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Fare il punto, una storia a ritroso della localizzazione dal GPS a Tolomeo

Sergio Giudici del dipartimento di Fisica è autore del volume edito da Mondadori

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fare_il_punto.jpgFare il punto, una storia a ritroso della localizzazione dal GPS a Tolomeo è l'ultimo libro a carattere divulgativo di Sergio Giudici, ricercatore di Fisica sperimentale all'Università di Pisa, un volume uscito per Mondadori Università con la prefazione di  Roberto Casati dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi.

Negli ultimi anni, accanto alla sua attività di ricerca che riguarda la Fisica delle Particelle Elementari come collaboratore presso alcuni esperimenti al CERN di Ginevra, Giudici ha affiancato un impegno crescente nell'insegnamento realizzando percorsi didattici per il Piano Nazionale Lauree Scientifiche, per Pianeta Galileo del Consiglio Regionale della Toscana e come coordinatore della Ludoteca Scientifica di Pisa.

Ecco di seguito una presentazione a sua firma del volume.

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“Fare il punto” è una espressione del linguaggio marinaresco e significa guardarsi intorno per stabilire la posizione dell’imbarcazione. Trovare il punto era il compito tradizionalmente affidato al timoniere: il solo uomo a bordo che non era tenuto a remare o a manovrare le vele ma al quale spettava il compito di mantenere la rotta corretta osservando il paesaggio. Il timoniere era un filosofo del mare: un po’ navigatore, un po’ astronomo ma anche meteorologo e geografo e spesso come allegoria di chi è chiamato a reggere il timone della città e governare la cosa pubblica. Nei secoli il timoniere-filosofo si è specializzato diventando l’ufficiale di rotta dei moderni e, più recentemente, si è trasformato in qualcosa di ancora più diverso, è diventato un dispositivo elettronico: il GPS [...] Se la superficie terrestre fosse grande come un campo da calcio, l’incertezza nella localizzazione satellitare corrisponderebbe ad un cerchietto di raggio pari a qualche centesimo di millimetro: meno dello spessore di un capello!.

Il libro cerca di raccontare a livello divulgativo come funziona il GPS e lo fa muovendosi lungo due direzioni: dalla superficie verso la profondità e procedendo a ritroso nel tempo. L’idea è “sollevare” il coperchio del ricevitore e mostrare come esso racchiuda una parte considerevole di conoscenze: astronomia, ottica, fisica dell’atmosfera, cartografia, geografia fisica, meccanica celeste e le nuove meccaniche del XX secolo. Cosa capiterebbe se togliessimo ad uno ad uno questi “ingranaggi” concettuali? Finiremmo per fare il punto come i navigatori del Rinascimento, scrutando le stelle e le eclissi o, come Galileo, cercando la longitudine nei satelliti di Giove. Continuando incontriamo gli obelischi di Tolomeo ed infine Ulisse che torna a casa grazie alle costellazioni e con l’aiuto di una divinità, la ninfa Calipso.

Orologi atomici e “sfera delle stelle fisse” dimorano entrambi nel GPS e dunque per comprendere davvero il sistema si deve tornare indietro: dalla precisione ultra-contemporanea al mondo antico del pressapoco e del mito. La localizzazione satellitare non è solo una utile tecnologia ma anche una occasione didattica per una importante lezione: grazie alla immaginazione scientifica, le fantasie mutano in teorie e queste, qualche volta, riescono a diventare teoremi e sistemi.

Sergio Giudici

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  • 6 settembre 2017

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