Di scontri di civiltà si tende oggi sempre più a parlare quando si guarda alla situazione del vicino Oriente dove l'Islamismo più radicale sta creando fratture e baratri che paiono incolmabili. Eppure, neanche nei casi più estremi, è possibile esprimere giudizi univoci: la nozione di scontro di civiltà è delle più complesse e molteplici sono i fattori che contribuiscono a determinare i conflitti, da quelli economici, a quelli religiosi, a quelli politici, a quelli latamente culturali. Nei giorni 4 e 5 dicembre il corso di dottorato in Storia dell'Università di Pisa ha deciso di dedicare a tale tematica l'incontro inaugurale dei propri lavori nel nuovo anno accademico, intitolato "Scontri di civiltà. Lepanto tra le guerre puniche e Kobane".
L'apertura, prevista alle ore 15 di giovedì 4 dicembre nell'Aula 1 del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, sarà affidata alla lectio magistralis di Alessandro Barbero dell'Università del Piemonte Orientale, autore qualche anno fa di un best seller su Lepanto. Della battaglia navale che nel 1571 vide la flotta cristiana vittoriosa su quella ottomana, lo studioso indagherà la dimensione mitica che si venne rapidamente a creare intorno ad essa a fronte delle reali dinamiche che la caratterizzarono e degli eventi che la seguirono. Un modo questo per uscire da visioni preconcette che non hanno mai facilitato la comprensione storica.
Un altro momento importante dell'incontro sarà rappresentato dall'intervento di due giovani studiosi, Francesca Zaccaro e Fabrizio Filioli Uranio, formatisi all'interno del dottorato pisano, che illustreranno un manoscritto inedito da loro rinvenuto nell'Archivio Segreto Vaticano. Nel testo la battaglia di Lepanto viene confrontata con quella ben più antica del capo Ecnomo (256 a.C.), che si svolse nell'ambito delle guerre puniche. Entrambe le battaglie del resto hanno varcato frontiere spaziali, geografiche e mentali mettendo in discussione equilibri e limites su un Mediterraneo quanto mai liquido e policentrico, area non solo di scontri di civiltà, ma anche di incontri, la cui dialettica di continuità e discontinuità resta un patrimonio storiografico su cui riflettere.
Nella mattinata di venerdì 5 dicembre l'incontro sarà chiuso dagli interventi di Bjorn Forsen dell'Università di Helsinki, che tratterà di aspetti poco noti della tardo-seicentesca guerra di Morea tra Repubblica di Venezia e impero ottomano, e del coordinatore del dottorato pisano, Giovanni Salmeri, che richiamerà l'attenzione su assedi "infiniti" del tipo di quello di Kobane che hanno da sempre caratterizzato la storia del Vicino Oriente rendendola anch'essi quant'altre mai intricata e di complessa interpretazione.