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L’Università di Pisa al top in Italia secondo l’ARWU di Shanghai

L’Ateneo pisano si conferma ai primissimi posti della classifica nazionale, ma per la prima volta il nostro Paese non ha rappresentanti tra i primi 150 al mondo

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L'Università di Pisa continua a essere, insieme a quelle di Bologna, Milano, Padova, Roma "La Sapienza" e Torino, la migliore in Italia secondo il prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/) elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai per il 2014. Pisa e Roma fanno un passo indietro rispetto allo scorso anno, scendendo tra il 151° e il 200° posto, dove si collocano Milano e Padova, che confermano il risultato del 2013, e Bologna e Torino, che salgono invece di un gradino. Più in basso si piazzano l'Università di Firenze e il Politecnico di Milano, posizionate tra il 201° e il 300° posto. Altri 13 atenei sono tra il 301° e il 500° posto.

L'Università di Pisa ottiene risultati lusinghieri per quanto riguarda il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, dove si piazza tra il 101° e il 150° posto al mondo, e i campi disciplinari della Matematica, in cui è prima in Italia e tra il 76° e il 100° posto al mondo, e della Fisica, dove è tra il 101° e il 150° posto generale.

Come al solito, a primeggiare nella classifica di Shanghai sono le università degli Stati Uniti, con 146 tra le prime 500, seguite dalla Cina (44), dalla Germania (39) e dal Regno Unito (38). Con 21 atenei tra i primi 500, l'Italia vede aumentare di due unità il suo contingente, posizionandosi sullo stesso livello di Francia e Canada. Per la prima volta, tuttavia, il nostro Paese non ha rappresentanti tra le prime 150 posizioni al mondo, mentre gli Stati Uniti ne hanno 52 tra i primi 100, il Regno Unito 8, Canada, Francia e Germania 4 ciascuna.

"Il ranking di Shanghai – ha commentato il rettore Massimo Augello – può essere letto in una duplice chiave. In campo nazionale, l'Università di Pisa conferma di essere ai primissimi posti della graduatoria e ribadisce la tradizione e la vitalità di alcuni suoi settori di punta, a partire da quelli delle Scienze naturali, della Matematica e della Fisica. A livello generale, la classifica è frutto di un panorama internazionale sempre più dinamico e globalizzato, in cui si affacciano nuove realtà e guadagnano posizioni le università dei Paesi che continuano a investire nel settore. In questo quadro, l'Italia mantiene una buona qualità media – con 21 atenei tra i primi 500 – ma perde progressivamente le sue punte di eccellenza, considerando che in poco più di un decennio siamo usciti dalle prime 100 e ora anche dalle prime 150 posizioni al mondo. A mio parere, questa situazione è l'inevitabile conseguenza dei continui tagli al finanziamento del sistema universitario e del blocco del turn over di personale. Al tempo stesso, essa riflette lo stato complessivo del Paese, in cui si fa fatica a individuare e valorizzare i settori che possono davvero contribuire al rilancio della nostra economia e porre le basi per un solido sviluppo futuro. Certamente tra questi settori vi è quello dell'università e della ricerca."

16-08-2014

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