Con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e in accordo con la Soprintendenza Archeologica per la Toscana, la divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa sta conducendo a Lucca lo studio antropologico e paleopatologico completo delle sepolture ritrovate nella Cappella di S. Lucia, annessa al complesso di S. Francesco, utilizzata come cappella privata e funeraria dalla famiglia Guinigi. Il progetto di studio, che segue il modello ormai collaudato per le serie dei Granduchi dei Medici di Firenze, dei della Rovere di Urbino e dei sovrani aragonesi di Napoli, ha già permesso di ottenere informazioni nuove sull'aspetto fisico, sullo stile di vita e sulle malattie degli esponenti di questa importante famiglia lucchese.
Al momento attuale delle ricerche, sono state studiate tre sepolture in connessione, archeologicamente riferibili alla fase della prima metà del '400, e i resti scheletrici di una tomba plurima a cassone in muratura, utilizzata dai Guinigi come sepoltura di famiglia dal XIV secolo alla prima metà del XVII secolo.
Nella tomba a cassone sono stati rinvenuti i resti scheletrici, non in connessione, di almeno 48 individui: 17 di sesso femminile, 11 di sesso maschile e 20 di sesso non determinabile. Sono presenti anche 5 bambini di età inferiore ai 13 anni e 4 adolescenti tra i 13 ei 19 anni, mentre 14 individui risultano deceduti tra i 20 e i 29 anni, 3 tra i 30 e i 39, 8 tra i 40 e i 49 ed un solo individuo ha superato i 50 anni. Si tratta di un profilo demografico con un'elevata mortalità giovanile, da ritenere comunque in armonia con un campione di popolazione pre-industriale.
L'analisi paleonutrizionale isotopica degli individui della tomba a cassone, effettuata dal Centro di Ricerche Isotopiche per i Beni Culturali e Ambientali della seconda università di Napoli, ha rivelato un'alimentazione particolarmente ricca di proteine di origine animale, molto simile a quella dei Medici di Firenze e degli Aragonesi di Napoli.
L'altissima incidenza di carie dentaria (64,3% dei denti), superiore a tutte le serie coeve di confronto, depone fortemente non solo per una dieta ricca di zuccheri cariogeni raffinati, ma anche per una predisposizione familiare alla malattia.
Particolarmente interessanti sono risultate le tre tombe femminili.
Tomba 1:
Si tratta di una donna adulta di corporatura piuttosto gracile, di un'età antropologica compresa tra i 20 ed i 27 anni ed una statura di circa 158 cm, con alcune alterazioni scheletriche (probabile sublussazione della testa del femore destro, asimmetria vertebrale da possibile scoliosi, esiti di frattura della clavicola destra). Il profilo isotopico paleonutrizionale (15N e 13C) indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi del Cassone Nord, mentre l'isotopo 18O dei denti suggerisce un'origine non lucchese. Quindi, potrebbe trattarsi sia di Piagentina dei Varano (+1416), dei signori di Camerino, che di Ilaria del Carretto (1379-1405), proveniente dal castello di Zuccarello (Savona). Però, mentre Piagentina visse a Lucca per circa 9 anni e il suo profilo isotopico alimentare, in base al turnover osseo, doveva essersi uniformato a quello dei Guinigi, Ilaria morì a meno di 2 anni dal matrimonio, mantenendo il profilo isotopico originale, diverso da quello dei Guinigi, come nell'individuo in studio.
È quindi molto probabile che i resti della Tomba 1 siano da attribuire a Ilaria del Carretto, benché ulteriori accertamenti siano indispensabili per avere la sicurezza dell'attribuzione.
Infatti la certezza potrebbe essere ottenuta attraverso ulteriori approfondimenti isotopici e molecolari. Per quanto riguarda gli isotopi dell'ossigeno è necessario conoscere la concentrazione del 18O nelle acque di Zuccarello (dove è nata e vissuta Ilaria, prima del matrimonio con Paolo Guinigi) all'epoca di Ilaria. Ciò potrebbe essere effettuato analizzando campioni ossei umani o animali coevi provenienti da Zuccarello. Un'altra indagine potrebbe essere quella del DNA mitocondriale in qualche discendente di Ilaria della linea materna, alcuni dei quali già individuati ma di difficoltoso reperimento.
Tomba 2
Si tratta di una donna adulta di corporatura massiccia, ma con inserzioni muscolari poco sviluppate, di un'età antropologica compresa tra i 22 ed i 30 anni ed una statura di circa 167 cm, il cui bacino rivela pochi parti. Il profilo isotopico paleonutrizionale (15N e 13C) indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi del Cassone Nord, mentre l'isotopo 18O dei denti suggerisce un'origine non lucchese. Poiché a corredo della sepoltura è stata rinvenuta una bolla papale di Martino V, che regnò tra il 1417 ed il 1431, i resti scheletrici dovrebbero essere quelli di Jacopa Trinci, dei signori di Foligno, che sposò Paolo Guinigi nel 1420 e morì nel 1422, dopo la seconda gravidanza, dopo aver partorito una bambina.
Tomba 3:
Si tratta di un'adolescente di un'età antropologica compresa tra i 12 ed i 16 anni ed una statura di circa 160 cm. Il profilo isotopico paleonutrizionale (15N e 13C) indica un tipo di alimentazione uguale a quella dei Guinigi del Cassone Nord, mentre l'isotopo 18O dei denti ne suggerisce l'origine lucchese. I dati ottenuti indicano una possibile identificazione con la prima moglie di Paolo Guinigi, Maria Caterina degli Antelminelli (+1400) che, in base ai documenti, morì proprio attorno ai 12 anni di età, forse di peste, la cui eventuale diagnosi sarà possibile con tecniche paleo-immunologiche e molecolari.
Restano ancora da sottoporre ad analisi antropologica e paleopatologica i resti scheletrici provenienti dal Cassone Sud e parte di quelli provenienti da un ossario.