Al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi è visitabile fino all'8 dicembre la mostra "Il ritmo dello spazio", un affascinante viaggio tra arte e scienza sullo sfondo delle entusiasmanti scoperte della fisica contemporanea.
Il 14 agosto 2017, i tre interferometri per le onde gravitazionali LIGO e VIRGO hanno rilevato il segnale prodotto dalla coalescenza di due buchi neri. L’era dell’astronomia gravitazionale ha avuto inizio grazie alla triangolazione ed alla conseguente localizzazione nel cielo di questa sorgente. Solo tre giorni dopo, il segnale prodotto dalla fusione di due stelle di neutroni ha dato il via ad un enorme campagna di ricerca nella quale sono stati coinvolti centinaia di Osservatori in tutto il mondo. Questo secondo evento è stato a pieno diritto considerato l’alba della cosiddetta astronomia multi-messenger. La teoria della relatività generale di Einstein, che prevede che ogni fenomeno violento nell’universo produca vibrazioni nello spazio-tempo, ha avuto una conferma straordinaria.
Bertrand Lamarche, Réplique (Baphomètre), 2008, Collezione FRAC Centre-Val de Loire (Francia).
La rilevazione delle onde gravitazionali consente di affrontare da nuove prospettive il problema della natura e della struttura dello spazio-tempo e della materia, le nozioni di origine e di orizzonte, il ruolo dell’informazione e della rappresentazione, la plasticità e la resilienza degli oggetti, toccando aspetti legati all’individuo e più in generale al rapporto dell’uomo con il Cosmo, ovvero con l’Universo, la Terra, la Società.
Nata all’interno del progetto “Univers 2.0”, avviato nel 2017 con il supporto della Fondazione Carasso, la mostra "Il ritmo dello spazio" è il risultato delle riflessioni che su queste tematiche hanno unito alcuni artisti di rilevanza internazionale con scienziati e intellettuali (Valerio Boschi, Arnaud Dubois, Ersi Krouska, Marc Lachièze-Ray, Alain Letailleur, Pierre Legrain, Dorothea Marciak, Roger Malina, Vincenzo Napolano, Stavros Katsanevas, Christian Spiering, Alessandro Tosi, Yves Winkin, Heinz Wismann). Il percorso della mostra, dal suggestivo impatto concettuale ed emozionale, presenta infatti installazioni, sculture, video, opere grafiche e fotografie realizzate da Gorka Alda, Pavel Büchler, Attila Csörgő, Raphaël Dallaporta, Raymond Galle, Bertrand Lamarche, Liliane Lijn, Letizia De Maigret, Aitor Ortiz, Tomás Saraceno, Jol Thomson.
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La rilevazione delle onde gravitazionali indirizza infatti verso una descrizione dell’Universo in forma multi-messenger, nella consapevolezza di far parte di un network cosmico in cui le vibrazioni dello spazio-tempo, il “ritmo”, il “suono” o l’armonia dello spazio si aggiungono alla millenaria concezione dell’Universo come sublime rappresentazione visiva. In mostra, speciale attenzione verrà data alle forme storiche della comunicazione, attraverso una stanza allestita in partnership con la stazione Marconi di Coltano, con strumenti per l’emissione e la ricezione di onde radio, oltre a un cristallo di Galena della collezione Giazotto (un particolare ringraziamento alla famiglia Giazotto). Altre due stanze, presentate in collaborazione con l’APC, di Parigi, I2PI di Lione e l’INFN, offriranno ai visitatori un’esperienza interattiva dedicata alla deformazione dello spazio.
Curata da Stavros Katsanevas, direttore dell’European Gravitational Observatory (EGO), la mostra è promossa e realizzata da EGO e dal Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa), con la collaborazione del Centre National de Recherche Scientifique (CNRS), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), del Laboratorio di Fisica delle Astroparticelle e Cosmologia (APC) dell’Università di Parigi Diderot e il Fondo di Dotazione per la Fisica dell'Universo, dell'Istituto di Fisica di 2 Infiniti (I2PI) Lione, del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa, con il patrocinio della Regione Toscana e il supporto della Fondazione Carasso.