Si terrà lunedì 27 e martedì 28 giugno 2011, alla facoltà pisana di Scienze politiche, la due giorni di studio sui temi della detenzione e delle esperienze che ruotano attorno al pianeta carcere, con particolare attenzione ai processi della formazione, organizzata dal dipartimento di Scienze politiche e sociali e dal dottorato di ricerca in Storia e sociologia della modernità dell'Università di Pisa, e dal Polo penitenziario carcerario "Renzo Corticelli".
L'emergenza carcere ha raggiunto ormai anche il nostro Paese: sovraffollamento, suicidi, massiccia presenza di detenuti immigrati, riduzione delle misure alternative, diminuzione della spesa sociale sono soltanto alcuni dei segnali di un mutamento più ampio che coinvolge tutto l'approccio alle politiche detentive, che dall'obiettivo primario della risocializzazione si orientano sempre più verso l'applicazione di dinamiche repressive e verso un aumento conseguente del peso dello stato penale. Una tale situazione richiede una riflessione, un momento di dialogo collettivo che faccia luce sulle pratiche oggi in auge nei sistemi di reclusione – le quali prescindono sempre più dalla garanzia dei diritti costituzionali anche dei detenuti - e soprattutto sugli effetti che tali pratiche comportano per i detenuti stessi.
Il convegno "Il carcere in-formazione: esperienze a confronto" vuole essere un primo tentativo in questa direzione e un appuntamento di "raccolta" delle esperienze maturate negli anni da chi, a livello accademico e sociale, si adopera nel campo della formazione. Per questo motivo operatori penitenziari (tra gli altri, Maria Pia Giuffrida, provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria; Vittorio Cerri, direttore della Casa circondariale "Don Bosco"; Andrea Callaioli, garante per i diritti del detenuto del "Don Bosco"), docenti (Il rettore Mario Augello, la protettrice per il Territorio, Maria Antonella Galanti, il delegato del rettore per il Polo universitario penitenziario, Andrea Borghini, il preside della facoltà di Scienze politiche, Claudio Palazzolo), studiosi delle Università di Pisa, Firenze, Siena, Napoli e Salerno, esperti dell'associazionismo (CESVOT, Associazioni Volontariato Penitenziario Firenze, Controluce Pisa, Antigone Firenze, Arci Libera) e gli stessi studenti-detenuti si incontrano e si confrontano, a partire dalle realtà presenti e attive al Polo universitario di Pisa, per individuare prospettive future, arricchire i progetti comuni, garantire il rispetto della persona e dei suoi diritti costituzionali. Il carcere, allora, non può più essere inteso come il contenitore degli "incorreggibili", ma come uno strumento attivo di civiltà e di miglioramento della società tutta.