E' appena uscito "L'Italia dei cognomi" (Pisa University Press, dicembre 2012) a cura di Andrea Addobbati, Roberto Bizzocchi e Gregorio Salinero. Il volume rappresenta il contributo più recente e completo alla storia dei cognomi in Italia, frutto di un progetto di ricerca dell'Università di Pisa a cui hanno partecipato anche l'Université de Paris I, l'Universidad de Extremadura e l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Pubblichiamo di seguito un intervento di Andrea Addobbati ricercatore dell'Università di Pisa, che ha curato il volume.
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Quando si sono formati i cognomi? E in relazione a quali esigenze? La loro adozione è stata un'acquisizione definitiva, o ci sono state forme di denominazione concorrenti che ne hanno limitato e contrastato l'affermazione? Sono questi gli interrogativi su cui si sono cimentati specialisti di diverse discipline, dai linguisti, agli storici e agli antropologi, ai giuristi e storici del diritto, ai demografi, agli esperti di statistica e di genetica. E da qui è nato il volume "I cognomi d'Italia" (Pisa University Press, 2013) da me curato insieme a Roberto Bizzocchi e Gregorio Salinero.
La proposta di Roberto Bizzocchi d'indagare in maniera sistematica e interdisciplinare la questione del nome di famiglia data da diversi anni, ma è solo nel 2008 che un primo gruppo di studiosi, in gran parte giovani, ha potuto raccogliere la sfida. Ottenuto un finanziamento dall'Università di Pisa, il gruppo ha potuto iniziare le sue ricerche aggregando diversi altri colleghi italiani. In un secondo tempo, avvertendo la necessità di un confronto con gli studi condotti in altri ambiti nazionali, abbiamo avviato un proficuo rapporto di collaborazione con studiosi e ricercatori dell'Università di Extremadura, dell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, dell'École Française di Roma e infine dell'Università Parigi I - Sorbonne, che ha ritenuto di partecipare al progetto pisano, sia sul piano scientifico, sia condividendone gli oneri.
La collaborazione internazionale ha permesso di fare il punto sul "caso italiano". L'acquisizione più rilevante è stata la presa d'atto di una spiccata indeterminatezza del processo di diffusione e fissazione del cognome in Italia, se paragonato a quel che avviene nel resto dell'Europa latina. E contemporaneamente anche una profonda frattura, almeno dal punto di vista delle evidenze documentarie, tra l'Italia Settentrionale e quella Centrale - nel Mezzogiorno invece, nonostante la ricerca in questo caso non disponga ancora di dati sufficienti, l'avvento del cognome sembra che abbia seguito una periodizzazione più in linea con quella riscontrata al Nord.
Le diversità regionali appaiono quindi piuttosto marcate, con una precocità della fissazione ereditaria a Venezia, nelle aree urbane della Lombardia padana e anche in Piemonte dove la generalizzazione dell'uso del cognome pare aver preso le mosse già nel XIII secolo, per affermarsi completamente agli inizi del XVII, un'epoca in cui le popolazioni dell'Italia Centrale (Toscana, Marche, Romagna, Abruzzi) sono invece ben lontane da questo cambiamento antroponimico. Al centro della Penisola, infatti, specie nelle aree rurali, permangono per buona parte dell'Età Moderna, e spesso sono prevalenti, forme d'identificazione alternative al cognome, ottenute affiancando al nome di battesimo specificazioni patronimiche, toponomastiche, soprannomi, indicazioni di mestieri e appellativi diversi, che se in alcuni casi possono assolvere la stessa funzione del cognome, e designare il lignaggio d'appartenenza, non sono però ancora divenute delle designazioni stabili ed ereditarie.
La spiegazione di questa differenza fra Nord e Centro pare che debba essere ricondotta ad un concorso di cause, da una parte alla prassi amministrativa, più omogenea e uniforme al Settentrione, ma dall'altra alla dialettica infracomunitaria, che assume diversa strutturazione a seconda delle modalità di insediamento sul territorio, del particolare regime della proprietà e delle varie articolazioni economico-sociali. La fissazione dell'odierno sistema cognominale appare dunque come il frutto di un faticoso processo iniziato nel Medioevo e protrattosi per buona parte dell'Età Moderna. Furono soprattutto le istanze disciplinatrici delle istituzioni, dal censimento delle anime della Controriforma, al governo dei corpi dello stato moderno, ad imprimere finalmente una fissità burocratica all'uso, troppo spesso instabile ed evanescente, delle designazioni familiari. In particolare, la politica anagrafica delle burocrazie statali dell'800 non concederà, infatti, alcun margine di negoziazione in materia d'identificazione degli individui. Tutto il suo rigore poliziesco sarà ben esemplificato dal formulario a stampa, un ritrovato tanto semplice quanto drastico, capace di ridurre l'arbitrio interpretativo, imprimendo così regolarità a tutta l'azione amministrativa. Alle molte ambiguità onomastiche dell'Antico Regime i nuovi formulari della burocrazia napoleonica non riservarono alcuna casella.
Andrea Addobbati