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Cresce l'offerta di master dell'Università di Pisa che, per l’anno accademico 2023-24, vede l'attivazione di 15 nuovi percorsi di alta formazione. Le novità riguardano sia i master di primo livello, per i quali è sufficiente possedere una laurea triennale, che quelli di secondo livello, rivolti solo a coloro che sono in possesso di una Laurea Magistrale. Qui di seguito il dettaglio dei nuovi corsi attivati.

 

MASTER DI PRIMO LIVELLO

 

Si apre con il corso in Scienze sensoriali per un'alimentazione sana e consapevole il catalogo dei nuovi master di Primo Livello, appartenente all'area delle Scienze Chimiche, Scienze Biologiche, Scienze Agrarie e Scienze del Farmaco.

Per quanto riguarda l'area delle Scienze dell'antichità, filologico-letterarie, storico-artistiche, scienze storiche, filosofiche, pedagogiche, psicologiche è stato attivato un master in Pedagogia e Didattica Inclusiva: principi e prassi della personalizzazione e della differenziazione didattica.

È focalizzato sulla Organizzazione di Eventi, invece, il nuovo master dell'area delle Scienze giuridiche, scienze economiche e statistiche, scienze politiche e sociali.

Numerose le novità che riguardano l'area delle Scienze Mediche e Scienze Veterinarie dove troviamo quattro nuovi master di primo livello. È il caso del corso per Esperto cinofilo in area comportamentale (ESCAC).

Nuovo anche il master in Gestione Integrata dei rischi per la salute e sicurezza nell'ambiente e nei luoghi di lavoro ed entra in “catalogo” anche il master dedicato alla Promozione della salute nei luoghi di lavoro: pianificazione, gestione e valutazione delle azioni. Chiude l'elenco dei nuovi percorsi di primo livello il master in Medicina trasfusionale ed emaferesi terapeutica.

 

MASTER DI SECONDO LIVELLO

 

Otto new entry nel catalogo dell'Università di Pisa, a partire dal Master Comunità Energetiche Sostenibili (MCERS), sviluppato nell’ambito della UNESCO Chair on “Sustainable Energy Communities”.

Gli altri 7 percorsi di alta formazione attivati quest'anno appartengono, invece, al settore delle Scienze Mediche e Scienze Veterinarie, a partire dal Master in Cardiologia del Cane e del Gatto.

Abbiamo poi i master in Gestione Clinico-Chirurgica della patologia paratiroieda; Chirurgia Vaginale del Terzo Millennio e Management delle patologie del cavo orale nel paziente odontoiatrico a complessità sistemica.

Tra le novità dell’offerta dell’Università di Pisa anche il master in Percorsi evolutivi di ADHD e disturbi dello spettro autistico nell’età adulta: varianti cliniche, comorbidità psichiatrica e terapia, di durata biennale, e il master in Sedazione cosciente ed Emergenze in Odontoiatria. Chiude l’elenco delle nuove attivazioni il master in Trattamento intracavitario dei tumori della pleura.

 

Polo Piagge06

 

Complessivamente l'offerta dell'Università di Pisa conta 79 tra master, di cui 41 di I livello e 38 di II livello suddivisi su 6 settori culturali:

 

  • Scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche e scienze della terra
  • Scienze chimiche, scienze biologiche, scienze agrarie e scienze del farmaco
  • Scienze mediche e scienze veterinarie
  • Ingegneria Civile e architettura, ingegneria industriale e dell’informazione
  • Scienze dell’antichità, filologiche-letterarie, storico-artistiche, scienze storiche, filosofiche, pedagogiche, psicologiche
  • Scienze giuridiche, scienze economiche e statistiche, scienze politiche e sociali

 

Nell’offerta didattica dell’Ateneo sono presenti, per l’anno accademico 2023/2024, anche 7 master interuniversitari (per i quali l’Ateneo pisano è sede amministrativa) nati sulla base di specifici accordi con altri atenei nazionali e che prevedono, oltre ad un rapporto di collaborazione nell’organizzazione e gestione delle attività didattiche, anche il rilascio del titolo congiunto.

Infine, nell’ambito dell’offerta formativa dell’Università di Pisa, i seguenti master vengono inoltre erogati in lingua inglese:

 

  • master di I livello in Management of Health, Safety, Environment and Quality Systems;
  • master di I livello in Risk management. a modern approach for finance, insurance and business;
  • master di I livello in Commissioning Management of Renewable Power Plants;
  • master di II livello in Big Data Analytics & Social Mining;
  • master di II livello in Imaging Oncologico

 

Le iscrizioni ai master sono già aperte. Maggiori informazioni su programmi e scadenze sono reperibili all'indirizzo: https://www.unipi.it/index.php/master

Just a few more years and electric cars might bridge what is now the main competitive gap separating them from internal combustion vehicles: the length of time needed for charging them. The announcement was made by Antonio Bertei and Marco Lagnoni, respectively associate professor and researcher in Chemical Engineering at the Department of Civil and Industrial Engineering at the University of Pisa, who, together with colleagues from eight other prestigious international institutions, authored a study recently published in Nature Communications.

“Fast charge capability, driving range and safety of lithium-ion batteries are the main concerns that influence the broader market uptake of electric vehicles, but thanks to the results of our study, these limits might be overcome within the next few years,” explains Professor Antonio Bertei. “Our investigations allowed us to quantify the mechanisms that aggravate battery ageing during fast charging of lithium-ion batteries that use graphite electrodes.”

 

Elettrodo 1

The graphite electrode during charging, as seen under the optical microscope. In the image, graphite particles are visible, while the various colors, ranging from golden to red, indicate different phases of graphite. The red arrows point to lithium plating, a degradation phenomenon whose dynamics were analyzed in the study.

 

Specifically, the research group – of which Bertei and Lagnoni are the only Italian partners – has shown that the fast-charging process, as it is conceived today, can cause metallic lithium deposition on the surface of the graphite anode (the negative electrode). This phenomenon, if not properly considered, can lead to irreversible loss of lithium, limiting energy performance and impairing battery safety. But, most importantly, the researchers confirmed that this ‘lithium plating’ phenomenon is partly reversible and they were able to precisely outline the dynamics of its reabsorption and how to integrate it into the battery’s overall operation. This result was obtained thanks to the contribution of the University of Pisa, where advanced physical-mathematical models were developed to support and complement cutting-edge experimental analyses.

 

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Marco Lagnoni and Antonio Bertei

 

“The computational model we developed for this study allowed us to observe ‘lithium plating’ in graphite anodes and to show that it can be reabsorbed by the electrode, thus slowing down battery ageing,” adds Marco Lagnoni.  “You just need to have rest periods at different states of charging. We even coined the motto ‘resting for being faster’ to describe the approach that will need to inform the future development of advanced fast-charging protocols designed for next-generation automotive batteries.”

The result achieved by the study published in Nature Communications under the title Multiscale dynamics of charging and plating in graphite electrodes coupling operando microscopy and phase-field modelling is set to mark the future of electric mobility. In addition to the University of Pisa, eight other prestigious international organisations were involved: University College London (UK), Queen Mary University (UK), Massachusetts Institute of Technology (USA), University of Oxford (UK), Harwell Science and Innovation Campus (UK), University of Birmingham (UK), National Renewable Energy Laboratory in Denver (USA) and Beijing University of Technology (CN).

Qualche difficoltà sembra averla solo con le domande in sardo, che comprende ma a cui risponde in italiano, per il resto l’assistente Sibylla, l’innovativo sistema di chat AI sviluppato dall’Università di Pisa è in grado di dare informazioni puntuali su regolamenti e funzionamento dell’ateneo in qualsiasi lingua. E questo grazie al sistema Oraculum che consente di raccogliere la conoscenza da parte dei vari uffici e attivare più assistenti virtuali per ambiti specifici, così da dare risposte attendibili sugli aspetti più vari della vita universitaria, dalle missioni agli orari di apertura degli uffici.

“Grazie a questo nuovo sistema saremo presto in grado di dare ai nostri utenti internazionali un’assistenza in tempo reale impensabile fino ad oggi – spiega il professor Antonio Cisternino che ha sviluppato l’applicativo – Sibylla è infatti in grado di rispondere nella stessa lingua in cui viene posta la domanda, ma la cosa interessante è che la sua base di conoscenza è l’Italiano. Questo mette tutti i nostri uffici perfettamente in grado di addestrarlo a rispondere sia alle domande più frequenti che a quelle relative ai contenuti di regolamenti e atti istituzionali. Il tutto con un notevole risparmio in termini di risorse”.

Sibylla esempi chat copy

Il servizio sarà attivato nel corso delle prossime settimane, anche per definire quei processi necessari ad assicurare che le informazioni a disposizione degli assistenti artificiali siano sempre aggiornate.

Completamente open source e sviluppato su ChatGPT, il sistema sviluppato dall’Università di Pisa è oggi il primo, tra quelli messi a punto dagli Atenei italiani, a far uso dell’AI generativa e presto sarà messo a disposizione del sistema universitario nazionale.

I codici sorgente di Oraculum sono a disposizione della comunità su GitHub all’indirizzo: http://github.com/Unipisa/Oraculum

Ancora pochi anni e le auto elettriche potrebbero colmare quello che oggi è il principale divario competitivo che le separa dai veicoli a combustione: la velocità di rifornimento. A dare l’annuncio sono Antonio Bertei e Marco Lagnoni, rispettivamente professore associato e ricercatore in Ingegneria Chimica al Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale all’Università di Pisa, autori, assieme ai colleghi di altre otto prestigiose realtà internazionali, di uno studio pubblicato in questi giorni su Nature Communications.

"La capacità di ricarica rapida, l'autonomia e la sicurezza delle batterie agli ioni di litio sono oggi i fattori che maggiormente influenzano una più ampia diffusione sul mercato dei veicoli elettrici, ma grazie ai risultati ottenuti dal nostro studio questi limiti potrebbero essere superati entro i prossimi anni – spiega il professor Antonio Bertei – Le indagini compiute ci hanno permesso di quantificare in modo definitivo i meccanismi che aggravano l'invecchiamento durante la ricarica rapida delle batterie al litio che utilizzano elettrodi in grafite”.

 

Elettrodo 1

L'elettrodo di grafite durante la carica visualizzato al microscopio ottico. Nell'immagine si notano le particelle di grafite, mentre i vari colori, dal dorato al rosso, indicano le diverse fasi della grafite. Le frecce rosse indicano la placcatura al litio, fenomeno degradativo la quale dinamica è stata analizzata nello studio.

 

Nello specifico, il gruppo di ricerca di cui Bertei e Lagnoni sono gli unici partner italiani, ha dimostrato che il processo di ricarica rapida, così come è concepito oggi, può causare una deposizione di litio metallico sulla superficie dell'anodo di grafite (l’elettrodo negativo). Questo fenomeno, se non opportunamente considerato, può portare alla perdita irreversibile di litio, limitando le prestazioni energetiche e compromettendo la sicurezza delle batterie. Ma la cosa più importante è che i ricercatori hanno confermato che tale fenomeno di ‘placcatura al litio’ è in parte reversibile, delineandone con precisione la dinamica del suo riassorbimento e come integrarla nel funzionamento complessivo della batteria. Un risultato, questo, ottenuto proprio grazie al contributo dell’Università di Pisa, che ha sviluppato modelli fisico-matematici avanzati a supporto ed integrazione di analisi sperimentali all’avanguardia.

 

Marco Lagnoni e Antonio Bertei compressa sito

Marco Lagnoni e Antonio Bertei

 

“Il modello computazionale che abbiamo messo a punto per questo studio ha permesso di osservare ‘in diretta’ il processo di ‘placcatura al litio’ della grafite e di dimostrare che questo può essere riassorbito dall’elettrodo, rallentando così l’invecchiamento delle batterie – aggiunge Marco Lagnoni – È sufficiente inserire delle pause a determinati livelli di ricarica. Tanto che, con i colleghi, abbiamo coniato il motto ‘aspettare per essere più veloci’, per descrivere l’impostazione che dovrà informare lo sviluppo dei protocolli avanzati di ricarica rapida del futuro concepiti per le batterie automobilistiche di prossima generazione”.

Un risultato, quello ottenuto dallo studio pubblicato su Nature Communications col titolo Multiscale dynamics of charging and plating in graphite electrodes coupling operando microscopy and phase-field modelling destinato a segnare il futuro della mobilità elettrica e che ha visto impegnati, oltre all’Università di Pisa, anche altre otto prestigiose realtà internazionali: University College London (UK), Queen Mary University (UK), Massachusetts Institute of Technology (USA), University of Oxford (UK), Harwell Science and Innovation Campus (UK), University of Birmingham (UK), National Renewable Energy Laboratory di Denver (USA) e Beijing University of Technology (CN).

È Anna Ethelwyn Baccaglini-Frank, professoressa associata di Matematiche Complementari dell'Università di Pisa, la vincitrice del prestigioso premio «Giovanni Prodi» promosso dall’Unione Matematica Italiana (UMI) e l’Associazione Italiana per la Ricerca in Didattica della Matematica (AIRDM) per premiare il ricercatore under 40 in Didattica della Matematica che, con la propria ricerca, abbia dato un contributo scientifico originale e significativo a livello internazionale.

Il premio, alla prima edizione e a cadenza quadriennale, è intitolato ad una figura prestigiosa: Giovanni Prodi che, sessant’anni fa, da matematico affermato con risultati di eccellenza nel campo dell’Analisi e docente dell’Università di Pisa, è stato praticamente il fondatore della ricerca in Didattica della Matematica.

Il riconoscimento è stato conferito alla professoressa Baccaglini-Frank stamani, 4 settembre 2023, nella splendida cornice del Teatro Verdi, in occasione della giornata di apertura del XXII Convegno dell’Unione Matematica Italiana ospitato dal nostro Ateneo in collaborazione con la Scuola Normale Superiore e arriva a coronamento di un’annata densa di riconoscimenti per la ricerca in didattica della matematica dell’Ateneo pisano.

Nelle motivazioni della Commissione, composta da cinque esperti di chiara fama, si riconosce il rigore e la rilevanza degli studi condotti dalla professoressa Baccaglini-Frank così come la significatività a livello internazionale dei risultati di ricerca da lei raggiunti. 

“Sono molto contento dell’istituzione e dell’esito di questa prima edizione del Premio Prodi. Il premio è un riconoscimento importante dell’eccellenza nella ricerca in una disciplina vitale per il ruolo della matematica nella società” ha commentato il professor Piermarco Cannarsa, Presidente dell’Unione Matematica Italiana. 

Consegna premio Prodi teatro Verdi Pisa 2 copy

“Siamo molto orgogliosi dell'esito della prima edizione del Premio AIRDM-UMI Giovanni Prodi, caratterizzata da un’ampia partecipazione di assoluta qualità, segno dell’ottimo momento della ricerca in Didattica della Matematica in Italia, con tanti giovani ricercatori di prospettiva internazionale – ha commentato la professoressa Giovannina Albano, Presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca in didattica della Matematica - Alla prof.ssa Anna Baccaglini-Frank faccio le mie più vive congratulazioni per il prestigioso riconoscimento che certifica l’eccellenza dei suoi studi. Studi che hanno portato risultati significativi e originali, riconosciuti ampiamente al livello internazionale, e caratterizzati dal fondamentale equilibrio tra rigore teorico e trasferibilità alla pratica scolastica e alla formazione insegnanti”.

“Come Università di Pisa, siamo felici del prestigioso risultato raggiunto dalla professoressa Anna Baccaglini-Frank che dimostra l’alta qualità della ricerca in Didattica della Matematica del nostro ateneo – ha dichiarato la professoressa Benedetta Mennucci, Prorettrice per la promozione della ricerca dell’Università di Pisa – A  nome di tutta la nostra comunità universitaria, desidero esprimere alla professoressa le più sincere congratulazioni per questo importante riconoscimento del suo percorso di ricerca”.

“Sono estremamente onorata di ricevere questo premio, che corona il percorso di ricerca intrapreso fin dal dottorato – ha spiegato raggiante la professoressa Baccaglini-Frank –Sono sempre stata curiosa di capire come ragionano le persone quando fanno matematica, e mi sono appassionata alla ricerca in Didattica della Matematica appena ho conosciuto questa disciplina, provando a venire in Italia e, in particolare, a Pisa proprio per la tradizione di ricerca esistente. Se sono arrivata a vincere questo importante premio è merito soprattutto di chi mi ha insegnato a fare ricerca, a cominciare dalla mia relatrice della tesi di dottorato, e a tutte quelle persone da cui ho imparato qualcosa nelle preziose esperienze avute in Italia e all’estero. Vorrei anche ringraziare i colleghi, docenti e amministrativi, del mio Dipartimento per il continuo supporto dato fin dal mio arrivo."

Sono partite a luglio e si chiuderanno il 14 settembre le iscrizioni al nuovo Master di I livello in “Pedagogia e Didattica Inclusiva: principi e prassi della personalizzazione e della differenziazione didattica” dell’Università di Pisa, un percorso di durata annuale che si rivolge ai docenti in servizio e a chi si appresta ad entrare nel mondo dell’insegnamento scolastico. Il Master è pensato come un programma formativo intensivo, per affrontare le sfide dell'educazione inclusiva e promuovere un ambiente di apprendimento accessibile per tutti, con percorsi diversificati secondo i vari gradi di scuole (infanzia, Primaria, Secondaria di 1° e 2° grado e con insegnamenti specifici dedicati alla didattica della lingua inglese).

In partenza a Pisa ad ottobre 2023, il Master in Pedagogia e Didattica Inclusiva  è promosso dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa -  selezionato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come Dipartimento di Eccellenza per il quinquennio 2023-2027 - quale nuovo percorso di formazione post-laurea del Corso di Scienze della Formazione primaria ma anche quale percorso professionalizzante nell’ambito della formazione in servizio.

Il Master di I livello  è stato sviluppato con l'obiettivo di contribuire ad arricchire la professionalità dei docenti con specifiche competenze nell’accoglienza degli alunni con bisogni educativi speciali.

«Facendo riferimento alla recente normativa – spiega il professor Raffaele Ciambrone, docente del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Direttore del Master - il corso mira alla formazione della figura professionale del referente di istituto, a supporto e a consulenza dei colleghi docenti, nei casi in cui, nel proprio istituto scolastico di servizio, si verifichi la presenza di alunni che presentano disturbi specifici di apprendimento. Inoltre, le conoscenze acquisite e implementate dal Master consentiranno anche di sviluppare competenze nel ruolo di “docente tutor”».

Con un’articolazione modulare e una modalità di partecipazione ibrida (in presenza e on-line), il Master presenta alcune caratteristiche chiave, che lo rendono una proposta formativa di alta qualità e un’opportunità di potenziamento delle competenze per tutti i professionisti dell'educazione:

  • Esperti del settore: il Master è tenuto da prestigiosi docenti universitari esperti nel campo della pedagogia e della didattica inclusiva, con anni di esperienza nel settore.
  • Approccio pratico: il programma del Master combina lezioni frontali e attività pratiche, tra cui esercitazioni, simulazioni, oltre al tirocinio e al project work finale, per consentire agli iscritti di applicare le loro competenze in situazioni reali.
  • Innovazione pedagogica: gli iscritti al Master potranno confrontarsi con i più recenti orientamenti in materia di pedagogia inclusiva e metodologie di insegnamento avanzate.
  • Flessibilità: il Master è progettato per adattarsi alle esigenze dei docenti in servizio e dei professionisti in attività, con modalità di partecipazione in presenza e online, a tempo pieno e parziale e con la possibilità di iscriversi solo ai moduli di interesse.
  • Contributi e agevolazioni: per gli iscritti sono previste agevolazioni per la contribuzione, in base all’attestazione ISEE e al curriculum, e contributi per merito, in base alla frequenza e ai giudizi ottenuti, oltre alla possibilità di utilizzo della Carta del Docente.

Il bando ufficiale, in scadenza il 14 settembre, e tutti i dettagli sul programma, i requisiti di ammissione e le procedure di iscrizione, sono pubblicati sul sito web ufficiale del Master in Pedagogia e Didattica Inclusiva all'indirizzo: masterdidattica.cfs.unipi.it.

«Il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – commenta il professor Simone Maria Collavini, Direttore del Dipartimento promotore - è entusiasta di offrire questo nuovo percorso formativo, che contribuirà in modo significativo a promuovere un'educazione inclusiva di qualità. Ci auguriamo che questo Master possa essere una buona opportunità per gli insegnanti e per il mondo della scuola, e che possa contribuire a costruire un futuro più inclusivo per tutti gli studenti».

Per ulteriori informazioni su iscrizioni, agevolazioni e organizzazione del Master è possibile scrivere alla mail ufficiale Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Non un semplice motto, ma l’inizio di una storia di eccellenza. La bolla In supreme dignitatis, con cui Papa Clemente VI riconobbe allo Studio Pisano lo status di Studio Generale, compie 680 anni.

Era il 3 settembre del 1343, infatti, quando il Pontefice emanò quello che è uno dei più antichi privilegi concessi da un Papa per istituire sul territorio italiano una struttura autorizzata a rilasciare un titolo di studio dal valore legale universale.

Nel documento, le cui parole iniziali compaiono oggi nel logo dell’Università di Pisa, il desiderio di Clemente VI che Pisa «possa divenire anche terreno fecondo di doni delle scienze, affinché generi uomini dotati di maturità di giudizio, incoronati di virtù ed esperti nelle dottrine delle diverse facoltà, e affinché vi sia lì una fonte di conoscenza continuamente sgorgante, al cui flusso abbondante possano attingere tutti coloro che bramano di placare la loro sete sui libri».

 

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“Con una certa dose di preveggenza, la bolla di Clemente VI sembra immaginare già quel Sistema-Pisa che vede, nella nostra città, una concentrazione unica di competenze e strutture nel settore della ricerca, della formazione e della cultura. Un potenziale che Pisa deve sfruttare fino in fondo e di cui la nostra Università è il pernio centrale – ha commentato il Rettore, Riccardo Zucchi – Oggi la sfida che abbiamo di fronte è proprio questa, rendere compiuto questo Sistema e innalzare sempre di più la qualità della nostra ricerca e della formazione, così da dare risposte adeguate alle necessità dei nostri studenti e della società. Non basta essere orgogliosi del proprio passato, ma è necessario essere all’altezza della propria storia. Ricorrenze come questa, ci impongono di rinnovare, senza indugi, quell’impegno a valorizzare i talenti per raggiungere una “adeguata eccellenza” contenuto, seppur tra le righe, nella bolla del 1343”.

 

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Affresco di Matteo Giovannetti con un ritratto di Clemente VI (1345 circa, cappella di San Marziale, Palazzo dei Papi, Avignone).

 

Conservata presso l’Archivio di Stato di Pisa, la bolla In supreme dignitatis è stata emanata il 3 settembre 1343 nel palazzo papale di Villeneuve-lès-Avignon, cittadina sulla riva del Rodano opposta ad Avignone. Nel 2021 l’Università di Pisa, con il supporto del Rotary Club Pisa Galilei, ha pubblicato la prima traduzione in italiano e prima edizione critica della bolla, curata dal professor Paolo Pontari ed edita dalla Pisa University Press.

seeds fo the future logo 1Fornire ai giovani del settore ICT l’opportunità di consolidare e arricchire la propria formazione tecnica e di acquisire quelle abilità personali che si possono maturare soltanto attraverso la formazione sul campo. È questo l'obiettivo del programma annuale di formazione “Seeds for the Future” di Huawei che si svolgerà online dal 9 al 16 ottobre e focalizzato sugli aspetti formativi relativi alle tecnologie digitali più innovative e sulla loro concreta applicazione nel mondo industriale attraverso il project work di gruppo Tech4Good.

Cinquanta i posti disponibili per gli studenti italiani, che hanno tempo fino al 15 settembre prossimo per inviare la propria candidatura collegandosi al sito dedicato e compilando il modulo. 

Per poter partecipare al bando, oltre alla cittadinanza italiana, è richiesta l’appartenenza ad un corso di laurea in Ingegneria (tra i principali quelli a indirizzo Telecomunicazioni, Elettronica, Informatica, ma anche Gestionale o Energetica) o ad altri corsi di laurea in ambito ICT o comunque direttamente o indirettamente legati al mondo della tecnologia e dell’innovazione; l’iscrizione al 2° o 3° anno di laurea triennale o  laurea specialistica; una media degli esami universitari non inferiore al 26 e un’ottima conoscenza certificata della lingua inglese (livello minimo B2).

Le conoscenze acquisite durante il programma di formazione verranno valutate attraverso test che faranno seguito a ogni singolo modulo. Gli studenti avranno anche occasione di conoscere meglio Huawei e il contesto in cui nasce e si sviluppa attraverso tour virtuali dei centri di eccellenza dell’azienda in Cina oltre che di alcuni dei principali luoghi della Cina antica e moderna.

Dal 2021 il programma di Seeds for the Future, infine, si è arricchito del progetto “Tech4Good”, ideato affinché gli studenti possano meglio comprendere il ruolo svolto dalla tecnologia nella risoluzione di problematiche globali complesse (sociali, ambientali o di altra natura), sviluppare capacità di problem solving e leadership attraverso il lavoro di squadra, approfondire il proprio senso di missione e responsabilità sociale.

Seeds for the Future è il principale programma CSR a livello globale di Huawei. Lanciato nel 2008, ha l’obiettivo di sviluppare talenti ICT locali, migliorare la condivisione delle conoscenze tecnologiche e promuovere un maggiore interesse per il settore ICT. Fino ad oggi, Seeds for the Future ha coinvolto 139 Paesi e ha visto la partecipazione di oltre 15.000 studenti. In Europa il programma è stato lanciato nel 2011, mentre in Italia è arrivato nel 2013 grazie alla collaborazione tra Huawei e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a cui, dal 2015, si è affiancato anche il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).

Il programma giunge quest’anno alla sua decima edizione italiana e alla sua quarta edizione nel nuovo format online inaugurato nel 2020 per adattarsi alle nuove circostanze determinate dall’epidemia di Covid19.

Maggiori informazioni su programma Seeds for the Future 2023 e sulle modalità di iscrizione sono disponibili sul sito del Career Service dell’Università di Pisa.

Sviluppare una tecnologia che sia in grado di collegare due computer quantistici attraverso fibra ottica e gettare così le basi del “Quantum Internet”. È questo l’obiettivo del pioneristico progetto di ricerca che è valso a Silvia Zorzetti del FermiLab di Chicago, e alumna dell’Università di Pisa, il prestigioso Early Career Award del Governo americano, che le consentirà di ricevere una sovvenzione di 2.5 milioni di dollari in cinque anni dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti.

“L’obiettivo del progetto finanziato è quello di migliorare i sensori quantistici e le reti di sensori, così da consentire una più efficiente conversione di informazioni e segnali quantistici tra diverse piattaforme fisiche – spiega Silvia Zorzetti - Questo lavoro ci permetterà di ampliare significativamente le nostre capacità di rilevare la materia oscura e i suoi risultati avranno applicazioni ampie in diversi campi scientifici e influenzeranno settori critici come la sicurezza nazionale e la comunicazione quantistica”.

Responsabile del Dipartimento di Co-Design del Quantum Computing del Superconducting Quantum Materials and Systems Center (SQMS Center) del Fermilab di Chicago guidato da Anna Grassellino, Silvia Zorzetti si è laureata in Ingegneria elettronica dall’Università di Pisa. Marie Sklodowska-Curie Fellow al CERN di Ginevra per quattro anni, dove è stata impegnata nell'ambito della ricerca e dello sviluppo di futuri acceleratori di particelle come parte del suo dottorato di ricerca in ingegneria elettronica e tecnologia dell'informazione, ottenuto sempre presso l’Ateneo pisano, è arrivata al FermiLab nel 2017 come Bardeen Fellow.

 

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Silvia Zorzetti (Credits: Ryan Postel)

 

“Quello al FermiLab – ricorda Zorzetti - è stato per me un ritorno. Qui, infatti, ho svolto il mio progetto di tesi magistrale, grazie ad un programma di scambio dell’Università di Pisa, per poi rientrarvi stabilmente nel 2017, quando il Laboratorio aveva da poco deciso di destinare alcuni fondi allo sviluppo di un primo Quantum Computing Lab”.

Inizia così la sua avventura nell’informatica quantistica, che la vede collaborare alla messa in funzione del laboratorio e poi alle ricerche portate avanti dal centro SQMS, finalizzate a creare dei sistemi quantici che siano quanto più efficienti e meno rumorosi possibili. Per poi andare oltre ed iniziare ad occuparsi della futura comunicazione tra computer quantistici e reti di sensori, ambito in cui si inserisce il progetto per il quale ha ottenuto il DOE Early Career Research Award 2023.

 

Biografia

Laureata triennale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha proseguito gli studi conseguendo la specializzazione e il dottorato di ricerca presso l’Università di Pisa in Ingegneria Elettronica e dell’Informazione. Durante gli anni del dottorato, ha ottenuto la prestigiosa borsa di studio Marie Sklodowska-Curie dalla Comunità Europea, conducendo un progetto di ricerca presso il CERN di Ginevra, l'organizzazione europea per la ricerca nucleare. Tra il 2011 e il 2012, ha svolto un tirocinio presso il Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab) negli Stati Uniti, un laboratorio nazionale intitolato a Enrico Fermi. Successivamente al conseguimento del dottorato di ricerca, è tornata al Fermilab in qualità di Bardeen Fellow. Attualmente, Silvia Zorzetti ricopre il ruolo di responsabile del dipartimento di co-design presso il centro di ricerca SQMS (Superconducting Quantum Materials and System). Nel corso del 2023, Silvia Zorzetti ha ricevuto l'Early Career Award dal Department of Energy degli Stati Uniti. Silvia Zorzetti, inoltre, coordina il settore di Ecosystem e Workforce Development presso SQMS, dove promuove collaborazioni tra il settore pubblico e privato e offre opportunità formative alle nuove generazioni di studenti e ricercatori nell’ambito del quantum computing.

Parla (anche) pisano la straordinaria vittoria dei Mhackeroni, la squadra italiana di hacker etici che a Las Vegas, durante l’importantissima conferenza di sicurezza informatica Def Con, si è imposta alla quarta edizione della Hack-A-Sat.

Della squadra italiana, fondata nel 2018 presso il Politecnico di Milano e vera e propria nazionale di Hacker etici tricolore, facevano parte, infatti, anche Lorenzo Catoni, Nicola Vella, Aleandro Prudenzano del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Lorenzo Leonardini del Dipartimento di Informatica. Ossia i quattro studenti dell’Università di Pisa che, assieme ai dottorandi Marco Gaglianese (Informatica, UniPi) e Fabio Zoratti (Fisica, Scuola Normale Superiore), compongono il gruppo pisano Fibonhack che lo scorso aprile, qualificandosi alla DEF CON, per la prima volta nella storia dell'Ateneo di Pisa, si è guadagnato un posto, appunto, nella squadra italiana. Un primato accolto con entusiasmo dall’Università di Pisa tanto che l’Ateneo ha sostenuto la missione di Fibonhack a Las Vegas attraverso il contributo dei Dipartimenti di Ingegneria dell'Informazione e di Informatica.

Nata per ispirare i migliori talenti mondiali della sicurezza informatica a sviluppare le competenze necessarie per contribuire a ridurre le vulnerabilità e costruire sistemi spaziali più sicuri, Hack-a-sat è una competizione di hacking in stile Capture the Flag indetta dal Dipartimento dell'Aeronautica Militare del governo degli Stati uniti. Si tratta della prima competizione di hacking al mondo nello spazio ospitata sul satellite Moonlighter che rende possibili future competizioni e corsi di hacking presentando sfide informatiche altamente realistiche su un vero satellite in orbita.

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Da sinistra: Fabio Zoratti, Aleandro Prudenzano, Fabio Catoni, Nicola Vella, Marco Gaglianese

"Hack-a-sat - spiega Aleandro Prudenzano, portavoce del team pisano - è una competizione di security mista ad aerospazio. C'erano prove di due tipi: le ‘ground challenges’, che sono sfide standard, e le 'in orbit challenges' che sono task da eseguire sul Moonlighter; task che spaziano dall'utilizzo del satellite per fare foto, fino a compromettere sensori di bordo in modo da alterare la telemetria del satellite". "Queste challenge - prosegue Prudenzano - avevano varie complicazioni come, ad esempio, la necessità di calcolare le orbite del satellite in modo da decidere in quali finestre temporali lanciare gli exploit; calcoli con i quaternioni per muovere la fotocamera ed agire su alcuni sensori, calcolare i tempi per i task e via dicendo. Ci vogliono 5 minuti per scaricare una foto dal satellite; quindi, bisogna sapere quale finestra temporale è abbastanza grande"

Quello maturato a Las Vegas, per gli Hacker etici pisani, è un risultato che arriva da lontano, da quando, nel 2019 hanno iniziato a partecipare, con l'Università di Pisa, al progetto CyberChallenge.IT, il programma italiano di addestramento alla cybersecurity per giovani talenti, coordinato dal CINI e patrocinato dal Ministero della Difesa, dove questi ragazzi hanno subito sorpreso, qualificandosi terzi alla competizione nazionale del 2019 e vincendo quella del 2020, mentre l’anno scorso sono arrivati quarti.

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