Sabato 12 ottobre è venuto a mancare il professor Berardo Cori, a lungo docente di Geografia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Nato a Iglesias (Cagliari) nel 1938, nel 1973 è stato nominato professore straordinario di Geografia nell’Ateneo pisano, diventando ordinario nel 1976 e insegnando fino al 2010, anno del pensionamento. Dal 1983 al 1986 è stato direttore dell’Istituto di Scienze geografiche e nel 1990 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.
Pubblichiamo qui di seguito un ricordo del professore a firma dei suoi colleghi rappresentanti della disciplina nell’Ateneo pisano.
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Berardo Cori è stato uno dei punti di riferimento della geografia non solo a livello nazionale ma anche internazionale. È stato un maestro per diverse generazioni di ricercatori che hanno studiato geografia a Pisa e in altre sedi universitarie.
Formatosi nella facoltà di Scienze politiche dell’Ateneo pisano e assistente di Geografia economica a Pisa dal 1965, è diventato ordinario giovanissimo, a Padova, nel 1972 e dal 1973 a Pisa, dove ha lavorato per tutta la sua carriera, insegnando Geografia economico-politica e Geografia 2, un esame rivolto a coloro che desideravano specializzarsi e laurearsi nelle materie geografiche. Le sue lezioni erano pacate, chiarissime, sempre molto acute e soprattutto aggiornate. Perché Berardo Cori era un docente che leggeva tantissimo, non solo i lavori dei suoi allievi e allieve o delle persone con cui collaborava, ma anche i libri che gli venivano mandati, le diverse riviste italiane di riferimento, alcuni journals stranieri, a testimonianza di un’apertura internazionale non così diffusa in quegli anni.
Berardo Cori conosceva molto bene i diversi approcci della geografia ed era capace di dare consigli e orientare percorsi di ricerca molto differenziati; è stato infatti per tanti anni il coordinatore di uno dei primi dottorati in geografia in Italia, quello in “Geografia urbana e regionale”, istituito nel 1981, in cui erano consorziate, oltre a quella di Pisa, l’Università di Torino, l’Università di Genova e l’Università di Firenze, a cui si è aggiunta l’Università di Trento, sedi dove operavano altri qualificati esponenti della geografia italiana. Per molti è stato un privilegio frequentare un dottorato che aveva già a quei tempi un’offerta didattica molto solida e dove era possibile condividere direttamente le idee di ricerca con i principali rappresentanti della disciplina. In questo dottorato si sono formate diverse generazioni di geografi che oggi occupano posizioni di rilievo nel sistema accademico italiano e tutti ricordano Berardo con molto affetto e stima, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti in questi giorni da parte degli ex-dottorandi.
Era una persona riservata ma aperta alle relazioni, in grado di comunicare e scrivere facilmente in inglese e francese e di intervenire su una varietà di argomenti, qualità che i suoi allievi e allieve hanno sempre invidiato. Molto apprezzato dal punto di vista scientifico, come dimostrano i diversi riconoscimenti ottenuti in Italia (socio d’onore della Società Geografica Italiana) e gli inviti a intervenire in consessi internazionali, ma allo stesso tempo coinvolto in compiti istituzionali (presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani dal 1984 al 1987) e nella promozione delle attività scientifiche e editoriali nazionali (è stato direttore della Rivista Geografica Italiana), Berardo Cori era pronto al confronto anche vivace e non sempre “allineato” con i collaboratori più giovani, sempre sulla base di relazioni di stima reciproca e di incoraggiamento a perseguire nuove frontiere di ricerca.
Le sue qualità scientifiche e la sua capacità di coordinamento di gruppi di ricerca erano riconosciute da tutti. Tra le numerose attività, si ricorda la collaborazione al progetto sul ruolo delle piccole medie imprese e dei distretti industriali della Fondazione Agnelli alla fine degli anni ’70, a cui hanno partecipato economisti, storici, sociologi, oltre ai geografi, da cui sono nate le riflessioni sul modello di sviluppo della Terza Italia. È stato inoltre uno dei primi geografi italiani a essere coinvolto negli anni ’80 a livello internazionale nella Commissione IGU (International Geographical Union) sui National Settlement Systems, che gli ha permesso di collaborare con i rappresentanti della geografia urbana più affermati a livello mondiale e con i nuovi indirizzi epistemologici ed empirici della disciplina. Molto importanti anche i diversi progetti nazionali (progetti MIUR ex art. 40 corrispondenti agli attuali Prin) e internazionali sul Global Change, sul cambiamento urbano e la pressione antropica nel Mediterraneo, che di fatto hanno anticipato i tempi proponendo riflessioni su problematiche che stanno diventando sempre più rilevanti nel dibattito scientifico e politico attuale.
Sicuramente Berardo Cori ha lasciato un’impronta importante nella scuola geografica italiana e pisana soprattutto per la sua poliedrica preparazione e la diversità di contesti in cui si esprimevano le sue competenze: dai congressi internazionali alle escursioni geografiche con i suoi studenti, dai seminari ai laureandi alla lettura attenta delle carte topografiche, dai commenti precisi agli articoli dei collaboratori ai progetti nazionali e interdisciplinari. Non è stato facile né lo sarà in futuro trasmettere e portare avanti la sua eredità intellettuale, didattica e umana.
Michela Lazzeroni, Enrica Lemmi, Paolo Macchia, Riccardo Mazzanti, Giovanni Pasta, Sergio Pinna, Paola Zamperlin.