"È stato il giorno più triste da quando sono rettore, perché la chiusura del Palazzo della Sapienza, con la Biblioteca Universitaria e la facoltà di Giurisprudenza, è una gravissima perdita per tutta la comunità pisana, accademica e non". Con queste parole, il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello, ha aperto la conferenza stampa destinata a fare un primo bilancio delle iniziative messe in atto e di quelle programmate in relazione alla chiusura dell'edificio storico, centro e cuore dell'Ateneo pisano.
"La situazione del Palazzo - ha detto il rettore – ci preoccupava da diverso tempo, perché allarmanti erano i pareri forniti dai nostri esperti. Per questo, avevo già avuto modo di esprimere al ministro per i Beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, il nostro 'grido di dolore' per le condizioni in cui versava questo patrimonio dell'Università e della città di Pisa. Su questa situazione è intervenuto in maniera decisiva lo sciame sismico che sta ancora interessando il centro e il nord del Paese, rendendo inevitabile l'iter che ha portato alla chiusura dell'edificio".
Proprio nell'ottica di un patrimonio che appartiene all'intera comunità pisana e non solo, il professor Augello ha convocato una Conferenza dei servizi per il prossimo lunedì 4 giugno, aperta alle istituzioni locali e regionali, oltre che ai rappresentanti dei ministeri potenzialmente interessati. "L'idea – ha continuato – è di trovare insieme delle soluzioni prima temporanee e poi definitive, facendosi carico ognuno di una parte del problema".
Il rettore, insieme al prorettore per l'Edilizia, Sandro Paci, e al professor Walter Salvatore, l'esperto di Tecnica delle costruzioni che nell'ultimo anno e mezzo era stato incaricato di svolgere un'indagine estesa sulle condizioni strutturali della Sapienza, ha quindi fatto il punto sulle prime iniziative adottate e sui progetti a medio termine. "Immediatamente dopo l'Ordinanza di chiusura del sindaco – ha ricordato – abbiamo messo su una task force che sta operando a tempo pieno e con grande professionalità". La prima questione era naturalmente legata alla gestione delle emergenze e quindi al problema degli esami, dei ricevimenti, dei convegni già programmati in Sapienza. Su questo aspetto, l'Ateneo e la facoltà di Giurisprudenza hanno aperto un front office, veicolando le informazioni anche attraverso i rispettivi siti istituzionali. Gli esami previsti in questi giorni sono stati trasferiti in altre strutture universitarie. In questa prima fase, che durerà fino a settembre, i docenti di Giurisprudenza saranno ospitati nelle facoltà di Economia, Scienze politiche e al dipartimento di Diritto pubblico di Piazza dei Cavalieri. Il personale tecnico-amministrativo in parte sarà impegnato a recuperare documenti e altro materiale custodito in Sapienza, in parte continuerà a svolgere il quotidiano lavoro amministrativo. Del patrimonio librario di 3.500 volumi delle biblioteche della facoltà di Giurisprudenza è stato individuato un nucleo di 500 libri funzionali alla didattica (quelli più utilizzati per esami, tesi e dottorati) che sarà messo a disposizione in uno spazio di consultazione, prestito e studio in via di individuazione. Il resto sarà trasferito all'archivio storico dell'Ateneo di Montacchiello e, dopo la catalogazione, sarà reso disponibile tramite servizio di staffetta.
A settembre, con la piena ripresa delle attività didattiche, per ospitare le lezioni saranno utilizzati i poli di Ateneo, in attesa dell'inaugurazione a dicembre del nuovo polo di Economia agraria di via Matteucci, che garantirà ulteriori 2.500 posti a disposizione degli studenti. Buone notizie anche per le opere d'arte – in maggioranza tele e incisioni – conservate all'interno del Palazzo, che, dopo la catalogazione eseguita dalla professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi, saranno trasferite a Palazzo Lanfranchi.
Più in prospettiva, l'obiettivo prioritario è quello di rendere il prima possibile il Palazzo libero dalle cause di criticità individuate durante il sopralluogo dei Vigili del Fuoco e cioè liberare i locali della Biblioteca Universitaria, i cui 600.000 volumi sono collocati su 2.000 metri quadrati e su circa 15 chilometri lineari di scaffalatura. A quel punto si potranno definire meglio le linee di intervento per la messa in sicurezza e il recupero dell'edificio, al fine di restituire nel più breve tempo questo patrimonio all'Università e alla città. I tempi sono difficili da stimare in questa fase, ma quasi sicuramente non saranno inferiori ai due anni.