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Ecco l’atlante delle manifestazioni storiche in Toscana

Nato da un progetto dell’Università di Pisa, è il primo censimento del genere in Italia

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Un atlante delle manifestazioni storiche in Toscana, il primo in Italia nel suo genere. E’ questo l’obiettivo del progetto “Rievocare il passato: memoria culturale e identità territoriali” realizzato e finanziato dall’Università di Pisa.
“Il nostro è il primo tentativo di sistematizzare con un'analisi scientifica questo genere di eventi, non ci sono indagini analoghe in altre regioni – racconta il professore Fabio Dei, etnoantropologo dell’Ateneo pisano – per il momento abbiamo censito circa 140 rievocazioni in Toscana, si tratta di un work in progress e speriamo che l’indagine possa proseguire anche con il sostegno delle istituzioni magari con la creazione di un osservatorio permanente”.
E infatti è questa l’intenzione emersa nel corso del recente convegno finale del progetto, al quale fra gli altri hanno partecipato il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, l’assessore alla manifestazioni storiche del Comune di Pisa Federico Eligi, e la presidente del Comitato storico Regionale della Toscana, Roberta Benini.
Ma veniamo ai dati sinora raccolti. Secondo la mappa tracciata dagli studiosi dell’Ateneo pisano la provincia di Firenze è quella con il maggior numero di manifestazioni storiche, 26, seguono quindi Siena e Arezzo con 20 l’una, poi Pisa con 17, Lucca con 11, Grosseto con 9, Livorno 8, Pistoia 7, Prato 5 e Massa 4. Il periodo maggiormente evocato è la storia medievale, poi quella moderna, quindi un periodo misto definito “multiepoca” nel quale confluiscono passati diversi (per lo più la storia antica, la storia medievale e la storia moderna), a chiudere la storia contemporanea, contraddistinta per riferimenti quasi esclusivamente puntuali e relativi alla seconda guerra mondiale (la Liberazione, alcune battaglie).
“In generale è emerso che è la società civile, più che lo Stato, a promuovere le rievocazioni storiche. – spiega Fabio Dei - Sono infatti manifestazioni che si collocano all’intersezione fra diverse e forme di cultura popolare, eventi in grado di coinvolgere un volontariato civile molto ampio, rendendo labili i confini tra il ruolo degli attori e quello degli spettatori. Non da ultimo, rappresentano una forma di divulgazione conoscitiva: se da un lato la storia rappresentata è talvolta più mitica che reale, dall’altro vi sono eventi filologicamente assai curati che si accostano alla logica dei musei e dei parchi di living history”.
La ricerca ha inoltre approfondito alcuni specifici case-studies, indagando le rievocazioni in una prospettiva multidisciplinare – storica, geografica, antropologica. Fra questi, per restare in Toscana, i casi di Volterra, studiato dalla geografa Michela Lazzeroni e dalla storica Alma Poloni, San Gimignano e Lastra a Signa, analizzati studiati dagli antropologi Caterina Di Pasquale e Antonio Fanelli: tutte cittadine storiche ad alto impatto turistico che con modalità diverse rievocano un passato medioevale. Su tutt’altro versante, ci sono le rievocazioni della Liberazione sul fronte della Linea Gotica studiate dagli storici Luca Baldissara e Andrea Ventura. E ancora, gli eventi “multiepoca” indagati dall’antropologo Federico Scarpelli, dove gli antichi romani e gli etruschi si incontrano con i soldati napoleonici, i nobili vittoriani o gli ufficiali nazisti, in eventi postmoderni che finiscono per avvicinarsi al cosplay e ai giochi di ruolo, con un gusto particolare nel coltivare identità fittizie e parallele.

14-03-2017

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