È uscito in distribuzione con il Corriere della Sera il volume "La Fisica della materia”, scritto da Maria Luisa Chiofalo, professoressa dell’Università di Pisa, insieme a Leonardo Salvi e Guglielmo Maria Tino. Il libro fa parte della collana “Lezioni di Fisica”, un’iniziativa editoriale del Corriere della Sera che presenta 25 volumi dedicati all’incredibile mondo della fisica, per esplorare le conoscenze del terzo millennio attraverso il racconto e la spiegazione di docenti e ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Fisica teorica e sperimentale, paradossi quantistici e indagini astrofisiche nelle profondità dell’universo, fino alle ricerche di frontiera sul teletrasporto e sulla vita extraterrestre in lontani pianeti: libri per trovare le risposte a tante domande ma anche domande senza ancora risposta, e per mostrare il fascino di una materia da conoscere e amare in un percorso alla scoperta dei tanti perché della vita quotidiana, del mondo e dei fenomeni naturali.
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La Fisica della materia
Maria Luisa Chiofalo, Leonardo Salvi, Guglielmo Maria Tino
Superconduttività, superfluidità, cristalli liquidi, orologi atomici, “fogli” di carbonio spessi come un solo atomo: sono solo alcune delle applicazioni realizzate dai fisici della materia che hanno scoperto, o hanno sviluppato, proprietà di atomi e molecole che superano, moltiplicano o annullano, a seconda dei casi, il comportamento dei corpi descritto dalla fisica classica.
La sua integrazione con il metodo dell’elettronica ha portato a realizzazioni che hanno cambiato, e cambieranno, la nostra vita, nel mondo dell’informatica e delle comunicazioni. Lo studio della materia a livello quantistico permette di studiare anche l’intima struttura di molecole biologiche, cellule e loro aggregati, per scoprire in che modo funziona la vita a livello atomico.
E, nel mondo della pura conoscenza, questa scienza comincia a integrarsi con l’astrofisica, per lo studio delle stelle di neutroni e dei buchi neri. C’è ancora un mondo nell’infinitamente piccolo, apparentemente bizzarro, da studiare e sul quale costruire le applicazioni di domani.