Nella notte di mercoledì 15 aprile la facciata della Certosa di Calci si è tinta dei colori della bandiera italiana grazie a un’iniziativa promossa dall’associazione Amici della Certosa, patrocinata da Comune di Calci, Museo Monumentale della Certosa e Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. Le luci tricolori rimarranno accese fino al 25 aprile, giorno della Festa della Liberazione, per dare un messaggio di speranza, una luce accesa nella “lunga notte” vissuta da chi ha perso amici e parenti, da chi teme per la salute dei propri familiari e amici, da chi lotta in prima linea negli ospedali contro il Covid-19.
Pubblichiamo qui di seguito la lettera della professoressa Elena Bonaccorsi, direttrice del Museo di Storia Naturale, che ha aderito con convinzione all’iniziativa.
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Tutte le sere, dal 15 al 25 aprile, la Certosa di Calci si illuminerà con i colori della bandiera italiana, quella dell’articolo 12 della nostra Costituzione, quella che ci unisce e che, al di là della retorica che non ci appartiene, ci fa sentire parte di una comunità di donne e uomini più ampia. È un simbolo ed è simbolico anche il periodo in cui le luci resteranno accese, fino alla Festa della Liberazione.
Come Museo di Storia Naturale abbiamo aderito con convinzione a questa iniziativa, promossa dall’Associazione Amici della Certosa, perché questo simbolo dice tante cose anche di noi.
Il museo, come tutti, è chiuso dal 9 marzo, ma la vita del museo non si è interrotta. Qualcuno di noi è rimasto a lavorare in Certosa: abbiamo l’acquario di acqua dolce più grande in Italia, e il benessere degli animali richiede tanto lavoro sul posto. Per il resto, lavoriamo quasi tutti da casa, da dove svolgiamo tutte le essenziali attività di backoffice, amministrative e tecniche, e tutto il lavoro che possiamo trasportarci a domicilio (compreso il restauro di qualche animale in tassidermia!). Quindi: scriviamo le prossime guide alle esposizioni, gli articoli di ricerca sulle collezioni, le schede dei laboratori didattici, i pannelli per la prossima apertura del percorso di visita agli spazi verdi della Certosa, i post su facebook e le storie su Instagram.
Ma facciamo anche tante attività nuove. Cominciamo il lavoro la mattina augurandoci il buongiorno sul gruppo whatsapp (e grazie davvero a tuti quelli tra noi che sono sempre capaci di tirarci su il morale, in questi tempi critici). E poi: inventiamo giochi sugli animali per i bambini e i genitori che ci seguono sui social, facciamo riunioni a distanza per preparare progetti di ricerca europei, progettiamo nuovi modi per visitare il nostro museo, lanciamo contest fotografici, disegniamo animali per i bambini…
E, soprattutto, pensiamo al futuro. Perché la vera anima del museo sono le persone che lo visitano, che lo esplorano, che ci lasciano sulla pagina Facebook lodi e critiche, che ci sostengono. E che non vediamo l’ora di ritrovare tutte.
Elena Bonaccorsi
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