Il 16 e 17 dicembre il dipartimento di Diritto Privato "Ugo Natoli" dell'Università di Pisa organizza un convegno di studi dal titolo "Vicende del particolarismo giuridico dall'Unità ad oggi". La prima giornata si svolgerà nell'Auditorium di Palazzo Blu a partire dalle ore 9, mentre i lavori del 17 dicembre saranno ospitati nell'Aula magna storica del Palazzo della Sapienza dalle ore 9.30.
Il convegno, che è la naturale prosecuzione di quello organizzato dal dipartimento nel 2001 sul tema delle fonti, intende declinare le forme in cui oggi si articola e si invera il particolarismo giuridico all'interno delle diverse aree culturali privatistiche (diritto privato generale, diritto agrario, diritto del lavoro), raffrontandole con la dimensione che il particolarismo ha assunto nella storia delle idee giuridiche. Infatti, nonostante un sistema delle fonti apparentemente statico e centralistico, i 150 anni dall'Unità d'Italia ad oggi sono percorsi, nei vari settori dell'ordinamento giuridico, da fermenti "particolaristici" che si muovono a mo' di fiumi carsici sotto la superficie e sono destinati a riaffiorare in alcuni tornanti della storia in cui si segnalano nuove esigenze regolative.
Si tratta talvolta di abbozzi di idee o di filoni di valenza solo culturale, oppure di nuove prospettive di regolazione dei rapporti sociali specificamente tradotte in riforme legislative (si pensi anche solo alla modifica dell'art. 117 Cost. che riarticola in modo nuovo i rapporti tra le fonti, centrali e locali, di produzione delle leggi o alle nuove prospettive di unificazione e standardizzazione delle regole giuridiche che derivano dall'ordinamento europeo). Il convegno intende riflettere su questi fermenti attraverso un dibattito a più voci, che consenta di cogliere, nell'ambito delle discipline privatistiche, le nuove intonazioni del particolarismo giuridico.
Per "particolarismo giuridico" – la definizione è di Giovanni Tarello – si intende «la mancanza di unitarietà e di coerenza dell'insieme di leggi vigenti in una data sfera spazio-temporale, individuata in seguito ad un giudizio di valore secondo il quale in quella stessa sfera vi "dovrebbe" essere, o "ci si aspetterebbe" vi fosse, unità e coerenza di leggi». L'espressione contrappone una disciplina normativa erratica e multiforme al grande sviluppo della codificazione che a cavallo fra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo ha favorito lo sviluppo dell'economia di mercato. Attraverso la codificazione non si è realizzato solo un processo di semplificazione delle regole, ma le si è universalizzate sia sul piano oggettivo sia, soprattutto, su quello soggettivo, procedendo alla fondamentale unificazione del soggetto di diritto. Anche il codice civile italiano di pochi anni successivo all'Unità – e ricalcato su quello napoleonico – è ascrivibile, in misura rilevante, a questo grandioso processo storico.