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“E’ un grande orgoglio e un grande piacere consegnare oggi ai professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini la più alta onorificenza del Consiglio regionale, il Gonfalone d’argento; permettetemi anche di essere un po’ più orgoglioso ed emozionato perché il professor Ferragina, anzi Paolo, è un amico, è una persona piena di idee, sempre pronta a darti delle visioni di futuro brillanti per la nostra Toscana”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, alla cerimonia in sala Gonfalone a palazzo del Pegaso, con i professori ordinari di Algoritmi al dipartimento di informatica dell’Università di Pisa, e primi italiani a vincere il prestigioso premio internazionale “Paris Kanellakis Theory and Practice Award”.

Quello di oggi è un premio a tutta la scuola dell’informatica pisana, al nostro sistema della ricerca che è fondamentale per vincere le sfide del futuro. Quando con Toscana 2050 ci immaginiamo le traiettorie di futuro desiderabile, io penso proprio al lavoro che hanno fatto Ferragina e Manzini, che proprio a Pisa sono stati in grado di anticipare il futuro – ha continuato il presidente -. Come saprete, i professori Ferragina e Manzini, hanno ricevuto il premio internazionale, istituito nel 1996, che è considerato uno dei più prestigiosi nella disciplina, una sorta di Nobel che la Association for Computing Machinery attribuisce per ‘specifici risultati teorici che hanno avuto un impatto significativo e dimostrabile sulla pratica dell’informatica’. Sono i primi italiani della storia, e quarti europei in assoluto, a vincerlo”.

E con parole semplici, Mazzeo ha spiegato il perché di un simile traguardo: “Hanno vinto questo premio per aver ideato l’FM-Index, FM dalle loro iniziali; si tratta di un indice compresso, che supporta ricerche veloci nel testo usando uno spazio molto più piccolo, e prima di loro si pensava non fosse possibile fare una cosa del genere; per questo viene usato per i big data, ma soprattutto per la genomica, un’innovazione, come capite, straordinaria non solo nel campo delle campo delle strutture di dati compressi ma con tantissime applicazioni pratiche”.

 

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I professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini con, al centro, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo

 

Il presidente ha quindi spiegato che questo premio ha radici profonde, che derivano dalla grande tradizione e dai primati che l’Università di Pisa e Pisa vantano nell’informatica, a partire dalla Calcolatrice Elettronica Pisana di metà anni Cinquanta del secolo scorso, dal primo corso di laurea italiano in Informatica e dal primo collegamento alla rete Internet in Italia. “Ferragina e Manzini sono il presente e il futuro di questa storia, che noi Istituzioni abbiamo il compito di valorizzare e sostenere sempre di più – ha sottolineato -. Ma c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare, nessuno dei due è pisano, nessuno dei due è toscano, ma entrambi si sono formati a Pisa, dove hanno trovato un ambiente stimolante in grado di far fiorire il loro talento e hanno poi scelto di vivere in Toscana: questa è la storia di tanti ragazzi, compresa la mia, che grazie alle nostre università, al nostro sistema di diritto allo studio e ai nostri centri di ricerca d’eccellenza, vengono nella nostra regione per formarsi e spesso restano”. “Noi dobbiamo essere orgogliosi di questo, la Toscana deve e può diventare un hub dell’innovazione – ha concluso Mazzeo – L’hi-tech genera occupazione anche futura, sviluppo, vitalità culturale, ma anche più opportunità, servizi e diritti per tutte e tutti. Ed è questo il modello di Toscana che vogliamo, il futuro desiderabile di Toscana 2050”.

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Una Toscana che ha accolto i premiati, come hanno tenuto a sottolineare, ricevendo con commozione il Gonfalone d’argento. “Vivo in Toscana da quando ho 19 anni e posso dire che la qualità della vita è tra le più alte – ha affermato Manzini – ho ricevuto molto da questa regione e, grazie a questo riconoscimento, ho in qualche modo la conferma che sto anch’io restituendo qualcosa alla comunità che mi ha accolto”.

“In fondo siamo due migranti della conoscenza – ha ribadito Ferragina – e se per noi Pisa è stata l’Università delle opportunità, noi abbiamo il compito di incoraggiare i giovani che intendano intraprendere questi percorsi di ricerca, credendo nei loro sogni e al tempo stesso stando con i piedi saldi a terra”.

In fondo, negli anni 2000 non si pensava possibile ridurre lo spazio dei dati e fare ricerca, mentre Ferragina e Manzini ci hanno creduto, e la loro scoperta, applicata alla biologia per il sequenziamento del Dna, porta a tanti risultati, anche nel campo delle malattie rare.

Presenti alla cerimonia in Consiglio regionale Giuseppe Iannaccone, Prorettore dell’Università di Pisa (Unipi); Francesco Barachini, Unipi; Mauro Ferrari, direttore della Fondazione TechCare e direttore del Festival della Robotica; i familiari dei premiati: Maria Rinaldi, Davide e Miriam Manzini.

 

Fonte: Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana

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