Si chiama RUBICON ed è un robot capace di dare assistenza ad anziani e disabili dopo averne imparato le abitudini di vita. Un team di ricercatori del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, coordinati da Stefano Chessa e Alessio Micheli, è partner di un progetto di ricerca europeo finanziato con 2,5 milioni di euro che ha l'obiettivo di unire dispositivi robotici e reti di sensori in un sistema capace di interagire con l'ambiente circostante. Della ricerca, il cui capofila in Europa è l'Università di Dublino, fanno parte anche l'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione "A. Faedo" (ISTI) del CNR, la Fondazione Stella Maris, la Örebro University (Svezia), la University of Ulster (Nord Irlanda), due aziende spagnole di componenti robotici (Tecnalia e Robotnik) e l'azienda irlandese Pintail Ltd.
L'idea che sta alla base del progetto RUBICON (Robotic UBIQuitous COgnitive Network) è progettare robot in grado di apprendere le caratteristiche dell'ambiente e della qualità di vita della persona da assistere tramite una rete di sensori installati in casa. RUBICON è infatti un misto di "intelligenza" ambientale e robotica, una sorta di "cervello artificiale pervasivo" che fa parte dell'ambiente ed è capace di apprendere dall'ambiente stesso ciò che avviene e di comandare i robot di conseguenza. I sensori acquisiscono le informazioni, memorizzano un modello di abitudini ritagliato sulla persona specifica a cui portare assistenza e lo trasmettono ai robot.
I ricercatori spiegano che, con questa tecnologia, sarà possibile abbinare un evento a un comportamento specifico dei robot. Per fare un esempio, se RUBICON capisce che la persona ha l'abitudine di alzarsi tutte le mattine alle sette, il sistema attiva i robot a quell'ora può per portare le pantofole e assistere il soggetto specifico. Il vantaggio è che, se col tempo le abitudini cambiano, RUBICON è in grado di adattarsi autonomamente alle condizioni ambientali mutate, senza bisogno di essere riprogrammato.
Il team di ricerca dell'Università di Pisa, che include i gruppi di reti wireless e di intelligenza computazionale, è composto da 6 persone tra professori, ricercatori, assegnisti di ricerca e collaboratori, e ha lavorato negli ultimi sei mesi per definire il progetto che adesso passerà alla fase più operativa. RUBICON arriverà, infatti, a test di prototipi legati a scenari applicativi con una sperimentazione di sei mesi all'ospedale della Stella Maris e, parallelamente, in un living lab dell'azienda Tecnalia a Bilbao. Nel primo caso è previsto l'utilizzo del robot per il trasporto di materiale ospedaliero: i sensori ambientali dovranno essere addestrati a memorizzare dati utili a comprendere e disegnare il percorso per arrivare ai degenti. Il laboratorio spagnolo, invece, riprodurrà l'ambiente di un appartamento dove attori simuleranno azioni quotidiane sotto l'osservazione di sensori. Al suo lato sarà attrezzata una sala regia, dove i ricercatori potranno elaborare i dati, osservando i robot e la loro interazione con le persone.
Lo sviluppo di questa tecnologia apre nuove prospettive per il futuro: la sfida è riuscire a progettare sistemi che, in virtù della loro capacità di adattarsi alle persone, siano in grado di capire quello di cui hanno veramente bisogno, portando assistenza dove e quando serve, compatibilmente con la sensibilità del soggetto assistito, imparando a interagire con lui in maniera discreta e non invasiva.