Serata eccezionale dal risultato senza precedenti quella di sabato 14 maggio al Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa. Oltre 1100 persone fra adulti e bambini si sono date appuntamento alla Certosa di Calci, partecipando alle molte attività in programma. Protagonisti della serata sono stati i dinosauri, i cui segreti e curiosità sono stati oggetto di esperienze pratiche, giochi per i più piccoli e visite guidate con particolare attenzione all’esposizione sugli scavi che il Museo sta realizzando in Patagonia e a quella sui dinosauri dei Monti Pisani. Qui è stata sperimentata anche la nuova tecnologia dei codici “data-matrix” che permette l’accesso personalizzato alle informazioni sui reperti esposti tramite cellulari e smartphone.
Oltre ai dinosauri, i visitatori hanno potuto ammirare anche tutte le altre sale, dove esperti dei vari settori erano a loro disposizione per spiegazioni e approfondimenti. Negli acquari, parte “viva” del Museo, sono stati presentati spettacolari pesci d’acqua dolce di tutto il mondo. Nel settore di Vulcanologia si è parlato dei vulcani attivi in Italia, mostrando i diversi tipi di rocce e simulando “vere” eruzioni con un vulcano in miniatura. Nell’aula di Protistologia, i protisti - particolari microrganismi unicellulari -sono stati spiegati con proiezioni, modelli tridimensionali e attraverso la loro osservazione diretta al microscopio.
Il direttore del Museo, Walter Landini, desidera ringraziare la delegata del direttore amministrativo per il Museo, Sabrina Balestri, e il personale delle sezioni di Paleontologia e dei servizi educativi che hanno contribuito al successo della serata: Chiara Sorbini, Angela Dini, Livia Chiappini, Silvia Sorbi, Patrizia Scaglia, Ivan Norscia, Simone Farina, Alessandra Bardi, Morgana Vighi, Martina Calamusa. Ringrazia inoltre Patrizia Landi, Ilaria Isola, Paola Dal Carlo, Marina Bisson dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Pisa; il professor Graziano di Giuseppe della Società italiana di Protistologia Onlus con il dottor Franco Cantarano e il Museo Civico di Rovereto. Un particolare ringraziamento va a Inna Razumova della Cooperativa Colser.