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A common language and collaboration to meet the challenges of new technologies. University and enterprise are forming a new alliance thanks to Planet 4, the European project coordinated by the University of Pisa. It has been activated since the end of 2020 to bridge the gap between scientific research on Artificial Intelligence (AI) and Machine Learning (ML) and its industrial application, as an enabling technology for the industry 4.0.

The results of this ambitious project are potentially directed at an audience of around 20 million small and medium-sized enterprises - as many as there are in the European Union, which is lagging behind in adopting modern digital 4.0 technologies.

"The industry 4.0 model requires European small and medium-sized enterprises to deal with technological progress more decisively if they want to maintain their competitiveness on the global market," explains Daniele Mazzei, associate professor at the Department of Computing Science at the University of Pisa and team leader of the project. "We worked with Planet4, first and foremost, to improve communication between the academic world and small and medium-sized European enterprises in the field of new technologies, creating a proper Esperanto in the industry 4.0. This is a new form of collaboration between university and business that represents an evolution of the traditional technology transfer. The new model reveals in a timely manner the company's need to adapt to the 4.0 tool, providing them with the best technologies. Thanks to an operational procedure consisting of three fundamental steps: identification of the challenge, research phase and solution proposal.

Planet4 has developed two strategic tools for the future of the European industry 4.0, which satisfy requirements of varying complexity. Planet4 results will be presented at the project's final conference on 2nd October in Pisa.

The first tool is Planet4 Taxonomy Explorer, a kind of “search engine” for Industry 4.0 and its requirements, which allows companies to identify from academic and corporate sources possible solutions to their own needs. They can browse through solutions, already adopted by others to solve similar problems, and then develop them independently. To date, this “taxonomy” already includes 32 business challenges/needs and 147 enabling technologies.

 

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The group of the University of Pisa that coordinates the Planet4 project. Clockwise from top: Daniele Mazzei (team leader), Riccardo Amadio, Roberto Figliè and Daniele Atzeni

 

Challenge & Solution Template is the second tool developed by the project inspired by Apple's Challenge-Based Learning. It allows a greater customisation of solutions. The template guides the company through pre-established stages that range from the definition of the challenge and the business context to the identification of the technological solutions, which are needed to achieve the initial goals within the planned timeframe. These stages pass through an assessment of technical and economic-managerial feasibility, for the best solution to be adopted.

As part of the Planet4 model, universities have been asked to offer proper training to European SMEs in the new technologies. This training is aimed at both students, who will be the workers of the future and will need to know how to use 4.0 technologies, and at the business world, so that they can make fully informed decisions.

In addition to the University of Pisa (Coordinator), Planet4 also includes: Panepistemioypole Ioanninon (Greece); Elecnor Sa (Spain); Viesoji Istaiga Kauno Mokslo Ir Technologiju Parkas (Lithuania); Zerynth SpA (Italy and spinoff of UniPi); Bobst Bielefeld Gmbh (Germany); Ohs Engineering Gmbh (Germany); Exquisite Srl (Romania); Universitat Ramon Llull Fundacio (Spain); Politechnika Rzeszowska Im Ignacego Lukasiewicza Prz (Poland); Valuedo Srl (Italy). Launched on 1st November 2020, the project will end on 31st October 2023.

Un linguaggio comune e una metodologia di collaborazione per vincere insieme la sfida delle nuove tecnologie. Università e impresa stringono una nuova alleanza grazie a Planet 4, il progetto europeo coordinato dall’Università di Pisa che dalla fine del 2020 è attivo per colmare il divario tra la ricerca scientifica su Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning (ML) e la sua applicazione industriale come tecnologia abilitante per il paradigma dell’Industria 4.0.

Un progetto ambizioso, i cui risultati si rivolgono, potenzialmente, a una platea di circa 20 milioni di piccole e medie imprese – tante sono le PMI dell’Unione Europea in ritardo nell’adozione delle moderne tecnologie digitali 4.0.  

“Il modello dell’Industria 4.0 impone alle PMI europee di affrontare con maggior decisione il progresso tecnologico, se vogliono mantenere la propria competitività sul mercato globale – spiega Daniele Mazzei, professore associato del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e team leader del progetto – Con Planet4 abbiamo lavorato, in primo luogo, per migliorare la comunicazione tra il mondo accademico e le piccole e medie imprese europee sul fronte delle nuove tecnologie, creando un vero e proprio Esperanto dell'Industria 4.0. Questo ci ha permesso di sviluppare una nuova forma di collaborazione tra Università e impresa che rappresenta un’evoluzione del tradizionale trasferimento tecnologico. Il nuovo modello, infatti, permette di individuare in modo puntuale le necessità aziendali di adattamento al nuovo paradigma 4.0 e le migliori tecnologie per soddisfare tali bisogni. Questo secondo un percorso operativo che si articola in tre passaggi fondamentali: identificazione della sfida, fase di ricerca e proposta della soluzione”.

Grazie a Planet4, i cui risultati saranno presentati a Pisa il 2 ottobre, in occasione della conferenza finale del progetto, sono stati messi a punto due strumenti strategici per il futuro dell’Industria 4.0 europea e che rispondono ad esigenze di diversa complessità.

Il primo è il Planet4 Taxonomy Explorer, una sorta di “motore di ricerca” per l’industria 4.0 e i suoi bisogni, che permette alle imprese di individuare, tra fonti accademiche e aziendali, possibili soluzioni alle proprie necessità, navigando tra quelle già adottate da altre realtà per risolvere problematiche simili alle loro, per poi svilupparle in autonomia. Ad oggi questa “tassonomia” comprende già 32 sfide/bisogni aziendali e 147 tecnologie abilitanti.

 

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Il gruppo dell'Università di Pisa che coordina il progetto Planet4. Dall'alto in senso orario: Daniele Mazzei (team leader), Riccardo Amadio, Roberto Figliè e Daniele Atzeni 

 

Si ispira al Challenge-Based Learning di Apple, invece, il Challenge & Solution Template, il secondo strumento messo a punto dal progetto, che consente una maggior personalizzazione delle soluzioni. Il template, infatti, guida l’impresa attraverso un percorso a tappe prestabilite che vanno dalla definizione della sfida e del contesto aziendale, fino ad arrivare all’individuazione delle soluzioni tecnologiche necessarie a raggiungere gli obiettivi di partenza nei tempi previsti, passando anche da una valutazione della fattibilità, sia tecnica che economico-manageriale, della soluzione da adottare.

Completa il modello Planet4 l’attività di formazione che le Università sono chiamate a svolgere affinché la trasformazione digitale delle PMI europee possa avvenire in modo compiuto. Formazione rivolta tanto ai propri studenti, ossia ai lavoratori del futuro, che dovranno necessariamente saper utilizzare le tecnologie 4.0, che al mondo delle imprese, affinché possano prendere le proprie decisioni con la necessaria consapevolezza.

Oltre all’Università di Pisa (Coordinatrice), fanno parte di Planet4 anche: Panepistemioypole Ioanninon (Grecia); Elecnor Sa (Spagna); Viesoji Istaiga Kauno Mokslo Ir Technologiju Parkas (Lituania); Zerynth SpA (Italia e spinoff di UniPi); Bobst Bielefeld Gmbh (Germania); Ohs Engineering Gmbh (Germania); Exquisite Srl (Romania); Universitat Ramon Llull Fundacio (Spagna); Politechnika Rzeszowska Im Ignacego Lukasiewicza Prz (Polonia); Valuedo Srl (Italia). Lanciato il 1° novembre 2020, il progetto si concluderà il 31 ottobre 2023.

Quattro giorni (più uno di preview), ottanta relatori internazionali, e già nove proposte in valutazione: sono i numeri di Converging Skills, l’evento dell’Università di Pisa sul trasferimento tecnologico che si chiude oggi, giovedì 29 giugno. “Siamo molto soddisfatti della partecipazione all’evento - dichiara il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi - ma soprattutto siamo soddisfatti della partenza di Start Attractor che, ancora prima di essere operativo, in pochi giorni ha già ricevuto nove proposte da parte di ricercatori dell’Università pronti a trasformare le proprie idee in nuove Start up”. Le proposte saranno valutate entro la fine dell’anno. “E la promessa è di avere un impatto”, chiosa il rettore.

Start Attractor è la nuova struttura dell’Università di Pisa all’incrocio tra ricerca e industria, nata per fare dell’ateneo pisano un motore di sviluppo per il territorio locale e nazionale attraverso il sostegno all’imprenditorialità nelle sue fasi iniziali (quelle di Start up), ma anche dopo, agevolando la crescita dell’azienda con l’aiuto giorno per giorno di esperti, la formazione continua, il reclutamento, il sostegno all’accoglienza di nuove tecnologie.

“Con Start Attractor intendiamo stimolare, facilitare e rendere più fluide le interazioni tra il mondo della ricerca e quello delle imprese con l’obiettivo di promuovere l’innovazione tecnologica e la crescita socioeconomica e culturale del nostro territorio”, Chiara Galletti delegata per le relazioni industriali dell’Università di Pisa.

Chiara galletti

Chiara Galletti delegata per le relazioni industriali dell’Università di Pisa


“Start Attractor è una struttura unica in Italia – spiega il delegato per la valorizzazione della ricerca e per le nuove iniziative imprenditoriali dell’università pisana, Corrado Priami – perché si inserisce in una strategia che parte dall’educazione dei giovani studenti e ricercatori e ha l’ambizione di uscire dalle mura dell’università attraverso un continuo dialogo con investitori e grandi aziende”. Non solo: Start Attractor ha un advisory board internazionale e sta partendo con un costo di gestione stimato in circa un milione di euro all’anno, e l’obiettivo di rendersi presto autosostenibile.

“Per questo sono già in corso accordi con partner esterni al mondo accademico: – prosegue Priami – vorremmo chiudere la compagine dopo l’estate, appena saranno definiti i dettagli delle collaborazioni. Ma lo scouting di partner e di giovani talenti è solo all’inizio”.

Corrado Priami

Corrado Priami, Delegato per la valorizzazione della ricerca e per le nuove iniziative imprenditoriali dell'Università di Pisa

 

“Le giornate di Converging Skills – incalza il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone - hanno infuso in molti ricercatori il desiderio di lavorare per trasformare la loro idea più promettente in un prodotto o in un servizio avanzato. Stiamo costruendo Start Attractor proprio per supportare questa innata attitudine da homo faber, sfruttando anche la fase propizia di crescita del venture capital nazionale, e facendo leva sulle abilità, le risorse e il posizionamento internazionale dell’Università. In questi giorni abbiamo raccolto storie di successi e fallimenti, suggerimenti, critiche e manifestazioni di supporto. Adesso dobbiamo far tesoro di tutto nella costruzione di Start Attractor.” 

Giuseppe Iannaccone

Giuseppe Iannaccone, Prorettore Vicario 

Start Attractor è stata lanciata dal rettore Zucchi il 26 giugno, primo giorno di Converging Skills, evento che si è tenuto nel palazzo della Sapienza dell’Università di Pisa tra il 26 e il 29, con una preview il 12 giugno.

Fare un salto di qualità nel campo del trasferimento tecnologico per aiutare e promuovere lo sviluppo economico del Paese attraverso la nascita e la crescita di nuove realtà imprenditoriali. È questo uno degli obiettivi strategici dell’Università di Pisa, dove oggi si è tenuta l’anteprima di Converging Skills, l’evento che dal 26 al 29 giugno porterà nella città toscana oltre 80 tra imprenditori, investitori, manager e titolari di start-up per iniziare a definire il modello di un vero e proprio ecosistema dell'innovazione.

“Le nostre aspettative per questo evento sono altissime – ha detto il Rettore dell’Ateneo pisano, Riccardo Zucchi, nel suo saluto di apertura - Attraverso il trasferimento tecnologico le nostre università possono veramente diventare il fulcro dello sviluppo di tutto un territorio. Qui a Pisa abbiamo grandi potenzialità che vogliamo sfruttare fino in fondo. Per farlo, però, è necessario far convergere abilità diverse, non solo interne, aprendoci al contributo di enti ed attori esterni. Converging Skills nasce proprio in risposta a questa necessità e rappresenterà un crogiolo di idee da cui poter trarre l’impulso necessario per operare un salto di qualità in questa direzione. Sarà una pietra miliare del nostro futuro”.

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“Quello che vogliamo disegnare con Converging Skills è un nuovo ruolo per l’Università nello sviluppo economico e tecnologico del Paese. Il nostro Ateneo ha le capacità, le risorse, le energie e anche il ruolo, nella regione, per svolgere bene questo compito - ha aggiunto Giuseppe Iannaccone, Prorettore vicario dell’Università di Pisa – Secondo il National Entrepreneurship Context Index (NECI) sono 13 i fattori di contesto che favoriscono l’imprenditorialità. Tra i paesi ad alto reddito l’Italia è quello con le performance peggiori, perché raggiunge la sufficienza solo in due parametri e questo può compromettere il suo futuro sviluppo economico. Pisa potrebbe aiutare il sistema paese a migliorare in almeno altri cinque parametri NECI. Nello specifico quelli che riguardano il contesto socioculturale; l'accesso agevolato ai finanziamenti per l'imprenditoria; la formazione imprenditoriale sia universitaria che post-universitaria; la ricerca e il trasferimento tecnologico”.

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Tra i primi interventi della mattinata, quello di Daria Mochly-Rosen della Stanford University che, presentando il programma SPARK - da lei fondato nel 2006 per colmare il divario tra le scoperte nel campo della ricerca biomedica accademica e lo sviluppo di nuovi e promettenti trattamenti per i pazienti -, ha dato le otto regole fondamentali per imparare dagli insuccessi quando si vuole innovare a partire dalla ricerca, come l’importanza di chiedere consigli, di “lasciare il proprio ego alla porta”, di non aver paura di fallire e continuare a fare ricerca di base.

Riccardo Pietrabissa, rettore della IUSS di Pavia e delegato CRUI per il trasferimento tecnologico, ha ricordato come l’impatto sulla società della cosiddetta “terza missione” passa non solo dalla convergenza delle abilità, ma anche delle risorse e delle conoscenze. A partire da quelle sviluppate dalla cosiddetta blue skies research, ossia la "ricerca della conoscenza per amore della conoscenza”, tipicamente universitaria, che si muove in ambiti le cui applicazioni nel mondo reale non sono immediatamente apparenti, ma che storicamente ha portato ad innovazioni fondamentali.

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Con Agostino Santoni, Vicepresidente di Cisco Sud Europa e Vicepresidente per il digitale di Confindustria, si è parlato, invece, della necessità di sempre maggiori competenze digitali e di come lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione, come quello che vorrebbe contribuire a creare l’Università di Pisa, sia oggi in Italia un fattore critico per la competitività del nostro tessuto produttivo.

Tra i temi più caldi, per quanto riguarda le collaborazioni tra Università e impresa, quello del quantum computing su cui si è soffermato Andrea Corbelli, direttore tecnico di IBM Infrastructure per l’Europa, Medio Oriente e Africa, e IBM Quantum Ambassador. Un settore da cui proviene una forte domanda di talenti e competenze e che apre a grandi possibilità di collaborazioni tra studenti, start up, università e centri di ricerca.

Nella seconda parte della mattinata, a scorrere sotto la lente dell’anteprime di Converging Skills è stato, infine, il punto di vista degli investitori, con gli interventi di Roberto Bonanzinga, co-fondatore e partner di InReach Ventures, e di Gabriele Paglialonga, managing director di Industrio Ventures. Adesso l’appuntamento è per il 26 giugno, giorno ufficiale di apertura di Converging Skills.

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