BioVaria 2022: l’Università di Pisa partecipa con una tecnologia innovativa per la cura dei tumori
L'Università di Pisa ha partecipato anche quest’anno a Biovaria, evento europeo di due giornate dedicate al business e match making nel campo delle Scienze della Vita, avente focus sulle tecnologie e brevetti del settore sanità e biomedicale.
La tecnologia, selezionata tra le 43 candidature pervenute a Netval, riguarda l’invenzione “Melanocortin Agents for Tumor Therapy” sviluppata da Guido Bocci, professore di Farmacologia al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.
L’invenzione rientra nel campo dei trattamenti terapeutici delle patologie tumorali, in particolare dei tumori solidi come il melanoma, i tumori del tratto gastroenterico e il carcinoma tiroideo. L’impiego di un antagonista del recettore 4 della melanocortina offre una nuova possibile target therapy nel trattamento delle patologie tumorali, andando a contrastare la possibilità di recidive.
In Toscana 340mila euro per la ricerca di base sulle malattie genetiche rare
Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.
Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.
Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.
Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.
Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.
I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.
Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.
“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.
“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.
Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/
Inchini e ‘sorrisi’, ecco svelato il linguaggio dei cani quando giocano
Un inchino per incitare al gioco e un ‘sorriso’ per rassicurare nel caso di azioni potenzialmente ambigue come morsi o spinte. E’ questo il significato di due segnali molto comuni emessi dai cani durante il gioco secondo le ricerche di un gruppo di etologhe dell’Università di Pisa pubblicate sulle riviste Current Zoology e Animal Behaviour.
Le studiose si sono concentrate su una specifica razza, il Cane Lupo Cecoslovacco, fra le più vicine alla controparte selvatica, il lupo. Dopo aver visionato più di 15 ore di video, sono quindi riuscite ad estrarre 822 ‘sorrisi’ o facce da gioco e 76 inchini, che sono stati poi analizzati in modo estremamente dettagliato.
In particolare, la faccia da gioco è un’espressione facciale caratterizzata dall’apertura rilassata della bocca che somiglia fortemente al sorriso umano e a quello di numerose specie di scimmie. Di fatto per i cani ha la stessa funzione che per noi hanno gli smiles quando scriviamo un messaggio di testo che potrebbe essere frainteso. L’inchino è invece una postura che coinvolge tutto il corpo dell’animale e che viene eseguito quando il compagno di gioco comincia a perdere interesse e a rispondere alle azioni in modo rallentato. È a questo punto della partita che il giocatore più motivato si mette “in posa” inchinandosi per risvegliare la voglia di giocare nel partner.
“Il cane è uno dei più popolari, se non il più popolare, tra gli animali da compagnia, e chiunque ne possieda uno è interessato a capirne il linguaggio– spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano coordinatrice delle ricerche – grazie a questi studi si possono comprendere, un tassello alla volta, i raffinati segnali comunicativi che questi animali hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva per comunicare con i propri simili e con noi”.
Le ricerche pubblicate su Current Zoology e Animal Behaviour sono state ideate e condotte dall’Unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il contributo di Veronica Maglieri, dottoranda della professoressa Palagi, di Fosca Mastrandrea studentessa magistrale del corso in “Conservazione ed Evoluzione” e di Anna Zanoli Dottore di Ricerca all’Università di Torino e collaboratrice del team pisano. Le ricerche hanno avuto il contributo dell'agenzia formativa "hashtag formazione e benessere".
Escursione CAI alla Grotta del Monticello
Il 21 maggio la Sezione CAI di Pisa organizza un'escursione speleologica alla Grotta del Monticello, sui monti Pisani.
La grotta del Monticello è tra le più belle grotte dei Monti Pisani per la quantità e la varietà delle concrezioni calcaree che contiene: stalattiti e stalagmiti, piccole e grandi colonne, stalattiti a ventaglio, eccentriche, aragoniti, colate su pareti, canne d’organo.
L'attività è concepita come una introduzione molto semplice alla speleologia e alle tecniche speleologiche, ed è adatta anche per neofiti.
Per motivi organizzativi, la partecipazione è limitata ad un massimo di 20 studenti.
Vai alla pagina con info e form per l'iscrizione
Kit di accoglienza per chi fa ricerca in Unipi
https://start.unipi.it/docenti/strumenti-d/kit-del-personale-ricerca-neoassunto/
Inchini e ‘sorrisi’, ecco svelato il linguaggio dei cani quando giocano
Un inchino per incitare al gioco e un ‘sorriso’ per rassicurare nel caso di azioni potenzialmente ambigue come morsi o spinte. E’ questo il significato di due segnali molto comuni emessi dai cani durante il gioco secondo le ricerche di un gruppo di etologhe dell’Università di Pisa pubblicate sulle riviste Current Zoology e Animal Behaviour.
Le studiose si sono concentrate su una specifica razza, il Cane Lupo Cecoslovacco, fra le più vicine alla controparte selvatica, il lupo. Dopo aver visionato più di 15 ore di video, sono quindi riuscite ad estrarre 822 ‘sorrisi’ o facce da gioco e 76 inchini, che sono stati poi analizzati in modo estremamente dettagliato.
In particolare, la faccia da gioco è un’espressione facciale caratterizzata dall’apertura rilassata della bocca che somiglia fortemente al sorriso umano e a quello di numerose specie di scimmie. Di fatto per i cani ha la stessa funzione che per noi hanno gli smiles quando scriviamo un messaggio di testo che potrebbe essere frainteso. L’inchino è invece una postura che coinvolge tutto il corpo dell’animale e che viene eseguito quando il compagno di gioco comincia a perdere interesse e a rispondere alle azioni in modo rallentato. È a questo punto della partita che il giocatore più motivato si mette “in posa” inchinandosi per risvegliare la voglia di giocare nel partner.
“Il cane è uno dei più popolari, se non il più popolare, tra gli animali da compagnia, e chiunque ne possieda uno è interessato a capirne il linguaggio– spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano coordinatrice delle ricerche – grazie a questi studi si possono comprendere, un tassello alla volta, i raffinati segnali comunicativi che questi animali hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva per comunicare con i propri simili e con noi”.
Fosca Mastrandrea (autrice dei disegni) a sx; Elisabetta Palagi e Veronica Maglieri in alto a dx; Anna Zanoli in basso a dx
Le ricerche pubblicate su Current Zoology e Animal Behaviour sono state ideate e condotte dall’Unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il contributo di Veronica Maglieri, dottoranda della professoressa Palagi, di Fosca Mastrandrea studentessa magistrale del corso in “Conservazione ed Evoluzione” e di Anna Zanoli Dottore di Ricerca all’Università di Torino e collaboratrice del team pisano. Le ricerche hanno avuto il contributo dell'agenzia formativa "hashtag formazione e benessere".
In Toscana 340mila euro per la ricerca di base sulle malattie genetiche rare
Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.
Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.
Il gruppo di ricerca pisano con, da sinistra, il dottor Matteo Digregorio, la dottoressa Chiara De Cesari, il professor Massimiliano Andreazzoli, il dottor Davide Martini.
Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.
Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.
Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.
I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.
Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.
“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.
“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.
Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/
Indette le elezioni del Rettore per il sessennio accademico 2022/2028
Il decano dei professori ordinari dell'Università di Pisa, professor Giuseppe Buttazzo, ha disposto venerdì 13 maggio il provvvedimento con cui sono indette le elezioni del Rettore per il sessennio accademico 2022/2028. Questo il calendario riportato nell'articolo articolo 1 del provvedimento:
- Convocazione del corpo elettorale e presentazione delle candidature con i relativi programmi: 5 settembre 2022
- Formalizzazione delle candidature con relativa sottoscrizione: 6, 7, 8 ,9, 12, 13, 14 settembre 2022
- I turno di votazione: 20, 21, 22, 23 settembre 2022
- II turno di votazione: 3, 4, 5, 6 ottobre 2022
- Ballottaggio: 11, 12, 13, 14 ottobre 2022
Nell'articolo 2 si precisa che la riunione del corpo elettorale si svolgerà il giorno 5 settembre 2022, alle ore 10.00, presso il Polo Didattico Carmignani, Aula Magna, Piazza dei Cavalieri, 8, Pisa. Al termine della riunione del corpo elettorale, coloro che hanno presentato la candidatura nel corso della riunione dovranno procedere alla relativa formalizzazione. Gli elettori che intendono sottoscrivere le candidature dovranno presentarsi presso l’Amministrazione, Palazzo Vitelli, muniti di un documento di riconoscimento, nei giorni 6, 7, 8, 9, 12, 13, 14 settembre 2022, dalle ore 9.00 alle ore 13.30 e dalle ore 15 alle ore 17.30.
Leggi il provvedimento di indizione (Prot.: 0063605/2022 del 13/05/2022 - Decreti rettorali - 823/2022)
Intitolato al professor Antonio Salvetti il Centro ipertensione dell'Aoup
È stato un partecipatissimo omaggio quello tributato venerdì 13 maggio al professor Antonio Salvetti in occasione dell'intitolazione alla sua memoria del Centro regionale di riferimento per la diagnosi e terapia dell’ipertensione e dell’ipotensione arteriosa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana.
Presenti alla cerimonia tutti i suoi familiari, moglie e figli, insieme al professore Stefano Taddei, che ha fatto gli onori di casa in quanto responsabile del Centro che afferisce all’Unità operativa di Medicina 1 da lui diretta.
A ricordare la figura dell'illustre clinico scomparso a 85 anni nel febbraio dello scorso anno, c'erano il sindaco di Pisa Michele Conti, il direttore generale dell’Aoup Silvia Briani, il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, professionisti dell’Aoup e tanti altri suoi colleghi giunti da ogni parte d'Italia per rievocare, con testimonianze scientifiche, ricordi personali e simpatici aneddoti, la figura di un eccellente medico internista, ricercatore, clinico e accademico rigoroso, precursore di studi pionieristici sull'ipertensione - che resta tuttora la prima causa di morte nel mondo - ma anche un uomo con uno spessore umano profondo che non tardava a palesarsi dietro un carattere apparentemente burbero.
Un doveroso omaggio quindi a una figura di spicco nel settore della medicina interna e soprattutto dei meccanismi patogenetici dell’ipertensione arteriosa, come è testimoniato da oltre 400 lavori da lui pubblicati negli anni su riviste internazionali di grande prestigio.
Fu il professor Salvetti a fondare a Pisa, nel 1980, il Centro per la diagnosi e la cura dell’ipertensione arteriosa che gli è stato intitolato con una targa e che, negli anni, è diventato di riferimento regionale e di eccellenza europea per la qualità della ricerca scientifica. In particolare il docente - che nel corso della sua carriera clinica, accademica e di ricerca, ha ricoperto a lungo incarichi di direzione in Medicina interna, sia di struttura complessa sia di Dipartimento sia dell’omonima scuola di specializzazione dell’Università di Pisa, formando allievi senza mai sacrificare la pratica clinica quotidiana – aveva focalizzato i suoi studi nel campo delle malattie cardiovascolari sul sistema renina-angiotensina, sulla funzione e disfunzione endoteliale e sulle alterazioni strutturali vascolari e cardiache dell’organismo, conducendo ricerche di rilevanza nazionale e internazionale, oltre a far parte delle principali società scientifiche nazionali.
Nel 2000 aveva ricevuto un premio “ad hoc” della Società italiana dell’ipertensione arteriosa per il suo contributo scientifico e, nel 2007, l’Università di Pisa l’aveva insignito dell’Ordine del Cherubino.
Oggi il Centro da lui fondato – che esegue circa 6.000 visite l’anno e circa 5000 prestazioni strumentali (ecocolor-doppler cardiaco e dei vasi cerebro-afferenti, ecografia addominale ed ecocolor-doppler delle arterie renali) si occupa di: diagnosi e terapia delle forme secondarie di ipertensione; di ipertensione difficile da trattare (cioè non controllata con l’approccio terapeutico di routine); di ipertensione complicata da gravi patologie (infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco o insufficienza renale).
La prevalenza dell’ipertensione oggi è molto elevata: ne soffre circa il 20% della popolazione generale. In Toscana si calcola che ci siano quindi circa 700.000 ipertesi.
La cura di questo fattore di rischio cardiovascolare è essenzialmente a carico del medico di famiglia anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, la patologia ha una base genetica (ipertensione essenziale). C’è tuttavia un 15-20% di casi in cui l’ipertensione dipende da cause generalmente endocrine o renali (ipertensione secondaria). Di queste e delle altre forme più ‘complesse’ di ipertensione si occupa il Centro dell’Aoup.
I pazienti che vi afferiscono vengono inquadrati con una prima visita e indirizzati al follow-up terapeutico oppure inseriti in percorsi di day-service attraverso esami di laboratorio e strumentali con cui si riesce a capire se si tratta di una forma secondaria e a stabilire il grado di gravità della patologia. In casi selezionati, i pazienti con un quadro clinico estremamente compromesso vengono ricoverati.
Il Centro svolge anche un’attività di validazione e sviluppo di terapie innovative. Al momento attuale è una delle poche strutture italiane in grado di poter utilizzare la denervazione delle arterie renali, una nuova tecnica che, attraverso il cateterismo delle arterie renali, consente di bloccare le afferenze del sistema nervoso simpatico in modo da ridurre i valori pressori. Lo studio è portato avanti grazie a un progetto della Regione Toscana, allo sforzo dell’Aoup e alla collaborazione con la Sezione dipartimentale Laboratorio Emodinamica (professoressa Anna Sonia Petronio e dottor Marco De Carlo).
(fonte: Ufficio Stampa AOUP)
“La magia di tornare bambini”, il primo cortometraggio sul Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa
Un distinto e anziano signore si affaccia davanti alla Certosa di Pisa a Calci, entra nel Museo di Storia Naturale, ne attraversa le sale e le gallerie e si sofferma su alcuni esemplari fino a quando, immerso tra le meraviglie della Wunderkammer, ritorna magicamente bambino, riscoprendosi esploratore curioso e appassionato delle infinite bellezze custodite in quella sede. È questa la trama, semplice ed elegante, che ispira il primo cortometraggio realizzato sul Museo dell’Università di Pisa, dal titolo “La magia di tornare bambini”, nato per raccontare, promuovere e valorizzare la sua storia, le sue collezioni ed esposizioni, con al centro la sua capacità di suscitare emozioni nel visitatore.
Utilizzando un linguaggio che unisce immagini e musica, la storia si snoda lungo una giornata, dal mattino - quando il signore arriva al Museo - sino al tardo pomeriggio, quando ne esce. Il luogo, le persone, i reperti, le sale, tutto viene presentato come in un viaggio, all’interno del quale lo spettatore è portato a immedesimarsi con il visitatore e a percepire il Museo sia come contenitore di preziosi reperti, sia e soprattutto come scrigno di impressioni uniche e personali.
L'idea del cortometraggio è nata all'interno del Museo che ne ha curato la progettazione e la sceneggiatura, e ha visto la collaborazione di diverse persone e strutture. Il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) ha avuto un ruolo importante, coordinando la regia, le riprese e il montaggio e realizzando le musiche originali, a testimonianza di come il confluire in un unico Centro delle varie realtà professionali già operanti nell’Ateneo in ambito multimediale, musicale e della comunicazione, oltre che editoriale, possa favorire la realizzazione di prodotti culturali di qualità. Grande disponibilità a far parte del progetto è stata assicurata dagli interpreti, in maniera volontaria e sempre con grande entusiasmo.
“Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è una delle risorse turistiche, oltre che scientifiche, più importanti del nostro territorio. – ha commentato il rettore Paolo Mancarella – Promuoverlo in questo momento è fondamentale per dare maggior solidità alla ripartenza dell’economia pisana. Il fatto poi che questo spot nasca da una collaborazione tutta interna all’Università, tra due Centri di Ateneo - il Museo di Storia Naturale e il CIDIC - mi pare un ulteriore segnale positivo. Solo basandosi su una comunità coesa e capace di collaborare, infatti, si può mantenere alta l’eccellenza di un’Università come la nostra”.
“Il Museo – ha aggiunto il direttore Damiano Marchi - raccoglie un patrimonio di grande rilievo storico e scientifico, frutto di oltre quattrocento anni di ricerca naturalistica dell’Ateneo pisano. Oltre a essere un riferimento culturale per la comunità, accoglie oggi i visitatori con un’esperienza immersiva e ricca di significati. Ci auguriamo che il video, oltre a raccontare le esposizioni, possa trasmettere l’emozione che una visita al Museo può suscitare nei visitatori di ogni età”.
Il video è disponibile sul canale YouTube del Museo e dell’Università, all’indirizzo: https://youtu.be/WSnrtUOWAj8