Il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica annuncia con profonda commozione la scomparsa della collega Cinzia Biagiotti, ricercatrice di Lingue e Letterature Anglo-americane all'interno dell'Ateneo di Pisa.
Nata a Grosseto nel 1956, la professoressa Biagiotti si era laureata nel 1981 in Lingue e Letterature Straniere presso l'omonima Facoltà dell'Università di Pisa e aveva quindi conseguito il titolo di Dottore di Ricerca presso l'Università degli Studi di Firenze. Dopo un periodo di insegnamento negli istituti di istruzione superiore, era stata docente d'italiano alla University of Maryland e alla University of California Davis. Ricercatrice dal 1994, era stata titolare dell'insegnamento di Lingue e Letterature Anglo-americane nei corsi magistrali della sua Facoltà d'origine e più di recente nel Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.
La sua attività scientifica, inizialmente indirizzata allo studio della tradizione orale nella letteratura australiana, si era successivamente concentrata sulla cultura americana contemporanea, con particolare riguardo alle questioni di genere e alla letteratura delle minoranze. Nella sua produzione, accanto a numerose traduzioni e edizioni critiche di opere poetiche e narrative di scrittori nativi (si ricordano, tra gli altri, Leslie Marmon Silko, James Welch, Joy Harjo), spicca l'unica monografia italiana dedicata alla produzione letteraria di Tillie Olsen.
Assieme ai docenti e a tutto il personale tecnico-amministrativo, la ricordano con particolare stima e affetto gli studenti dei corsi di studio del Dipartimento, ai quali ha saputo trasmettere, fino all'ultimo, la sua infinita passione per la Letteratura.
"Chi ha avuto la fortuna di frequentare le lezioni della professoressa Biagiotti - hanno scritto gli studenti del Dipartimento - ha colto una grande occasione: studiare per il suo esame comportava l'acquisizione di nuovi occhi con cui guardare la nostra società. Gli occhi degli indiani d'America, delle donne, degli sconfitti dalla Storia, di tutti quegli 'ultimi' a cui lei si sentiva particolarmente vicina non per maternalistica compassione, ma per sincera empatia. Forse è per questo che amava così tanto starci accanto, vederci crescere, sperando di comunicarci l'importanza di un valore che spesso riassumeva in un motto: keep on keeping on. Un invito a resistere, a non perdere per strada i nostri ideali e la nostra energia. Anche oggi, in questo momento di profondo dolore, avrebbe voluto vederci usare questa energia per mettere da parte la tristezza e ricordare con allegria una mentore e un'amica, che rimarrà per sempre una fonte d'ispirazione per tutti noi".