Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Empatia: l'uomo vince sempre?

I risultati dello studio del team di ricercatori del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pubblicati sulla rivista PeerJ

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Google Plus

Chi non è mai stato contagiato almeno una volta dallo sbadiglio di un'altra persona? L'uomo e il bonobo sono ad oggi le uniche due specie nelle quali è stato dimostrato che il contagio di sbadiglio segue un gradiente empatico ed è più frequente tra gli individui che condividono uno stretto legame emotivo, come amici e parenti. Ma un nuovo elemento di discussione è dato dallo studio di un team di ricercatori del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa - Elisabetta Palagi, Ivan Norscia ed Elisa Demuru - che ha paragonato le due specie. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica PeerJ (https://peerj.com/articles/519/), ha messo in luce che una stretta relazione tra gli individui è il fattore più importante nel determinare la risposta empatica e che l'uomo "vince" sul bonobo solo quando sono implicati legami forti, ma questa differenza si annulla quando sono coinvolte relazioni deboli.

I ricercatori hanno osservato entrambe le specie nelle loro attività quotidiane e in particolare hanno confrontato due caratteristiche del contagio, ovvero la frequenza e la velocità di trasmissione degli sbadigli da un individuo all'altro. Il risultato è che l'uomo risponde più frequentemente e più velocemente del bonobo solo quando sono coinvolti amici e parenti, probabilmente perché le forti relazioni umane sono caratterizzate da un sofisticato sistema emotivo in cui si intrecciano processi cognitivi, memoria e ricordi. In questo caso, il circuito positivo che si instaura tra l'affinità emotiva e il meccanismo percezione-azione sembra essere più forte negli uomini che nei bonobo

In sintesi, questo studio suggerisce che i differenti livelli di contagio emotivo tra uomo e bonobo sono attribuibili alla qualità delle relazioni tra gli individui. "Ma quando la complessità dei legami sociali, tipica degli uomini, non è in gioco - spiega Elisabetta Palagi - l'uomo scende dal "podio empatico" per ritornare sul gradino che condividiamo con i nostri cugini più prossimi: le grandi scimmie antropomorfe".

25-08-2014

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa