Nato a Napoli nel 1946, il professor Bruno Mazzoni è stato allievo di Alberto Varvaro presso l'Università Federico II di Napoli, svolgendo attività di ricerca in Romania grazie a una borsa di studio. Impegnato nella didattica dell'italiano fra l'Università di Bucarest e l'Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca, dal 1976 è stato assistente ordinario presso l'Università della Calabria. Dopo periodi trascorsi all'Università di Roma e all'Università di Firenze, è stato chiamato nel 1984 dall'Università di Pisa, dove nel 2004 è diventato professore ordinario, ricoprendo l'insegnamento di Letteratura romena sia per il corso di studio triennale in Lingue, sia per il corso di studio magistrale in Traduzione.
Un concreto lavoro istituzionale distingue la sua biografia, sempre nel codice dell'equilibrio e della coscienza critica, per garantire dignità e spazio al sapere di area umanistica: dal 2001 al servizio delle biblioteche, dal 2005 al servizio della didattica e dal 2006, con duplice mandato, quale preside della facoltà di Lingue e letterature straniere, successore dell'emerito Giuseppe Di Stefano, e quale membro del Senato accademico. Custode severo dell'indispensabile parallelismo fra letteratura e lingue nel rapporto vigile con le culture straniere, ha favorito la crescita nella sua facoltà della riflessione teorica sulla letteratura.
Dal 2012 è vicedirettore del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica: nel nuovo assetto dell'Università di Pisa, la sua capacità di analisi ha un ruolo prezioso nell'interpretazione dei delicati snodi che marcano la transizione della ricerca e della didattica in area umanistica verso un futuro complesso e non sempre certo. In campo nazionale, Bruno Mazzoni guida l'AIR, l'Associazione di docenti della sua disciplina, fondata nel 1998 per iniziativa di Alexandru Niculescu, e anima con tenacia il dibattito, in questa fase molto serrato, fra Ministero, ANVUR e CUN.
Ricco e di alto profilo è il risultato della sua ricerca, sempre costellato da contributi originali e ineludibili per la storia della riflessione sulla Letteratura romena fra Ottocento e Novecento. Prova riconosciuta della sua formazione filologica è nel 1999 l'edizione critica dei testi custoditi nel Cimitero Gioioso di Sapanta, la Spoon River di terra romena. Tra i principali protagonisti della traduzione in italiano della letteratura romena, il professor Mazzoni ha offerto al pubblico le pagine classiche di Tudor Arghezi, del matematico Ion Barbu, di Nichita Stanescu, le pagine surreali del giovane, sventurato Max Blecher, le opere poetiche di Ana Blandiana e nel 2000, 2003 e nel 2007 le opere in prosa e le opere poetiche del grande Mircea Cartarescu, ad esempio "Nostalgia", "Travesti", "Orbitor". Del 2012 è la traduzione della giocosa raccolta "Ion" di Herta Müller, voce del dissenso contro la dittatura romena e Nobel per la Letteratura del 2009.
Nel 2004 il professor Bruno Mazzoni ha vinto il Premio nazionale per la traduzione e ha ricevuto il dottorato honoris causa dall'Università di Bucarest e dall'Università Occidentale di Timisoara. Membro dell'Associazione di Studi sull'Europa del Sud-Est di Bucarest, e membro dell'Associazione di Onomastica e Letteratura di Pisa, nel 2002 ha ricevuto l'Ordine Nazionale "Pentru Merit", istituito nel 1931 da re Carlo II.
Il professor Bruno Mazzoni è un tramite instancabile fra la terra romena, la Moldova, la Transilvania, il Banato, la Muntenia, e il nostro paese; un tramite fra culture a un tempo così lontane, per il poderoso innesto slavo, e così vicine, per le lingue di ceppo latino; un tramite, infine, sempre razionale, tenace, illuminista, in organico rapporto con la sua gioviale radice partenopea.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l'Ordine del Cherubino al professor Bruno Mazzoni.