Sarà un'indagine trasparente e capillare, che coinvolgerà direttamente gli oltre 57 mila docenti degli atenei italiani e i quasi 8 mila ricercatori e tecnici degli enti di ricerca, sottoponendo a giudizio più di 216 mila "prodotti". Con la registrazione del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione sul sito dell'Agenzia (www.anvur.org/) il 7 novembre scorso del Bando ufficiale, è stato dato il via al percorso di Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) per il periodo 2004-2010, una delle sfide decisive per dare piena credibilità al sistema universitario italiano sulla strada della valorizzazione del merito.
Il progetto è affidato all'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, al cui interno opera il professor Andrea Bonaccorsi, docente di Ingegneria gestionale all'Università di Pisa e tra i principali esperti di analisi di efficienza del sistema pubblico della ricerca. Il professor Bonaccorsi è uno dei sette membri del Consiglio direttivo dell'ANVUR e vice coordinatore delle attività Vqr 2004-2010. A lui abbiamo chiesto di sintetizzare gli aspetti centrali dell'attività di valutazione.
Professor Bonaccorsi, partiamo dalla fine. Le dimissioni del Governo bloccheranno la Valutazione della ricerca? E se dovesse essere sciolto il Parlamento?
Per fortuna no. L'Agenzia è stata creata con un Decreto del Presidente della Repubblica e quindi ha una vita che va oltre non solo i singoli governi, ma anche le legislature. Dunque anche nella infelice ipotesi di uno scioglimento delle Camere proseguirebbe la sua attività. La VQR inoltre è stata aperta con un Decreto del Ministro che è stato approvato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre scorso e prosegue quindi senza interruzioni. Il 7 novembre abbiamo pubblicato il Bando, e da quello stesso giorno tutti gli atenei e gli enti di ricerca si sono messi in moto.
Quali sono i precedenti nel nostro Paese in tema di valutazione della ricerca?
Il primo esperimento nazionale di Valutazione triennale della ricerca ha riguardato gli anni 2001-2003 ed è stato affidato al CIVR, il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Il processo, su base volontaria, è partito nel marzo del 2004 e si è concluso due anni dopo. I risultati sono stati utilizzati per distribuire la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario negli anni dal 2006 al 2011, prima come semplice fattore correttivo del parametro di potenzialità di ricerca; poi, dal 2009, come percentuale da pesare all'interno della ricerca.
Più recente è invece la costituzione dell'ANVUR, anche se il suo cammino è stato piuttosto travagliato...
Sì, l'ANVUR è stata istituita con la legge numero 286 del 2006, ma il suo regolamento è stato emanato solo nel 2010 e il suo Consiglio direttivo è stato nominato a febbraio di quest'anno. La sua vicenda, pertanto, si è intrecciata con quella legata alla programmazione dell'attività di Valutazione della ricerca, prima prevista per il quinquennio 2004-2008 e affidata al CIVR e poi estesa fino al 2010 e affidata all'ANVUR.
Il 12 luglio 2011 è stato finalmente firmato il decreto ministeriale che affida all'ANVUR la Valutazione della qualità della ricerca per il periodo 2004-2010.
In attesa del vaglio del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti, avevate già programmato e messo in atto delle azioni concrete?
Certamente, anche perché l'orientamento seguito all'interno dell'Agenzia ha inteso predisporre tutto ciò che era possibile a livello organizzativo, in modo da essere immediatamente operativi subito dopo il via libera ufficiale. Per esempio, abbiamo nominato i 14 presidenti dei Gruppi di esperti della valutazione, i GEV, che costituiranno l'organismo di base del processo valutativo, prima dell'approvazione del Decreto! Potevamo farlo, nominandoli come nostri esperti di valutazione. I presidenti si sono messi subito al lavoro per preparare i Criteri di valutazione, che potranno differire tra i vari settori scientifici.
Quali saranno, dunque, le strutture, i soggetti e i "prodotti" sottoposti a valutazione?
Per quanto riguarda le strutture, in prima battuta saranno interessate le università statali e quelle non statali autorizzate a rilasciare titoli accademici: in totale sono 95, comprese quelle telematiche. In seconda battuta, gli enti di ricerca pubblici vigilati dal MIUR, tra i quali ci sono anche CNR e INFN. Infine, altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca e che sono stati coinvolti su loro richiesta e dietro copertura delle spese.
I soggetti monitorati comprenderanno i professori ordinari e associati; i ricercatori universitari, a tempo indeterminato e determinato; gli assistenti universitari.
Per "prodotto" della ricerca si intende una pluralità di documenti, che spaziano dagli articoli su riviste ai libri e loro capitoli, inclusi atti di congressi, nonché edizioni critiche, traduzioni e commenti scientifici. Vi rientrano i brevetti depositati, così come più in generale le composizioni, disegni, design, performance, mostre ed esposizioni organizzate, manufatti, prototipi e opere d'arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche, esclusivamente se corredati da pubblicazioni atte a consentirne adeguata valutazione.
Quali saranno gli step e i tempi di attuazione del processo?
Il percorso della valutazione sarà assolutamente trasparente e scandito da tempi contingentati, perché l'obiettivo è di completare l'intero iter in poco più di un anno.
Più in dettaglio, saranno queste le fasi del processo: le università certificheranno gli elenchi dei soggetti da valutare, predisposti dal CINECA sulla base delle banche dati del MIUR; i singoli professori, ricercatori e assistenti caricheranno quindi la propria lista di "prodotti" della ricerca; le università selezioneranno tre "prodotti" per ognuno e li trasmetteranno ai GEV; i Gruppi, composti da 450 studiosi di elevata qualificazione suddivisi all'interno delle 14 aree disciplinari sottoposte alla valutazione, procederanno con la valutazione e successivamente la integreranno con altri indicatori di qualità; dopo aver ricevuto il rapporto conclusivo dei GEV, l'ANVUR predisporrà la relazione finale VQR 2004-2010.
Come sarà articolata questa relazione?
La valutazione finale comprenderà quattro aspetti. Ci sarà una valutazione per aree disciplinari; una per strutture, che riguarderà le singole università e i singoli centri di ricerca; una per dipartimenti, analizzati sia nell'attuale configurazione che in quella che scaturirà dopo le modifiche in atto degli Statuti universitari; una, infine, per attività di trasferimento tecnologico, e quindi per brevetti e spin-off, e per altre attività di impatto sulla società, come la gestione di beni culturali museali e archeologici. La valutazione della terza missione sarà però separata dalla valutazione della qualità della ricerca, perché si tratta di missioni diverse, anche se complementari.
A cosa servirà tutta questa mole di lavoro e di dati?
Innanzitutto, avremo a disposizione un quadro complessivo, affidabile e aggiornato, sulla cui base il Ministero potrà procedere alla distribuzione del Fondo di finanziamento ordinario, con l'obiettivo di essere pronti a partire dal 2013. In secondo luogo, metteremo a disposizione degli atenei uno strumento fondamentale per le loro politiche di programmazione, perché in grado di identificare i settori di punta e le aree di debolezza all'interno di ogni singolo ateneo. Infine, puntiamo a far emergere il potenziale di ricerca del nostro Paese, che viene troppo spesso oscurato da pratiche accademiche, modi di gestione e singoli episodi che rischiano di fornire una immagine riduttiva alla società italiana e al mondo.