Nella seconda metà di gennaio 12 studenti del dipartimento di Scienze della Terra hanno partecipato all’ICA-LAB, un campo scuola organizzato nel deserto peruviano della regione di Ica, non lontano dalle famose linee di Nazca, per svolgere ricerche in uno dei giacimenti paleontologici più importanti del mondo. L’iniziativa è stata organizzata dal dipartimento di Scienze della Terra e interamente finanziata dall’Università di Pisa nell’ambito dei progetti speciali per la didattica.
Rientrati in questi giorni in Italia, i ragazzi ci raccontano la loro avventura in Perù, rievocando la magia e i colori del deserto in cui hanno vissuto e lavorato per circa dieci giorni.
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“Buon rientro a casa ragazzi, grazie a tutti per la partecipazione, è stata una bellissima esperienza, ci vediamo a Pisa!”. Con queste parole studenti, professori e ricercatori si sono salutati all’aeroporto di Madrid il 25 gennaio 2019 concludendo ufficialmente il campo scuola ICA-LAB svoltosi nel deserto del Perù.
I protagonisti di questa spedizione siamo noi: Alice Belluzzo, Laura Bronzo, Guglielmo Di Stefano, Alessandro Favaroni, Raffaele Gazzola, Giacomo Gazzurra, Pietro Giacomini, Amedeo Martella, Marco Merella, Leonardo Nicodemi e Lorenzo Porta del corso magistrale in “Scienze e tecnologie geologiche”, e Sara Citron del corso magistrale di “Conservazione ed evoluzione”. Ci hanno accompagnato Giovanni Bianucci, Alberto Collareta, Anna Gioncada, Giovanni Sarti e Giancarlo Molli, docenti del dipartimento di Scienze della Terra, insieme ai ricercatori Giulia Bosio ed Elena Ghezzo rispettivamente dell'Università Milano Bicocca e dell'Università di Venezia e per ultimi, ma non meno importanti, tre guide peruviane che hanno affiancato il nostro team nelle calde giornate del deserto peruviano: Mario Urbina, Walter Aguirre e Jolao Chauca Luyo.
L’attività svolta durante il campo scuola ha avuto l'obiettivo, attraverso l'integrazione di conoscenze acquisite durante il percorso universitario, di studiare e comprendere l'evoluzione geologica strutturale e paleoambientale del bacino di Pisco, località desertica nel distretto di Ica, sulla costa peruviana sud-occidentale.
Le attività di studio e ricerca sono state accompagnate sia da momenti di svago che di difficoltà. Ci siamo dovuti confrontare con condizioni logistiche, climatiche e ambientali del tutto particolari e lontane dalle comodità a cui siamo abituati quotidianamente. Giornate di caldo torrido sono state seguite da fresche sere in cui la luna timida dietro leggeri banchi di nuvole ha fatto da padrona a un cielo ricco di stelle.
Durante i lunghi spostamenti per attraversare le incantevoli dune e i cerri del deserto, abbiamo potuto ammirare l'intenso verde della sporadica vegetazione che di tanto in tanto appariva in lontananza lungo il letto del Rio Ica. I continui “insabbiamenti” dei nostri pick-up ci riportavano con i piedi sulla calda sabbia del deserto. Ciò non bastava ad abbattere il nostro morale e rinunciare, al fresco delle ultime ore di luce, a qualche partita di calcio con i nostri professori, ricercatori e amici peruviani.
Impossibile dimenticare il nostro arrivo sul campo: la prima notte nel deserto sembrava non voler finire mai, dopo un viaggio a dir poco interminabile che ci aveva portati dal freddo dell’inverno italiano al caldo torrido dell’estate sudamericana. Ci siamo inoltrati nella notte su piste di sabbia che si perdevano tra le luci dei fari per poi riapparire tra le dune. Su quelle piste alcune delle nostre auto si sono insabbiate a pochi metri dall’arrivo. C’è chi ha scavato, chi ha spinto, chi da lontano ha cercato di coordinare le operazioni e chi nel mentre è riuscito persino a trovare un fossile nascosto in un nodulo dolomitico.
Erano le 3 del mattino ora locale e le 48 ore di viaggio, accompagnate da qualche riposino qua e là, avevano iniziato a farsi sentire. A quel punto abbiamo deciso di montare il nostro accampamento “provvisorio” per spostarci l'indomani mattina in un’altra zona non molto distante e stabilirci per quei, purtroppo, pochi giorni tra tende, scatolette di tonno e lavoro sotto il sole cocente.
Il nostro risveglio è stato accompagnato dal chiarore del mattino e da una temperatura che saliva troppo velocemente, ma fuori dalle nostre tende ci aspettava il deserto. Prima del viaggio avevamo visto tante foto e sentito tante parole, ma in quel momento, finalmente, eravamo lì: il deserto era di fronte a noi, un paesaggio immenso e maestoso che stava per regalarci un'avventura che mai dimenticheremo.