6, il Giappone 11,1, la Francia 8,2 o l’ Austria 7,8.

Restando in tema di ricerca, e del ruolo determinante dei finanziamenti, alla fine dell’anno trascorso il Ministro Gelmini ha reso noto il Programma Nazionale della Ricerca 2010-2012. È un piano da dieci miliardi di euro e che dovrebbe portare gli investimenti pubblici in Ricerca e Sviluppo, nel triennio, dall’ attuale 0, 56% allo 0,67% del Prodotto Interno Lordo. Diciamo però che la media europea attuale è dello 0, 65%, comunque con una differenza sulla nostra cifra che non sarà certamente ridotta né tantomeno superata al compimento del triennio, progredendo ovviamente anche la media europea. Se poi guardiamo all’intervento privato in materia, troviamo uno stacco ancora maggiore; infatti quello italiano è uguale al pubblico, ossia lo 0,56% di contro all’ 1,20% della media europea.

Sono ben diciotto le misure e gli ambiti di intervento che questo Programma ministeriale prevede. L’ Università e gli Enti nazionali di ricerca sono in coda, forse perché l’elenco è un po’ casuale, anche se una tale collocazione pare riflettere bene certi orientamenti governativi in merito. Bisogna apprezzare nel Programma l’ attenzione al capitale umano, che il Ministro Gelmini ha voluto sottolineare con la riserva del 20% dei fondi alla ricerca libera dei giovani, alle scuole internazionali di dottorato, al cosiddetto rientro dei cervelli. Sottolinea il Ministro anche il sostegno alle aree forti del made in Italy e indica un futuro indirizzo degli investimenti verso le tecnologie in sei settori: materiali, energia, genetica, neuroscienze, informazione e ambiente. Non si può che plaudire a quanto appare in questo elenco, anche se allo stesso tempo non può non preoccupare quanto in esso non è citato esplicitamente, visto che nel Programma leggiamo l’ obiettivo di rafforzare “la creatività e l’eccellenza in tutti i campi del sapere”.

Preoccupa la constatazione che dei dieci miliardi previsti nel triennio parrebbero certi al momento soltanto i 400 milioni del FIRST 2009 destinati alla ricerca scientifica e tecnologica; il resto, ossia più del 95% della previsione – che dovrebbe vedere l’apporto più consistente da parte del MIUR secondo calcoli e intenzioni dello scorso novembre –, attende il controllo del Ministro dell’ Economia, la cui manica ben sappiamo quanto sia poco larga.

Un fatto positivo va segnalato. È arrivato da poco il Decreto Ministeriale che assegna 1 miliardo e 600 milioni di euro ai 13 Enti di Ricerca, tra i quali spiccano giustamente l’Agenzia Spaziale Italiana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Sono fondi pertinenti al trascorso anno 2009; ma ai ritardi si è fatta l’abitudine e può consolare l’impegno che l’entità di tale dotazione sarà mantenuta anche per il 2010. È un genere di impegno di cui l’Università purtroppo non gode da qualche anno, con conseguente pregiudizio per ogni iniziativa di seria programmazione.

Non voglio concludere la problematica generale dei finanziamenti senza aver citato l’ iniziativa di vari colleghi di non pochi Atenei italiani: essere direttamente protagonisti di messaggi pubblicitari a sostegno di prodotti di aziende private ma nati o comunque sperimentati in laboratori universitari. Il compenso relativo va agli Atenei, anche sotto forma di finanziamenti a borse di studio e/o a linee di ricerca. È un rapporto con il privato di per sé non deprecabile, ma certamente assai delicato e che richiede molte cautele. Qui ho voluto citarne una forma in qualche modo sorprendente ma che proprio per questo mette bene in evidenza le sempre più stringenti difficoltà del mondo della ricerca universitaria.

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1. Venendo all’Ateneo di Pisa, è proprio il settore della ricerca quello che si è cercato di proteggere con maggiore sforzo in sede di predisposizione del bilancio di Ateneo per l’anno 2010 e quello su cui convergono ancora le nostre migliori energie, tanto da mantenerci vantaggiosamente nella zona alta della classifica ministeriale. Nell’ ambito della ricerca l’anno 2009 ha visto il nostro Ateneo impegnato nella ristrutturazione del Dottorato, ora organizzato in 11 Scuole. Le finalità esenziali sono state: favorire rapporti e collaborazioni interdisciplinari, evitare sovrapposizioni di tematiche, costituire il riferimento istituzionale per le procedure di monitoraggio e valutazione. Purtroppo è stata inevitabile una riduzione del numero delle borse di studio: l’ Ateneo ha potuto finanziarne poco più della metà rispetto al 2005, anche se la riduzione del totale è risultata ben più contenuta grazie all’incremento delle borse erogate dal Ministero e da altri Enti e grazie all’iniziativa della Regione Toscana di finanziare anch’essa un congruo numero di borse. Peraltro, dalla Regione sono stati selezionati e finanziati in modo copiscuo progetti di ricerca di Dipartimenti di varie aree. Altri finanziamenti sono pervenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. La European Science Foundation ha aggiunto al finanziamento già attivo nell’ ambito delle scienze matematiche, una nuova erogazione in ambito umanistico, rivolta a ricerche comparate sui manoscritti orientali.
È un fatto positivo che abbiano mantenuto il livello numerico del 2007 i PRIN 2008 approvati dal Ministero e solo da poche settimane forniti dei loro fondi. Ma è ancora di là da venire il bando per il PRIN 2009.

2. Se la ricerca mantiene l’Ateneo di Pisa ai vertici della classifica nazionale, purtroppo dalle valutazioni ministeriali risulta in una posizione non brillante la didattica in termini di laureati entro gli anni regolamentari, di esami sostenuti e quindi di crediti conseguiti entro i termini previsti dai Corsi di studio, di abbandoni dopo il primo anno di Corso. E questo pur godendo l’Ateneo pisano, rispetto agli altri Atenei, di un numero ben significativo di immatricolati con voto di maturità assai alto. Abbiamo avviato i dovuti interventi correttivi, anche in ottemperanza al Decreto Ministeriale 270 e a un nuovo Regolamento Didattico di Ateneo. Sono stati ridotti di numero i Corsi di Studio, evitando sovrapposizioni tematiche, dispersioni di competenze, frammentazione dell’offerta didattica con il conseguente ricorso eccessivo a coperture di attività didattiche mediante mutuazioni o contratti; sono state attivate le prove di ingresso per tutti i Corsi di Studio; è stata perfezionata e resa più trasparente e fruibile per l’utente la gestione sia didattica che amministrativa dei Corsi di Studio.

La Regione Toscana ha finanziato due nostri progetti, riferiti al Fondo Sociale Europeo, che hanno permesso già nel 2009, tra l’altro, di erogare un sostegno economico per tirocini e stages di alcune centinaia di studenti e di neo-laureati, e di poterlo proseguire fino al 2011 e forse oltre.
Ancora in ambito di interventi a favore della formazione e degli studenti, l’ Ateneo ha sottoscritto una convenzione con i Rotary Clubs di Pisa e di Cascina che prevede borse di studio per soggiorni all’estero di studenti diversamente abili. Ovviamente, continuano ad avere il loro corso gli accordi già firmati con Banche, Compagnie aeree, Aziende telefoniche, Supermercati, per facilitazioni e sconti agli studenti.

3. Le esigenze regionali, e più in particolare dell’area pisana e della cosiddetta Area Vasta, sono occasione e stimolo di grande rilievo per l’ Ateneo quale punto di riferimento non soltanto nella formazione ma anche e soprattutto nella ricerca. È un impegno che si attua mediante il trasferimento delle conoscenze, della tecnologia e delle idee più innovative, rafforzando o creando nuovi rapporti di collaborazione con i soggetti pubblici e privati, partecipando al processo di crescita della società e di sviluppo dell'economia.

In questi anni la politica dell’Ateneo è stata molto attenta nell’incentivare i nostri ricercatori al ricorso alla brevettazione e nella promozione di imprese spin-off contraddistinte dal marchio “Azienda spin-off dell'Università di Pisa”, ideato proprio per favorire l’ inserimento nel mercato. È stato dato impulso alla diffusione di una cultura della tutela delle idee e dei diritti patrimoniali, sia con la redazione di un nuovo manuale sulla tematica della proprietà intellettuale e sulla normativa del Codice della proprietà industriale (consultabile sul sito dell’ Ateneo), sia con un corso di lezioni per gli studenti delle lauree specialistiche, svolto con cadenza annuale e ospitato nell’a.a. 2008-09 dalla Facoltà di Ingegneria. Si è arrivati a un numero totale di 85 domande di brevetto depositate, di cui una decina sono brevetti internazionali.

Abbiamo stabilito numerosi accordi con imprese toscane e nazionali, per la cessione o la concessione in licenza di brevetti, con significative ricadute finanziarie per l'Ateneo. Siamo contitolari con la Società Piaggio di un importante brevetto relativo a un veicolo ibrido a due ruote. Nel settore medico diagnostico c’è stata la cessione di due brevetti rispettivamente a Toscana Biomarkers srl di Siena e a Bracco Imaging spa di Milano. È tuttora attiva la licenza di due brevetti sviluppati da nostri docenti con lo spin-off S.O.R.T.A. srl, operante nel campo delle procedure analitiche biomediche innovative. Ai fini di uno sviluppo delle attività di formazione e ricerca in campo biomedico e sanitario, va segnalata la sottoscrizione del protocollo di intesa tra Regione Toscana e Università di Pisa, Firenze e Siena, in cui è stato riconosciuto al nostro Ateneo un finanziamento di 8 milioni di euro.

Questo Protocollo è parte di una più ampio accordo con il quale la Regione Toscana si impegna a sostenere le attività di alta formazione e di ricerca delle tre Università Toscane: Pisa, Firenze e Siena. La definizione precisa degli interventi da parte della Regione è demandata ad atti successivi.

Quanto agli spin-off, il cui sviluppo viene costantemente monitorato dall’Ufficio Ricerca, sono state individuate forme di sostegno e promozione atte a favorire la loro competitività sui mercati e ad aumentare la loro visibilità nei confronti di enti e aziende operanti nei settori di interesse. Ad oggi sono 18 i progetti imprenditoriali approvati dall’Università, con la partecipazione al capitale sociale in alcuni di essi. È stato organizzato il Convegno “Spin-off accademiche: testimonianze per futuri successi”, dove le nostre spin-off hanno presentato le loro aziende e illustrato le ricadute positive sull’economia del territorio e sulle prospettive occupazionali dei nostri laureati.

Nell’autunno 2009 l’Università ha iniziato i lavori di intervento edilizio nell’area dei Vecchi Macelli per la realizzazione del progetto ‘Cittadella galileiana della scienza e della tecnologia’, che ci vedrà impegnati nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. L’Università ha sostenuto l’importante e qualificato progetto “PIUSS per PISA”, per il quale il Comune di Pisa ha ricevuto un cospicuo finanziamento dalla Regione Toscana. In tale progetto è ricompresa anche la “Riqualificazione e recupero dell’Area dei Vecchi Macelli e delle ex stallette”, che integra il Progetto d’Ateneo della Cittadella Galileiana, con contenuti culturali e scientifici a tutto vantaggio della città di Pisa, grazie anche a una sinergica integrazione con il Museo del Calcolo e con il progetto interattivo dello Science Center.

È stata sottoscritta una nuova convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che tiene conto delle relazioni già attive da anni tra i nostri Dipartimenti e le strutture di ricerca CNR, per la messa in comune di attrezzature e laboratori e per le attività di formazione, ivi compresa quella dei dottorati.
Tra le iniziative di maggiore rilievo che nell’anno 2009 l’ Ateneo ha varato mettendo a frutto le proprie competenze per venire incontro a esigenze delle istituzioni locali, voglio segnalarne ancora due, relative entrambe al mondo del lavoro.

La prima riguarda il purtroppo crescente fenomeno del mobbing, che offende la persona e compromette la qualità del rapporto lavorativo. Grazie all’impegno di un apposito comitato, è stato aperto uno sportello di ascolto la cui gestione è stata affidata a una ditta certificata, per registrare le denunce e mettere in atto le misure correttive. Fra le istituzioni che hanno voluto fruire del servizio, ricordo l’ Azienda Ospedaliera Pisana che ha stipulato una convenzione apposita a favore dei propri dipendenti.

La seconda iniziativa ha avuto per oggetto la problematica non meno urgente della sicurezza sul luogo di lavoro. Attualmente l’ Ateneo, a seguito di un seminario congiunto con il Comune di Viareggio, è impegnato a elaborare e fornire soluzioni tecnologiche che garantiscano la dovuta sicurezza nei cantieri nautici.

Ancora nell’ambito dei rapporti con il territorio, va rafforzandosi il ruolo del Museo di Storia Naturale situato nella Certosa di Calci. Il Museo è stato individuato, dalla Conferenza dei Sindaci della zona pisana, come il garante della gestione del Sistema Regionale di Educazione Ambientale promosso dalla Regione Toscana, con l’incarico di curarne la progettazione e la valutazione qualitativa. Con il progetto pilota Data Matrix, finanziato dalla Regione, per svolgere attività laboratoriali interattive, il Museo – in collaborazione con il Comune di Calci – ha assunto il ruolo di capofila nel programma “Il Museo accoglie il territorio”, che coinvolge il Valdarno inferiore e le Aree Volterrana e della Valdera, oltre all’ Area pisana.

Il Museo si avvantaggia di alcune importanti iniziative interne. Sono due nuovi allestimenti, quello della Galleria degli Acquari, con il Laboratorio didattico di Ittiologia, e quello della Sala dell’ Evoluzione dei Cetacei; e il rinnovamento della Galleria storica e della Galleria degli Anfibi e Rettili. Un accordo con la Soprintendenza ai Monumenti permette di progettare una riqualificazione del complesso storico e un recupero di spazi per esporre le collezioni naturalistiche attualmente in depositi.
Queste iniziative, insieme a un incremento dei servizi didattici e a una riorganizzazione gestionale, hanno contribuito all’aumento dei visitatori di un buon 20%.

In questo specifico ambito della promozione culturale, l’ Ateneo partecipa molto attivamente a varie delle manifestazioni nazionali. L’ evento di maggiore rilievo pubblico nell’ anno 2009 è stata la Mostra “Il cannocchiale e il pennello”, tenutasi nel Palazzo Blu, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio. C’è stato anche un Convegno sulle scienze astronomiche, organizzato dal nostro Dipartimento di Fisica. Si è avviata e continua tuttora l’attività della Ludoteca scientifica, incentrata sugli esperimenti galileiani. Nell’ anno da poco iniziato si svolgerà una serie di seminari su problemi storiografici relativi alla figura di Galilei negli ultimi due secoli. In collaborazione con l’Università di Padova e con il Museo di Storia della Scienza di Firenze si terrà un Convegno su “Vetro tra scienza e arte”, con una Mostra annessa.

Al di fuori delle iniziative galileane, va sottolineata la vivace attività del Museo della Grafica in Palazzo Lanfranchi, un centro espositivo sempre più vitale ma ora anche laboratorio di studi storico-artistici e di didattica per gli studenti dell’ Ateneo e delle scuole di primo grado.
A proposito di iniziative e manifestazioni culturali dell’Ateneo, voglio esprimere ancora una volta, e in questa solenne occasione, la gratitudine mia e dell’Ateneo tutto alla collega e amica Professoressa Lucia Tongiorgi Tomasi per il lavoro già svolto come Pro-Rettore Vicario e per quello che svolge ora come Delegata del Rettore alle Attività Culturali. Infatti Lucia Tongiorgi Tomasi si è resa disponible a continuare la sua preziosa collaborazione pur essendo da alcuni mesi in pensione, non avendo voluto cogliere la possibilità dell’ ulteriore biennio di servizio per offrire una maggiore opportunità di lavoro agli allievi.

4. La cura dei rapporti internazionali continua ad essere un impegno rilevante dell’Ateneo.
Nel 2009 sono stati firmati più di venti nuovi accordi di scambio con sedi universitarie estere, portando a circa 370 il numero di studenti Erasmus di Pisa che soggiornano fuori dall’Italia e a circa 350 il numero degli stranieri a Pisa. La Spagna resta il Paese fortemente privilegiato sia come destinazione che come provenienza, seguito da Germania, Inghilterra, Francia e Portogallo. Per la prima volta è stato attivato il cosiddetto Erasmus Placement, un tirocinio di lavoro all’ estero che ha coinvolto una cinquantina di studenti. Il Programma comunitario “Erasmus Mundus 2009-2013” ha finanziato un Master of Science in Rural Development, biennale, proposto dalle Facoltà di Veterinaria e di Agraria congiuntamente con varie Università straniere europee, cinesi e statunitensi.

Nel 2009 il Senato Accademico ha approvato e cofinanziato 38 progetti per le “Azioni di sostegno alla cooperazione accademica internazionale”, 32 dei quali relativi a ricerche congiunte con Atenei stranieri, 3 per promuovere l’internazionalizzazione di Corsi di Studio del nostro Ateneo tramite una obbligatoria mobilità studentesca e il rilascio di titoli congiunti, e gli altri 3 per analoga promozione a favore di nostri Corsi di Dottorato, con co-tutele e titoli congiunti. Tra i Paesi coinvolti Francia, Inghilterra, Spagna, Russia, Romania, Argentina e Brasile. Vanno aggiunti 12 nuovi accordi per tesi di dottorato in co-tutela e 15 nuove convenzioni di cooperazione accademica con altrettanti Atenei stranieri.

Più in particolare, nel 2009 sono state attivate due ulteriori annualità di borse di studio a favore di giovani ricercatori della Tongji University di Shanghai, in base all’accordo del 2006, e due prime annualità per quelli provenienti dalla China Agricultural University di Beijing, in base all’accordo stipulato nel 2007.
Gli studenti stranieri che si sono immatricolati nel nostro Ateneo per l’ AA 2009-2010 sono stati oltre 300, grazie anche alla creazione dello sportello specifico “Welcome International Students”. Voglio ricordare, a margine, che l’ Italia è il secondo paese europeo, dopo la Gran Bretagna, che attira il maggior numero di studenti provenienti dagli Stati Uniti.

Uno dei parametri più importanti per la ripartizione premiale del 7% del FFO è quello dei finanziamenti provenienti dai programmi quadro dell’Unione Europea. Con riferimento a questo fondamentale parametro, l’Università di Pisa si è collocata nei primi dieci posti tra gli Atenei italiani, con un rilevante incremento numerico dei progetti presentati e, soprattutto, di quelli che sono stati approvati dalla Commissione Europea rispetto agli anni precedenti. I progetti di ricerca presentati all’interno del 7° PQ sono stati 157, ripartiti tra i seguenti programmi: 90 per Cooperation (progetti di cooperazione all’interno dell’UE e oltre i confini dell’Unione), 14 per People (sostiene le carriere e la mobilità dei ricercatori in Europa), 50 per Ideas (ricerca di frontiera) 2 per Euratom (ricerca sull’energia atomica) ed 1 per Capacities (politiche europee in materia di ricerca e innovazione).

A metà dall’inizio del 7° Programma è stato abbondantemente superato il budget di finanziamenti di tutto il 6° programma quadro: ci troviamo, infatti, a più di 28 milioni di euro di finanziamento tra progetti in esecuzione e in negoziazione, contro i circa 19 milioni del programma precedente.
Per potenziare ulteriormente i risultati dell'Ateneo nel reperire finanziamenti internazionali in favore della ricerca, si sono utilizzate risorse esterne provenienti da altri finanziamenti ed è stato stipulato un contratto con una nota società di lobbyng, che ha sede a Bruxelles, per un servizio di supporto e assistenza. Inoltre il nostro Ufficio M.A.P.P.E. ha predisposto due strumenti:
a. la creazione di un data-base di Ateneo per i progetti di ricerca europei ed internazionali, con informazioni inserite direttamente dal docente, che vi accede mediante l'utilizzo delle proprie credenziali di Ateneo;
b. la corretta individuazione dell’iter per la partecipazione e la gestione dei progetti europei di ricerca, in particolare del 7° Programma Quadro, sia per quanto attiene ai responsabili scientifici e amministrativi sia per quanto coinvolge direttamente l’Unità di progetto M.A.P.P.E.

L’ Ufficio si è costruito un ampio network di attori istituzionali interessati alla progettazione e di addetti al settore. In molti casi i rapporti con altri enti possono condurre alla concertazione di azioni strategiche comuni sul fronte della progettazione. Quest’anno tali rapporti hanno portato alla presentazione del progetto SHINE! (Scientists are Humans: Interactive Night of Entertainment!), che coinvolge vari enti locali della costa toscana, all’interno del bando PEOPLE Researchers' night.

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Questa Cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è di nuovo congiunta al conferimento dell’Ordine del Cherubino a 9 docenti particolarmente meritevoli. Inoltre, terrà una lezione su“Il Futuro del Petrolio, il Futuro dell’Energia” il dott. Leonardo Maugeri, a capo del Dipartimento Strategia e Sviluppo dell’ENI, che ringrazio per aver accettato il nostro invito.

Insieme alla ricerca in ambito biomedico, quella nel settore delle nuovi fonti di energia è un esempio molto importante del contributo essenziale che i ricercatori universitari, dedicati ad attività di ricerca fondamentale, possono dare alla soluzione di problemi sociali. Un paese competitivo deve disporre di energia a costi non elevati; così come, in altro ambito di non minore rilevanza sociale, un paese che ha una buona sanità deve produrre una buona ricerca in ambito biomedico. E certamente la buona qualità della ricerca pisana in campo biomedico, riconosciuta ufficialmente a livello non soltanto nazionale, è strettamente connessa alla buona qualità e alla attrattività della Azienda ospedaliero-universitaria pisana.
È questo il messaggio che dovrebbe essere incisivamente comunicato all’opinione pubblica, in buona parte incline a pensare che la ricerca universitaria sia fine a se stessa .

La collocazione dell’Università di Pisa nel sistema universitario deve caratterizzarsi per un’offerta formativa collegata sempre più strettamente alle attività di ricerca. Credo che solo una scelta di questo tipo possa garantire che il nostro Ateneo rimanga competitivo nel panorama nazionale e internazionale, conservando e magari migliorando quelle posizioni che ha saputo conquistarsi in prestigiose classifiche straniere. Nella graduatoria che il “Times Higher Education Supplement” dedica ogni anno alle 600 migliori Università del mondo, Pisa è 322a ma è 5a delle italiane, preceduta da Bologna, al 174° posto, dalla Sapienza di Roma, dal Politecnico di Milano e da Padova. Il settimanale inglese conduce un raffronto anche relativo alle aree disciplinari e di ricerca: qui Pisa è 76a nel mondo e seconda in Italia dopo la Sapienza romana per quanto attiene alle Scienze naturali, 155a nel settore delle Tecnologie, 204a in quello Umanistico e 249a in quello della Biomedicina. Nell’ altro strumento ben accreditato di comparazione internazionale dei primi 500 Atenei, elaborato dalla “Jiao Tong” University di Shanghai, l’Ateneo di Pisa è il secondo in Italia; per il settore della Matematica è il primo italiano e l’ottavo in Europa.

Il premio annuale del nostro Ateneo agli artefici dei suoi meriti è il conferimento dell’ Ordine del Cherubino. La giornata odierna si colloca fra due date rilevanti nella ricerca del nostro scienziato principe, Galileo Galilei. Quel cannocchiale che per la prima volta egli alzò verso il cielo nell’autunno del 1609, gli fece scoprire i satelliti di Giove il 7 gennaio del 1610; ed esso contribuì in modo determinante ai contenuti più originali del suo libro Sidereus Nuncius, che vide la luce il 13 marzo del medesimo 1610: da non molte settimane, quindi, si sono compiuti i quattrocento anni della scoperta e tra una decina di giorni si compiranno i quattrocento della pubblicazione.

Ebbene, con l’augurio e lo stimolo ad affrontare le difficoltà che deve venire dall’esempio galileano di trionfo della scienza sulle cecità del potere, dichiaro aperto ufficialmente l’Anno Accademico 2009-2010 dell’ Università di Pisa, il 666° dalla sua fondazione.


Ultimo aggionamento documento: 04-Mar-2010