L'Università di Pisa dedica un approfondimento e una riflessione al progetto industriale, sociale e culturale avviato da Adriano Olivetti in Toscana. La ricerca, che parte dal percorso fotografico sulle architetture olivettiane di Ivrea, curato dal fotografo di architettura Gianluca Giordano, è frutto dell'iniziativa del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, di quello di Civiltà e Forme del Sapere e del Museo degli Strumenti per il Calcolo, in collaborazione con la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti e con l’Associazione Archivio Storico Olivetti. In particolare, il gruppo di lavoro comprende la professoressa Denise Ulivieri, ricercatrice di Storia dell'Architettura, il professor Marco Giorgio Bevilacqua, presidente del corso di laurea magistrale in Ingegneria edile-architettura, i professori Fabio Gadducci e Giuseppe Lettieri, rispettivamente direttore e vice-direttore del Museo degli Strumenti per il Calcolo, il professor Sandro Paci del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, le dottoresse di ricerca Stefania Landi e Lucia Giorgetti, del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni.
I primi risultati saranno diffusi con una mostra fotografica che sarà inaugurata al Museo degli Strumenti per il Calcolo durante l’Internet Festival, dal 5 all'8 ottobre prossimi. Il Museo conserva una preziosa collezione di mainframe Olivetti degli anni Sessanta, oltre alla Calcolatrice Elettronica Pisana, il primo calcolatore scientifico costruito in Italia. Frutto di una joint venture fra Università di Pisa e la stessa azienda di Ivrea, la CEP simboleggia la perfetta integrazione e sinergia tra impegno produttivo, società e cultura nel panorama italiano e internazionale di Olivetti.
Le architetture toscane della Olivetti indagate attraverso immagini – fotografie realizzate da celebri fotografi, istantanee degli architetti ideatori di tali architetture, scatti realizzati per le riviste di settore e non, le raccolte relative all’uso collettivo degli spazi – stimolano un dialogo immediato e diretto. Gli edifici toscani testimoniano, infatti, “l’idea di una comunità concreta” attraverso la loro configurazione architettonica, il loro rapporto con il territorio e la loro organizzazione degli spazi.
Ciò nonostante l’urbanistica e l’architettura costituiscono parte essenziale di un pensiero, quello di Adriano Olivetti, ancora più vasto, che mette al centro l'economia, la società e la comunità.
Il "viaggio espositivo" si articolerà, dunque, in una serie di percorsi conoscitivi con lo scopo di raccontare temi, eventi, personaggi che hanno segnato intimamente la vicenda di Adriano Olivetti in Toscana: l’incontro con Carlo Ludovico Ragghianti che avviene nel campo della "diffusione della cultura" e tutte le iniziative a esso collaterali, così come la rete delle relazioni che il critico Ragghianti intreccia con studiosi, artisti e personalità legati direttamente o indirettamente all’azienda Olivetti. E ancora, i Centri comunitari della Valdera dove gli “urbanisti condotti” affrontano i temi dell’urbanistica fra gli operai e i contadini, o il Laboratorio di Ricerche Elettroniche Olivetti ospitato nelle immediate vicinanze di Pisa dove un gruppo di giovani ricercatori guidati da Mario Tchou lavora alla realizzazione dell’Elaboratore Elettronico Aritmetico - Elea.
La ricerca, tuttora in corso all’Associazione Archivio Storico Olivetti, alla Fondazione Ragghianti di Lucca e ad altri archivi, arricchirà di significato le immagini in mostra, ricostruendo l’esperienza toscana di Adriano Olivetti con materiali documentari inediti e rivelando inaspettati risvolti sociali e culturali propri dell'esperienza del grande industriale di Ivrea.
Foto in alto: la professoressa Ulivieri alla conferenza di presentazione del progetto tenuta a Milano negli scorsi giorni.
Foto al centro: l'Olivetti Programma 101, da molti considerato il primo esempio di personal computer.
Foto in basso: Officine ICO, Ivrea, architetti Luigi Figini, Gino Pollini, foto di Gianluca Giordano.