È scomparsa nella prima mattinata di venerdì 29 aprile la professoressa Carolyn Gianturco, docente di Storia della Musica, fondatrice e per diversi anni coordinatrice del Coro dell'Università di Pisa. Sabato 30 la salma sarà portata alle cappelle della Misericordia in via Pietrasantina, mentre le esequie avranno luogo martedì 3 maggio alle ore 16,00 in San Paolo a Ripa d'Arno.
La professoressa Carolyn Gianturco ha studiato musica e musicologia nelle Università di Marywood, di Rutgers e di Oxford, dove ha completato il suo D. Phil. sotto la guida di Sir Jack Westrup.
Per molti anni ha insegnato Storia della Musica all'Università di Pisa. Nell'anno accademico 1999-2000 ha fondato il Coro dell'Università di Pisa e ne ha mantenuto il coordinamento fino al 2013. Dal 2010 al 2013 le è stato affidato il coordinamento del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale, che nel 2021 è confluito nel Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura dell'Ateneo pisano come Polo Musicale.
Le ricerche della professoressa Gianturco sono state dedicate soprattutto alla persona e alla musica di Alessandro Stradella (1639-82), ma anche alla definizione e la divulgazione dei generi poetico-musicali italiani del Seicento, alla scoperta della musica della Toscana e della sua storia. I risultati delle sue ricerche sono stati presentati in 7 volumi, 4 capitoli, 48 articoli, 165 voci di enclopedie e in 16 volumi di cantate italiane in facsimile. Ha anche curato numerosi volumi di atti di convegni e di edizioni di musica. È stata coautrice del primo catalogo tematico della musica di Stradella ed è stata autrice della prima documentata monografia della vita del compositore con analisi delle sue più di 300 composizioni.
Inoltre ha fondato e diretto la doppia-collana Studi Musicali Toscani. Ricerche e cataloghi, 13 voll. e Studi Musicali Toscani. Musiche, 4 voll. È stata presidente dell'Edizione Nazionale dell'Opera Omnia di Alessandro Stradella, un progetto di 42 voll. istituito nel 2000 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La professoressa Carolyn Gianturco è stata fondatrice e presidente dell'Associazione Toscana per la Ricerca delle Fonti Musicali, presidente della Società Italiana di Musicologia e vicepresidente della Società Internazionale di Musicologia.
----------------------------------
In ricordo di Carolyn Gianturco
di Stefano Barandoni
Maestro direttore del Coro dell’Università di Pisa
La notizia della scomparsa di Carolyn Gianturco mi ha profondamente commosso e inondato la mente di tanti ricordi e immagini, anche se, purtroppo, lo stato di salute di Carolyn in queste ultime settimane lasciava ben poca speranza di ripresa.
La mia conoscenza con la professoressa Gianturco risale al novembre del 1982, quando, matricola della Facoltà di Lettere e indeciso se seguire il corso di Archeologia – altra mia passione giovanile – o il corso di Musicologia, optai per la seconda, non solo perché meglio si accordava con i miei contemporanei studi conservatoriali, ma anche per l’entusiasmo che la professoressa mi trasmise sin dalla lezione di presentazione del corso: La musica nel periodo barocco, periodo del quale scoprii dopo essere una delle maggiori studiose al mondo. Frequentai così tutti i corsi e i seminari previsti per la Laurea in Storia della musica fino alla discussione della tesi, di cui naturalmente Carolyn Gianturco fu la prima relatrice. Nei mei anni da studente, ho potuto apprezzare le sue grandi capacità didattiche e in particolare il suo intento di guidarci sin dai primi anni verso una ricerca storico-musicale condotta con rigore scientifico e attenzione all’analisi diretta delle fonti: la frequentazione di archivi e biblioteche musicali andava di pari passo con i seminati su ascolto e analisi di composizioni musicali delle varie epoche.
L’interesse di Carolyn Gianturco per la riscoperta e la valorizzazione della musica toscana, la portò a fondare a Pisa, presso il Dipartimento di Studi Italianistici, di cui faceva parte la sua Sezione di Storia della Musica, l’A.T.Mus. (Associazione Toscana per la Ricerca delle Fonti Musicali): da allora la sua attività si allargò all’organizzazione di corsi per schedatori musicali, censimenti, inventariazioni, catalogazioni di musiche sepolte negli archivi della Toscana, convegni e concerti. Anche io fui convolto per l’inventariazione e la catalogazione dell’archivio musicale dei Cavalieri di Santo Stefano, cui seguirono mostre, concerti e pubblicazione del catalogo nella collana “Studi Musicali Toscani”, altra creazione della professoressa Gianturco.
E tutto questo mentre ricopriva cariche apicali presso la Società Italiana di Musicologia e la International Musicological Society e proseguiva gli studi sul barocco italiano e in particolare su Alessandro Stradella, del quale – come Presidente della commissione scientifica della Edizione Nazionale dell’opera omnia di Alessandro Stradella, istituita dal Ministero della Cultura – ha curato dal 2000 fino a pochi mesi fa la pubblicazione delle opere, dopo avergli dedicato un’importante monografia nel 2007.
Ma nei pensieri della professoressa c’era anche un altro progetto: un coro universitario istituito dall’Ateneo per gli studenti e aperto anche ai giovani laureati e al personale docente e tecnico amministrativo dell’Università. Un’idea certamente ambiziosa e di difficile realizzazione, data anche la sua novità nel panorama universitario italiano. Quando, nell’autunno 1998, Carolyn mi propose di assumere la direzione del coro universitario, se mai fosse stato costituito, diedi la mia disponibilità ma, in cuor mio, non nutrivo grandi speranze sulla sua realizzazione. Dopo alcuni mesi invece giunse al Dipartimento una lettera del Magnifico Rettore Luciano Modica in cui il progetto risultava approvato, ponendosi così le basi perché dall’anno accademico 1999/2000 il Coro dell’Università di Pisa potesse costituirsi. Da allora sono passati ben ventidue anni accademici e non si contano le centinaia di studenti che in tutti questi anni hanno trovato in questa offerta formativa un mezzo efficace per accostarsi all’arte musicale e vivere in modo del tutto speciale i loro anni universitari a Pisa.
Dalla sua fondazione, sino a tutto il 2013, Carolyn Gianturco ha svolto con slancio e competenza il ruolo di responsabile del Coro e poi, dal 2010, del Centro per la Diffusione della Cultura e della Pratica Musicale, che aveva riunito in un’unica struttura il Coro e l’Orchestra dell’Università. In tutti questi anni mi è sempre stata vicina con competenza, simpatia, amicizia e anche fermezza nel portare avanti le battaglie per la causa della musica, prendendo talvolta posizioni anche un po’ radicali, profondamente convinta che la musica non meritasse facili compromessi! Era sempre presente ai concerti del Coro e dell’Orchestra, che presentava con particolare orgoglio, e amava molto intrattenersi e stringere rapporti coi coristi, specie in occasione delle numerose trasferte fuori sede. Cessato il suo incarico, ha sempre continuato a seguire l’attività del “suo amato Coro” al quale ha dedicato, in occasione della celebrazione del ventennale, questo pensiero:
"sia per i coristi come per tutta l’Università, insieme al grande pubblico, il risultato principale di tutti questi anni è stato GIOIA: quella per nostro il compito fatto bene e con cuore e per i suoni meravigliosi che hanno riempito le anime di tutti gli ascoltatori nelle chiese e nei teatri d’Italia e all’estero".
Grazie a Carolyn per la passione e per la GIOIA, che col suo sorriso, ci ha trasmesso in tutti questi anni. Il Coro, già duramente colpito per la scomparsa di Maria Antonella Galanti e di Giancarlo Dell’Amico, proprio in questi giorni sta ultimando la preparazione del concerto DANTE. L’ALTRE STELLE, che si terrà i prossimi 14 e 15 maggio. Dal palcoscenico del Teatro Verdi la penseremo al centro della platea, dove ci ha sempre tributato i suoi scroscianti applausi fino all’ultimo concerto del 15 dicembre scorso!
-----------------------------------
In ricordo di Carolyn Gianturco
di Sandra Lischi
Componente del Coro dell'Università di Pisa
Sono entrata nel Coro dell’Università nell’autunno 2004. Si preparava il Requiem di Mozart, che avremmo eseguito nel giugno 2005 in Duomo. Accanto al Maestro Barandoni c’era Carolyn Gianturco, che avevo conosciuto in precedenza come collega, docente di musica nel nostro Ateneo. Ho subito pensato a lei, nel Coro, come a una regista. Prima di ogni concerto, si aggirava nello spazio delle prove e della futura esecuzione per saggiare le voci e il risultato d’insieme dagli angoli anche più remoti; ma in quelle occasioni era attesa e temuta quando passava in rassegna il nostro esteso e variegato raggruppamento con occhio vigile e implacabile, e con quel suo accento particolare ci ammoniva su tutto: la postura, il modo di tenere lo spartito, il foulard messo male e la congruenza o meno delle divise, l’aspetto generale. Per lei il Coro doveva essere bravo, ma anche bello nell’immagine d’insieme che dava di sé. Lo spazio del suono era importante come quello dell’immagine: un’immagine luminosa, composta, decorosa, sorridente, per esprimere al meglio la gioia del canto, seppur con le ansie e le trepidazioni che ci angustiavano prima di ogni concerto.
Del resto, così era Carolyn, con la sua eleganza non convenzionale, i suoi capelli cortissimi, i suoi colori e il suo sorriso. Un po’ regista, certo, nel Coro (e regista e sceneggiatrice del grande progetto di costruzione del Coro stesso, che senza di lei non sarebbe esistito); ma anche un poco artista, con quel tocco estroso, con la curiosità e l’attenzione verso ogni espressione della cultura e della creatività. Inventiva anche nel superare l’impostazione prevalentemente teorica dell’accademia italiana, in cui aveva portato non poco del pragmatismo anglosassone: studiare, certo, ma anche fare, costruire, esprimersi in modi non necessariamente libreschi, creare forme di socialità nell’ambiente di studio. Quindi da un lato la competenza musicale, il rigore nella progettazione, col Maestro, del repertorio, la spinta alla serietà nello studio e nell’interpretazione della musica, nella sua esecuzione da parte nostra, nella presentazione al pubblico cittadino; dall’altro la leggerezza estrosa ed elegante di una presenza disponibile e curiosa, per cui arte e cultura si allargavano alla vita e alla collettività.
Fu bella anche l’esperienza di un laboratorio offerto al Coro, nel 2007 (con Colin Baldy, un docente inglese) sulle tecniche del canto: serbo ancora i disegni, gli schemi relativi all’anatomia, gli appunti sulla respirazione e i divertenti e preziosi consigli sugli esercizi, tuttora utili. Esperienze di arricchimento e di crescita, mentre il Coro stesso cresceva e si arricchiva, diventando la grande comunità che è adesso.
Che bella avventura hai saputo immaginare e costruire e donare, cara Carolyn.
Sapremo portarti con noi.
----------------------------------
In ricordo di Carolyn Gianturco
di Maria Letizia Gualandi
Responsabile del Polo Musicale ‘Maria Antonella Galanti’
Io non ho ricordi diretti della professoressa Gianturco: non sono stata una sua allieva e sono entrata nel Coro solo nel 2018, quando Carolyn era in pensione e la responsabile scientifica del Polo musicale era Maria Antonella Galanti, scomparsa anche lei da meno di un anno. Allora mi è sembrato giusto ricordare Carolyn attraverso le parole di alcuni dei tanti coristi che in queste ore hanno riempito le chat del Coro.
IRIS – Pensando alla professoressa Gianturco mi vengono alle labbra queste parole:
... Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra ...
PAOLA – I capelli rosso fuoco, il carattere, il sorriso; elegante e raffinata, musica lei stessa. Grazie alla professoressa Gianturco, il coro ha seminato nell’animo di centinaia di giovani tanta educazione alla musica, unione d’intenti, sorrisi festosi, esperienze irripetibili... e anche amori bellissimi!
ELISA – La professoressa Gianturco ci sosteneva con il suo sorriso gentile e sincero. Ricordo che, in occasione del suo pensionamento, cantammo una composizione le cui parole erano state scritte da me, Sarah e Marianna, con la musica di Luca. Non era un capolavoro – lo ammetto – ma esprimeva tutto l’affetto che nutrivamo per una professoressa e donna eccezionale.
DANIELA – Carolyn era appassionata, ma nello stesso tempo razionale e concreta.
ANNITA – Il suo sorriso, i suoi vestiti floreali che hanno accompagnato i primi passi del nostro amato coro; scorrono davanti ai miei occhi tante immagini e sensazioni. Carolyn era Carolyn.
MARINA – Cara Carolyn! Noi coristi siamo sue creature, dobbiamo a lei l’esistenza del nostro coro e della nostra amicizia. Me la ricordo quando combatteva nei Consigli di Facoltà per raccogliere le firme necessarie a istituire un coro universitario: erano tutti perplessi e dubbiosi per quella ‘strana’ richiesta. Finalmente arrivò chi credeva in lei, il Magnifico rettore Luciano Modica, anche lui scomparso di recente, e la nostra avventura ebbe inizio. Grazie Carolyn per gli anni di musica che ci hai donato.
LAURA – Carolyn era una persona gentile e sorridente, attenta e accogliente con ciascuno di noi: ci salutava personalmente, si congratulava se veniva a conoscenza di qualche nostro successo, condivideva fino in fondo con noi le emozioni di ogni concerto: la prova generale (la ricordo in prima fila, mentre ci guardava cantare attentissima e così partecipe che ti sembrava di averla sul palco al tuo fianco), l’attesa dell’inizio e il trionfo finale.
MARIA CRISTINA – Un gran sorriso e una personalità colorata come i suoi abiti.
ARTHUR – Per noi ‘vecchi’ è stata una presenza-guida formidabile per molti anni. Come tutti i veri intellettuali, portava la propria erudizione con leggerezza e senza spocchia, se così posso dire! Farewell Carolyn! You done good!
LUCIA – Di Carolyn ho ricordi lontani... Il suo corso universitario di Storia della musica sull’epoca barocca è quello che di tutti mi è rimasto più impresso... e anche la sua fissazione su Stradella, che le ho rammentato proprio in tempi recenti. Che donna!
FABRIZIO – Quando facevo Lettere non potei frequentare i corsi della professoressa Gianturco. Siccome però la bibliotecaria mi conosceva e mi faceva entrare liberamente nelle stanze del Dipartimento di Italiano per consultare i libri lì raccolti, mi imbattei per caso negli scaffali di musica, una biblioteca ricchissima. E da quel giorno non c’era settimana che non passassi interi pomeriggi, seduto a terra, a leggere di tutto: riviste, saggi sul canto barocco e romantico, monografie su cantanti e musicisti raccolti grazie alla lungimiranza della professoressa Gianturco.