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Una tesi all'estero tra Mosca e Berlino alla scoperta della vita e delle opere di Natalia Sac

Il racconto di Sara Manzi che ha indagato l’attività artistica della regista teatrale russa

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Grazie al bando tesi all’estero 2018, Sara Manzi, studentessa del II anno del corso di laurea magistrale in Lingue, letterature e filologie euroamericane, ha potuto soggiornare per tre mesi a Mosca e poi, per dieci giorni, a Berlino. La tesi riguarda l’attività artistica e la vita di Natalia Sac (1903-1993), regista teatrale russa, fondatrice e organizzatrice di diversi teatri per bambini.

Le ricerche svolte a Mosca sul lavoro dell’artista hanno portato Sara anche a Berlino, dove ha potuto intervistare la drammaturga tedesca Christel Hoffmann, testimone diretta dell'ultima fase dell'attività della Sac. Di questo incontro è stato pubblicato un resoconto a cura di ASSITEJ (Germania), associazione internazionale per lo studio e la promozione del teatro per bambini e adolescenti. Sara, 24 anni e originaria di Viterbo, discuterà la sua tesi nella sessione estiva.

Qui di seguito pubblichiamo il racconto di questa esperienza all’estero, raccontata in prima persona da Sara.

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Il 15 dicembre 2018 sono rientrata da Mosca. Per il giorno successivo, le previsioni promettevano meno venti gradi centigradi. Ciò nonostante, dopo aver passato tre mesi nell’immensa metropoli russa, potrei dire che rappresenta una delle città più calde del mondo. Non per lo sbalzo termico estivo o l’influenza che mi ha colto negli ultimi giorni, ma perché Mosca è febbrile, tremenda e meravigliosa. Da un lato presenta molti cliché comuni alle grandi metropoli, dall’altro, conserva gelosamente il suo carattere, la sua storia.

foto V.Merkulov R.Saz SaraManzi web

Non è facile da raccontare, perché non si può spiegare la sua atmosfera, senza riferirsi al contatto diretto con i suoi abitanti. Non solo russi o visitatori di varia provenienza, ma anche e soprattutto immigrati dalle Ex Repubbliche Sovietiche, come Uzbekistan, Tagikistan, Kazakistan, Armenia e Georgia. Per ogni taxi su cui mi è capitato di salire, ho avuto l’occasione di conoscere una persona proveniente da una delle Repubbliche menzionate. In realtà, a Mosca non conviene prendere il taxi: i prezzi sono bassi, ma il traffico può tenerti inchiodato anche per quaranta minuti nel raggio di tre chilometri. La scelta migliore resta la metropolitana: efficiente e capillare. Preparandosi a percorrere un minimo di tre chilometri al girono; per muoversi in uno spazio sconfinato fatto di opportunità, sfrenata ricchezza e tragica povertà. Ma questa non vuole essere una guida per Mosca. Sebbene per me sia bellissimo parlare di questa città, una città senza mezzi termini: o si ama, o si odia.

In queste righe, mi soffermerò sull’opportunità di ricerca che ho svolto grazie al bando “Tesi all’estero 2018” dell’Università di Pisa. Lo scorso maggio ho concordato l’argomento della mia ricerca con il relatore, il professor Stefano Garzonio. Successivamente, abbiamo trovato una tutor in loco, Evgenija Semënova Abeljuk, docente della facoltà di studi umanistici all’Università Nazionale di Ricerca Higher School of Economics a Mosca, e ho partecipato al bando. Tema della ricerca: l’attività artistica e la vita di Natalia Sac (1903-1993), regista teatrale russa, fondatrice e organizzatrice di diversi teatri per bambini regista teatrale – una figura composita ed inesplorata del turbolento “Ottobre Teatrale”.

Vincitrice della borsa, sono partita il 17 settembre 2018. La tutor mi attendeva con una lettera indirizzata all’Archivio Nazionale di Letteratura e Arte. Senza quest’ultima, sarebbe stato impossibile accedere ad un archivio a Mosca. Così, dopo un primo confronto con l’autobiografia di Natalia Sac, ho potuto visionare anche documenti e manoscritti presenti nel “fondo Natalia Sac” dell’archivio. Tuttavia, la parte migliore doveva ancora arrivare. Durante il viaggio di rientro da un breve soggiorno a San Pietroburgo, ho conosciuto una ragazza che mi ha parlato di un laboratorio di teatro. Sono andata. Da quel momento si è innescata una catena di contatti che mi ha portato ad intervistare Roksana Sac, figlia di Natalia Sac e Valerij Merkulov, regista del Teatro Statale Accademico Musicale per Bambini “Sac”, fondato dalla regista russa (nella foto in alto a destra con Sara Manzi).

natalia_sac.jpg
Una foto di Natalia Sac tratta dal sito del Teatro Sac (http://teatr-sats.ru/110-let-so-dnya-rozhdeniya-natalii-sac).

Al mio ritorno, pur avendo già molte fonti, non ho resistito alla possibilità di una ulteriore esplorazione. Iniziamo: confesso di non conoscere il tedesco. Tuttavia, la possibilità di trovare informazioni in inglese ed ulteriori testimonianze dirette in riferimento alla collaborazione tra Natalia Sac ed il noto direttore d’orchestra Otto Klemplerer al Kroll Opera House nel 1931, mi ha spinto a Berlino. Tramite un indirizzo email segnalatomi dall’Unione dei Registi a Mosca ho contattato Meike Fechner, segretario generale di ASSITEJ Germania (Association Internationale du Théâtre de l’Enfance et la Jeunesse), la quale ha prontamente risposto alla mia email, organizzato un incontro con la drammaturga Christell Hoffmann e persino trovato una interprete volontaria dal tedesco all’inglese. Le avevo chiesto solo informazione sugli archivi, e invece ho trovato un’altra testimone di prima mano: Christell Hoffmann ha incontrato e intervistato Natalia Sac.

Complessivamente, le fonti trovate prospettano un terreno di difficili letture, ma anche feconde di spunti per la tesi e prospettive di ricerca. Ringrazio quindi il mio relatore Stefano Garzonio, la tutor Evgenia Semenova Abeljuk (Higher School of Economics), l’Unione dei Registi russa, ASSITEJ Russia, ASSITEJ Germania, e la mia cara amica Maria Deeb, dottoranda russa al Karlsruher Institut für Technologie in Germania.

TeatroSac-Prospekt Vernadskogo, 5, Moskva, Russia.jpg
Il Teatro Sac a Mosca.

Maria si trovava a Mosca con la mediazione del Dipartimento di Arte dell’Università Statale di Mosca “Lomonosov” per fare ricerca sull’attività dell’architetto e pittore russo Konstantin Mel'nikov tra gli anni Venti e Trenta. Ci siamo incontrate tra i corridoi dell’Archivio Nazionale di Arte e Letteratura, e da quel momento siamo rimaste in contatto, scambiandoci idee e supporto reciproco, prima in Russia, poi in Germania, ora a distanza. In questo spazio, vorrei anche ricordare la docente di Storia della Russia all’Università della Tuscia Maria Ferretti, infaticabile storica scomparsa lo scorso aprile, la quale stimolò il mio interesse per la figura di Natalia Sac.

Senza di loro, non avrei potuto fare buon uso di questa bellissima opportunità offertami dall’Università di Pisa.

Sara Manzi

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  • 18 febbraio 2019

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