Con un’edizione “a distanza” che ha coinvolto più di 300 partecipanti, si è concluso il ciclo di lezioni di “English for Research Publication and Presentation Purposes for PhDs, il corso organizzato dal CLI, il Centro Linguistico d’Ateneo, e tenuto da Joanne Spataro e Andrea Schiffer, che ha la finalità di dare una preparazione linguistica scientificamente alta a tutti i dottorandi del primo anno dell’Università di Pisa. Il corso – fortemente voluto dall’Ateneo pisano – dà la possibilità agli allievi dei programmi di PhD di acquisire strumenti e competenze linguistiche che, unite alla loro ottima preparazione scientifica, li aiuteranno ad affermarsi nel mondo della ricerca, lavorando in team internazionali e potendo condividere i risultati dei loro studi e le loro scoperte con il pubblico più ampio.
“I dottorandi sono stati suddivisi in 10 corsi della durata di 30 ore, 7 tenuti da Joanne Spataro e 3 da Andrea Schiffer, per un totale di circa 300 studenti – racconta la professoressa Silvia Bruti, direttrice del CLI – La percentuale di frequenza è stata molto alta, con soltanto 2 studenti al di sotto dell’80% per la partecipazione alle attività, mentre la totalità ha conseguito il profitto previsto. Siamo molto soddisfatti della riuscita di questa iniziativa”.
L’offerta formativa proposta dal CLI non è finalizzata solamente all’acquisizione delle abilità linguistiche necessarie per la scrittura, la pubblicazione di articoli scientifici in lingua inglese e la partecipazione a convegni, seminari e workshops internazionali. La particolarità del corso è infatti quella di fornire anche “soft skills”, competenze trasversali alla pura conoscenza della lingua inglese, grazie alle quali i ragazzi imparano a lavorare in team, a sviluppare pensiero critico, capacità sociali e creatività, confrontandosi costantemente con dottorandi del proprio settore scientifico e con quelli appartenenti ad altri ambiti disciplinari.
Accompagnati dalla dottoressa Joanne Spataro e dalla dottoressa Andrea Schiffer, i dottorandi imparano a scrivere il loro primo abstract, a confrontarsi con la peer-reviewing e a fare una presentazione dei loro argomenti di ricerca, in cui devono tener conto non solo della chiarezza nell’esposizione, dell’efficacia delle slide, ma anche di postura, gestualità e capacità di coinvolgimento del pubblico insieme alle tecniche di comunicazione online.
“È nostra convinzione che la partecipazione altamente interattiva e coinvolgente del corso sia il valore aggiunto di cui abbiano bisogno i nostri dottorandi provenienti da vari parti del mondo e dell’Italia – commenta Joanne Spataro – Nei nostri corsi imparano ad approcciare il mondo della ricerca scientifica, diventando membri di una comunità accademica internazionale e interculturale. Nonostante l’emergenza Covid ci abbia costretto a svolgere i corsi interamente online, abbiamo constatato che la modalità remota abbia addirittura facilitato e migliorato la frequenza dei corsi soprattutto di quei dottorandi stranieri e dei dottorandi fuori sede. Il corso ERPP si conferma anche quest’anno come percorso formativo alquanto unico (l’Università di Pisa sembra essere l’unico ateneo a livello nazionale a offrire questa formazione a tutti i dottorandi del primo anno), valido (si pone come modello di formazione anche a livello internazionale) e singolare per consentire ai nostri dottorandi di sviluppare quelle competenze specifiche che permetteranno loro di confrontarsi con la comunità accademica internazionale”. Le stesse parole sono state condivise da Andrea Schiffer, molto contenta di far parte di questo progetto ambizioso e stimolante.
Per fare qualche esempio del lavoro compiuto dai dottorandi riportiamo l’esperienza di alcuni di loro.
“Frequentare il corso “English for Research Purposes” è stato davvero utile e piacevole – racconta Clara Grassi, allieva del corso di dottorato in Matematica – Durante le lezioni ho ottenuto indicazioni precise sia per la scrittura di articoli, sia per la preparazione di presentazioni. In particolare, ho trovato molto utili le tecniche di sintesi per rendere un abstract breve e allo stesso tempo chiaro. Inoltre, ho apprezzato la possibilità di applicare personalmente tutte le lezioni teoriche, ricevendo indicazioni dirette su come migliorare. Infine, il corso è stato un vero luogo d’incontro che mi ha permesso di conoscere dottorandi di diversi corsi di studio e di condividere la passione che tutti abbiamo per la ricerca”.
“Trovo che il corso sia stato molto utile e interessante – aggiunge Laura Bussi, allieva del corso di dottorato in Informatica – Imparando l’inglese in semi-autonomia, si finisce quasi sempre per avere delle lacune; il corso mi ha aiutata a colmarne alcune e a capire, d’altra parte, come gestire la scrittura di un articolo scientifico. Anche la parte relativa alla presentazione mi ha dato molti spunti: sulle cattive abitudini da evitare, su come mantenere alta l’attenzione (cosa ancor più importante in questo momento storico!) e su come gestire ritmo e tono di voce. Non è stato solo un corso di inglese, quindi, ma in generale un arricchimento delle competenze richieste a un ricercatore. Infine, la nostra insegnante, Joanne, è stata eccezionale nel coinvolgerci, nello scherzare con noi e nel farci sentire un gruppo. In un periodo in cui si moltiplicano gli impegni online, il rischio che il corso diventasse solo “un’altra serie di seminari da seguire” era molto alto, ma la capacità di coinvolgere e l’entusiasmo di Joanne lo hanno reso un appuntamento che aspettavamo di settimana in settimana. In un primo anno che non è stato certamente facile, ci ha fatti sentire davvero vicini e partecipi”.
“Il corso “English for Research Purposes” mi ha dato l’opportunità di acquisire il processo di scrittura di un articolo scientifico e anche come fare una presentazione di successo nell’ambito di una conferenza – aggiunge Mohammad Babaeifar, allievo del corso di dottorato in Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni – Durante le lezioni ho imparato come organizzare i contenuti e definire i problemi, descrivere le tecniche, dimostrare e riassumere i risultati, rendendo così il mio articolo attraente per i lettori. Mi è piaciuta molto l'atmosfera amichevole e positiva della classe. Indubbiamente, questo deriva dai metodi pratici di insegnamento della nostra insegnante e dalla passione che tutti hanno espresso per l'apprendimento in classe”.
"Sono un medico specializzato in Oncologia Medica e il mio campo di ricerca è lo studio delle resistenze dei tumori polmonari ai nuovi trattamenti immunoterapici - conclude Andrea Sbrana, dottorando in Fisiopatologia Clinica presso il Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica - Ho trovato in questo corso uno slancio a far sì che il mio progetto di ricerca possa essere eccellente. L’aiuto che la professoressa Spataro ci ha dato è stato grandissimo: ci ha permesso di rendere il nostro inglese fluente, grammaticalmente sempre più corretto e simile a quello usato da persone madrelingua, ma soprattutto adatto a far sì che possiamo esporre i nostri progetti di ricerca e condividerli con la comunità scientifica intera. Il corso ERP ha aggiunto un tassello fondamentale e strutturale al percorso dei dottorandi dell’Università di Pisa. Alla professoressa Spataro, sempre eccellente e brillante nel suo lavoro, e a tutti coloro che rendono possibile questo percorso il mio più sentito grazie per permetterci di fare un percorso di ricerca caratterizzato da stimolo all’eccellenza, incoraggiamento all’elevata qualità e invito alla condivisione internazionale".