Con il loro progetto hanno ricreato un disegno compositivo ormai cancellato dal tempo, reintroducendo piante scomparse negli anni e inserendo nuove essenze e motivi ornamentali in grado di valorizzare le varie aree del giardino. È stata una vera esperienza sul campo quella vissuta dagli studenti del corso di "Analisi, recupero e valorizzazione del giardino storico" attivato all'Università di Pisa all'interno del corso di laurea magistrale "Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio", che li ha coinvolti in un concorso mirato alla presentazione di progetti per il recupero del giardino di Villa Sismondi in Valchiusa (Pescia).
Tra i vari elaborati presentati, è stato dichiarato vincitore quello del gruppo di studenti composto da Irene Bernardi, Massimo Mirabile e Lorenzo Simonetti, per la particolare originalità della proposta progettuale. In riconoscimento della qualità del loro lavoro, l'Associazione di Studi Sismondiani ha disposto l'erogazione di un premio, consistente in un buono per l'acquisto di libri sul tema del giardino storico. La commissione giudicatrice, composta da Lucia Tomasi Tongiorgi, delegata del rettore per le iniziative culturali, Anna Maria Pult Quaglia, vicepresidente dell'Associazione di Studi Sismondiani, Giacomo Lorenzini e Galileo Magnani, professori dell'Università di Pisa, ha unanimemente ritenuto degni di menzione tutti gli elaborati presentati.
La villa in Valdichiusa con l'annesso podere fu acquisita a fine Settecento da Sismonde de Sismondi, economista e colto studioso di storia e letteratura, discendente di una famiglia nobile originaria di Pisa, citata anche nella Divina Commedia di Dante. Sismondi scelse la villa come sua abitazione e qui si dedicò alla coltivazione e allo studio di tecniche agricole che lo portarono poi alla stesura del "Tableau de l'agriculture toscane" pubblicato a Ginevra nel 1801. In origine l'area riservata al giardino era molto ridotta e fu a metà Ottocento che i discendenti di Sismondi decisero di ampliarlo e arredarlo con specie esotiche imposte dalla moda del tempo, come magnolie, palme, camelie e bamboo. Negli anni il giardino è stato lentamente abbandonato ed oggi non risulta più avere uno stile compositivo ben determinato.
Tra gli elementi innovativi del progetto risultato vincitore, c'è l'introduzione lungo la scalinata centrale di un bersò ornato dalla Clematis; inoltre sono stati reintrodotti gli agrumi sul lato nord, ridossati alla parete, al riparo dalla tramontana. Le due palme da datteri a fianco della scalinata centrale danno slancio alla facciata della villa e riprendono uno stilema in voga all'inizio Novecento. In questa ottica rientra anche il roseto che fiancheggia la doppia gradinata. Come motivo ornamentale è stato introdotto il colore dato dal fogliame e dalla fioritura di Lavanda, Teucrium, Weigelia e Abelia.