È stato firmato nella Sala Mappamondi del rettorato un protocollo di intesa tra Università di Pisa, Comune di San Giuliano Terme e associazione “Salviamo la Rocca” che avvia un percorso di studio e approfondimento per il recupero del complesso monumentale della rocca di San Paolino in Ripafratta. Il documento è stato sottoscritto dal rettore Paolo Mancarella, dal sindaco di San Giuliano Terme Sergio Di Maio e dal presidente dell’associazione “Salviamo la Rocca” Francesco Noferi.
Il protocollo di intesa costituisce il primo passo per la formazione di un comitato, che si farà promotore, insieme ad altri enti e soggetti interessati a partecipare, di vagliare le possibilità di recupero della rocca e promuoverne il valore storico monumentale nel più ampio contesto delle risorse del territorio. Nello specifico, sarà compito del comitato elaborare uno studio di fattibilità in merito all’individuazione del percorso più idoneo per l’avvio e il completamento dei lavori di recupero della Rocca.
La sottoscrizione del protocollo avviene anche alla luce della recente decisione del comune di San Giuliano Terme di acquistare la Rocca di Ripafratta, attualmente di proprietà privata; in questo modo viene a risolversi, una delle questioni principali che, di fatto, ha fino ad oggi impedito un fattivo recupero della rocca. Il protocollo segue inoltre una prima convenzione quadro sottoscritta dal dipartimento di Ingegneria dei sistemi, del territorio e delle costruzioni dell’Università di Pisa, dal Comune di San Giuliano Terme e dall’Associazione Salviamo La Rocca, per lo sviluppo di ricerche finalizzate alla conoscenza, conservazione e valorizzazione della Rocca di San Paolino a Ripafratta.
La Rocca di San Paolino in Ripafratta è un’importante testimonianza del sistema difensivo esistente nella piana tra Lucca e Pisa e si inserisce in un complesso storico-ambientale di grande valore culturale, paesaggistico, turistico, rappresentato dal confine fortificato tra le Repubbliche di Pisa e Lucca, nella Valdiserchio-Oltreserchio. Eretta in origine dalla consorteria dei nobili di Ripafratta, fu fortificata dalla Repubblica marinara e a lungo contesa con i vicini lucchesi fino alla caduta definitiva, insieme al territorio pisano, in mano fiorentina. La Rocca fu quindi restaurata – su progetto del Sangallo – e adeguata alle armi da fuoco “alla moderna”. Abbandonata dal XVII secolo, seppure oggetto di una campagna di scavi archeologici da parte dell’Università di Pisa negli anni ’80, si trova oggi in condizioni di forte degrado.