Biswanath Sarkar, direttore della divisione dei sistemi di refrigerazione di l’ITER Organization, ha visitato l’Università di Pisa accolto dai rappresentanti istituzionali dell’Ateneo e dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI). In particolare, Biswanath Sarkar ha visitato il laboratorio “Bruno Guerrini” dove il gruppo di ricerca del professor Donato Aquaro, vincitore di un bando di ricerca internazionale finanziato da ITER Organization, sta conducendo uno studio in scala reale del principale sistema di sicurezza del reattore a fusione nucleare, ITER, in costruzione in Francia nei pressi di Aix-en-Provence. L’ospite ha esaminato lo stato di avanzamento dell’impianto sperimentale per la qualificazione del principale sistema di sicurezza del reattore a fusione nucleare.
Biswanath Sarkar nella Sala Mappamondi del rettorato, salutato dal prorettore Walter Salvatore.
Biswanath Sarkar, nei colloqui con le autorità accademiche, ha affermato che l'Università di Pisa fornisce uno dei contributi più importanti al progetto ITER, qualificando il suo sistema di sicurezza principale. Ha ampiamente riconosciuto il contributo dell'Università di Pisa e ha ringraziato il team guidato dal professor Donato Aquaro e le autorità dell'Università.
ITER è un’organizzazione internazionale di cui fanno parte Unione Europea, USA, Federazione Russa, Cina, Giappone, India e Corea del Sud. Tale organizzazione finanzia il più grande e costoso esperimento mai effettuato precedentemente. Lo scopo del progetto è la dimostrazione della fattibilità di produrre energia dalla fusione nucleare con un impianto di taglia industriale ottenendo un plasma stabile.
Il team di ricerca del professor Aquaro studierà il ‘Vacuum Vessel Pression Suppression System’, ossia il sistema che garantisce il mantenimento della pressione entro i limiti ammissibili in caso di incidente nel componente principale del reattore, la camera a vuoto. Nell’interno di tale componente in condizione di vuoto quasi assoluto, avviene la reazione di fusione nucleare fra un nucleo di deuterio e uno di trizio nel plasma ad una temperatura di oltre 100 milioni di gradi. La reazione di fusione simula quella che avviene nel sole.
Biswanath Sarkar salutato dal professor Donato Aquaro.
Il plasma per le altissime temperature non deve venire in contatto con le pareti, pertanto viene messo in movimento in un recipiente torico (Tokamak) da elevatissimi campi elettromagnetici. Considerando le estreme condizioni operative, non si può escludere la possibilità di incidenti di rottura delle tubazioni di refrigerazione della parete affacciata al plasma. Il fluido refrigerante (acqua) potrebbe invadere il Tokamak e vaporizzare a causa delle elevate temperature, provocando la sua pressurizzazione. Per evitare il raggiungimento di valori di pressione pericolosi per la stabilità della struttura, viene attivato un sistema di sicurezza di riduzione della pressione con condensazione diretta del vapore in acqua, il ‘Vacuum Vessel Pression Suppression System’. Tale sistema è stato scelto dall’Autorità di Sicurezza per gli stress test sull’impianto.
Biswanath Sarkar, laureato in Fisica conseguita con medaglia d'oro e massimi voti presso l’Università di Aallahabad, in India, ha sviluppato programmi di ricerca, nell’Institute for Plasma Research di Ahmedabad, riguardanti temperature criogeniche, magneti superconduttori, sviluppo di materiali e tecnologie per reattori nucleari a fusione.