In occasione dei 95 anni dalla fondazione, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha dedicato un’intera giornata (con l'inaugurazione di una stele, un convegno e una mostra) al professor Vito Volterra (Ancona, 1860 – Roma, 1940), fondatore e primo presidente del Cnr. Volterra è stato matematico, senatore, fondatore della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips) e presidente dell’Accademia dei Lincei. È stato un intransigente antifascista rifiutandosi, da scienziato e da senatore nominato da Giolitti nel 1905, di giurare fedeltà al regime, sottoscrivendo il “Manifesto Croce” degli intellettuali antifascisti.
Volterra ha iniziato la sua formazione accademica all'Università di Pisa, per poi entrare alla Scuola Normale. A soli 23 anni, pochi mesi dopo la laurea, ha vinto il concorso all’Università di Pisa per la cattedra di Meccanica Razionale. Nel 1887 è stato promosso ordinario e nel 1892 è diventato preside della Facoltà di Scienze. Subito dopo, tuttavia, il professor Volterra ha deciso di abbandonare la sede pisana, accettando il trasferimento prima all’Università di Torino e poi a quella di Roma.
Massimo Inguscio, presidente nazionale del Cnr, ha ricordato la figura di Vito Volterra: "professore universitario a 23 anni - ha detto - si oppose con coraggio alle leggi razziali del regime fascista, fu scienziato di fama mondiale, senatore, ispiratore e fondatore del CNR 95 anni fa, e credeva in una società basata sulla scienza e che lo sviluppo economica-industriale del Paese derivasse dalla ricerca. In questa sua visione, Volterra colse tra i primi in Italia e nel mondo il ruolo chiave dell’interdisciplinarietà e della sinergia virtuosa tra università, ricerca pubblica, organismi statali e industria per favorire lo sviluppo nazionale. Nella visione di Volterra i metodi matematici che avevano dato grandi risultati nelle scienze fisiche avrebbero potuto avere lo stesso successo una volta trasportati nei nuovi campi della biologia, dell’economia, delle scienze politico-sociali. Il CNR compie 95 anni celebrando il suo fondatore e organizzando un evento sulla cybersecurity perché i crimini collegati alla sicurezza digitale sono considerati la seconda emergenza in Europa, dopo il cambiamento climatico e prima dell’immigrazione”.
“Con il professor Volterra - ha detto Domenico Laforenza, presidente dell’Area della ricerca di Pisa del Cnr - nasce il Cnr che come ipotizzato e progettato dal suo fondatore mantiene la multidisciplinarietà come atto distintivo. Volterra è esempio di come il rigore scientifico si possa e si debba coniugare ad un grande senso di rettezza civica. Gli insegnamenti di Volterra sono trasversali a più campi di studio ed intuì la necessità del dialogo tra industria, economia e sapere. Quella stessa multidisciplinarietà e quella interazione col mondo produttivo, la si trova oggi in quel nuovo orizzonte di ricerca applicata che è la cybersecurity”.
Nicoletta De Francesco, prorettrice vicaria dell’Università di Pisa, ha voluto innnanzitutto sottolineare come "questa giornata - per l'alto valore della testimonianza del professor Volterra, uno dei 12 docenti italiani che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo, perdendo la cattedra universitaria - si pone idealmente in continuità con le manifestazioni del prossimo settembre, che ricorderanno gli 80 anni dalla firma delle leggi razziali a San Rossore. In questo ambito il nostro Ateneo renderà omaggio e risarcimento alla memoria di coloro che furono vittime delle discriminazioni, tra cui ci furono venti docenti e quasi trecento studenti espulsi e molti studenti ai quali fu impedita l’iscrizione dopo il 1938."
Ha poi citato alcuni dei documenti presenti nel fascicolo dello studente Vito Volterra custodito nell'Archivio storico dell'Ateneo a Montacchiello, in particolare il verbale dell'esame di laurea sostenuto il 30 giugno 1882, in cui si elencano le materie di esame e i nomi dei professori della Commissione. "Volterra - ha continuato la professoressa De Francesco - discusse una tesi di idrodinamica. Tra i membri della Commissione c'erano i due grandi maestri responsabili della 'doppia formazione' di Volterra: Ulisse Dini, docente di Analisi Superiore, che influì molto nel primo biennio di studi con la teoria rigorosa dei concetti fondamentali dell'Analisi Matematica; ed Enrico Betti, docente di Fisica Matematica e Presidente della Commissione, che lo indusse invece a spostare i suoi interessi verso l'area fisico-matematica. Il verbale si chiude con la formula che recita: 'Visto il resultato del suddetto Esame, il sig. Vito Volterra è stato approvato a pieni voti assoluti, e posta a partito la lode è stata questa approvata alla unanimità'”.