È nato all'Università di Pisa il Centro di studi e ricerche sul volontariato, un'articolazione del dipartimento di Scienze politiche e sociali che funzionerà da un lato come luogo di aggregazione per docenti e giovani studiosi, dall'altro come referente istituzionale verso il mondo del volontariato e gli enti che se ne occupano. Il Centro raccoglie la tradizione e le competenze dell'Ateneo nel campo del volontariato: a Pisa sono attivi già da diversi anni un corso di laurea triennale in "Scienze sociali e del servizio sociale" e uno di laurea specialistica in "Sociologia e politiche sociali", oltre a uno specifico insegnamento in "Sociologia del terzo settore", tenuto dal professor Andrea Salvini, che è unico in Toscana e tra i pochi in Italia dedicati al fenomeno del volontariato.
La prima iniziativa pubblica del nuovo Centro si terrà lunedì 28 maggio 2012, nell'Aula Magna Storica della Sapienza, con il convegno dal titolo "Quale volontariato?" e con la presentazione del numero monografico della rivista "Sociologia e ricerca sociale", edita da Franco Angeli, dedicato a "Forme e dinamiche del volontariato in Italia".
Il convegno sarà aperto, alle ore 15, dai saluti del preside di Scienze politiche, Claudio Palazzolo, e dell'editor della casa editrice Franco Angeli, Claudia Camerini. Interverrà quindi il prorettore per gli Affari giuridici, Francesco Dal Canto, che porterà il benvenuto dell'Ateneo e svilupperà una riflessione sulle prospettive di riforma della legge 266/1991, che regola i rapporti tra volontariato e istituzioni. Subito dopo, studiosi di diverse università e responsabili delle principali reti di coordinamento e di promozione del volontariato, con il coordinamento del professor Andrea Salvini, si confronteranno sul presente e sulle prospettive future del volontariato.
Nel corso dell'incontro sarà presentato il libro sulle forme e sulle dinamiche del volontariato in Italia. Curato da docenti, giovani ricercatori e dottorandi dell'Università di Pisa, il volume mira a ricostruire i caratteri essenziali che il volontariato ha assunto nella realtà sociale del nostro Paese, approfondendo soprattutto le dinamiche di trasformazione che lo stanno attraversando e che implicano una riflessione sulla natura, sull'identità e sugli orizzonti del fenomeno.
Il volontariato costituisce un fenomeno particolarmente diffuso e consolidato nella nostra regione, dove sono più di 300.000 le persone che svolgono attività di volontariato organizzato e gratuito e circa 100.000 i volontari che operano in modo continuativo e durevole. Il settore è in continua crescita e, almeno da un punto di vista quantitativo, non sembra soffrire troppo della crisi in atto. Tale crisi, tuttavia, ha effetti paradossali, perché da un lato produce l'aumento dei bisogni materiali delle persone e delle famiglie, specie di quelle più deboli, e richiede quindi una presenza più incisiva, articolata e capillare del volontariato; dall'altro riduce la capacità di fare fronte a queste necessità impellenti, sia perché si riducono i fondi a disposizione del welfare, sia perché i volontari sono impegnati a fronteggiare gli effetti della crisi nella propria dimensione personale, riducendo gli spazi e il tempo a disposizione per gli altri.
Il volontariato, in Toscana come nel resto d'Italia, sta attraversando un periodo di trasformazione particolarmente cruciale, poiché alcuni processi in atto – per esempio, l'accentuazione delle caratteristiche di professionalizzazione e burocratizzazione e la frammentazione delle associazioni - hanno messo in crisi i suoi modelli organizzativi, arrivando a porre in discussione natura e fini del movimento. La proposta che partirà da Pisa tenderà invece a promuovere un'idea di volontariato basata su un progetto di società condivisa, in cui al centro ci siano il graduale ampliamento della sfera di cittadinanza e il raggiungimento di livelli sempre più elevati di coesione e di giustizia sociale. Su un piano più operativo, l'incontro servirà per rilanciare un modello che sia in grado di rispettare e valorizzare la pluralità e le diverse vocazioni del volontariato, e che nello stesso tempo sappia lavorare in rete, condividendo idee e risorse proprio nell'ottica di una società più solidale.