"Il valore del tempo. Mito, fisica e ambiente" (Hoepli 2020) è il terzo libro di divulgazione scientifica del professor Walter Grassi dell'Università di Pisa. Il volume analizza il concetto di tempo, passando in rassegna le idee di tempo assoluto, relativo, irreversibile. Passando da Galileo Newton ed Einstein sino alla termodinamica, l'autore illustra la relazione fra i tempi del pianeta Terra e quelli degli esseri che esso ospita, un rapporto da cui dipende la sopravvivenza dell'intero sistema o, come lo chiamava Lovelock, di Gaia stessa.
Pubblichiamo di seguito la prefazione del volume a firma di Elena Rinaldi, ricercatrice e divulgatrice scientifica.
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Sognare di vivere in un mondo senza tempo, in cui la giovinezza rimane eterna e il mito dell’immortalità diviene reale è un’idea che accompagna l’uomo fin dall’antichità. La ciclicità del divenire, tipica della filosofia greca, in cui dalla Natura tutto ha origine e tutto si dissolve, comporta una visione della storia che non necessita di un fine ultimo, scandita da un tempo che come una ruota si ripete in modo costante. L’abbandono alla ripetizione degli eventi avvicina l’uomo alla divinità aprendo a certezze e previsioni. Ma alcuni fenomeni irreversibili mostrano una realtà dinamica, l’imprevedibilità di un futuro che non viene più divorato da Chronos ma che sopravvive lasciando intravvedere un progredire ignoto e talvolta irraggiungibile per l’uomo. La concezione di Eraclito dello scorrere del tempo mette in luce la fragilità dell’esistenza umana, soggetta all’imprevedibilità del divenire.
Partendo dalle diverse visioni del pensiero greco, Walter Grassi ci accompagna in una riflessione che intreccia domande filosofiche con teorie scientifiche. Da una parte gli scienziati hanno cercato di misurare il tempo in modo sempre più preciso e dall’altra hanno notato che quando nulla cambia in un sistema pare che il tempo non scorra. Si ha dunque l’impressione, come scrive lo stesso autore, che sia destinato al “non essere” poiché come passato è stato, ma non è più, mentre come futuro sarà, ma non è ancora.
Il tempo, però, non è separabile dal movimento cioè dal divenire, non può esistere se non esiste il cambiamento. Se per l’arte il tempo è un divoratore della bellezza, per la scienza diviene una grandezza da misurare, in particolare in seguito all’introduzione del metodo scientifico.
La concezione di un tempo assoluto, quello oggettivo, ipotizzata da Galilei e teorizzata da Newton, eleva la matematica a linguaggio universale per la sua descrizione e apre la strada allo studio di strumenti di misura sempre più precisi e raffinati basati sui principi della meccanica. Il tempo assoluto, indipendente dall’osservatore, si contrappone a un tempo soggettivo, interiore alla persona e del quale può occuparsi solo la filosofia e la speculazione intellettuale. Ma gli interrogativi teorici e le evidenze sperimentali conducono lo scienziato ad analizzare le diverse situazioni che nascono dal progresso della scienza. Gli enigmi sollevati dalle ricerche sull’elettromagnetismo hanno portato a uno “sconvolgimento” delle teorie classiche, come scrive Einstein in occasione della commemorazione del fisico James Clerk Maxwell. I dilemmi sulla natura della luce, sulla sua propagazione e velocità, hanno mostrato la fragilità della concezione di un tempo e di uno spazio assoluti.
Nella seconda parte del libro l’autore ci conduce in un percorso che intreccia matematica e fisica, teoria e realtà quotidiana, mondi macroscopici e fenomeni microscopici, attraverso personaggi e idee che hanno segnato la storia della scienza antica e moderna. Mentre il passato è (o dovrebbe essere) memoria e guida del presente, il futuro è tanto imprevedibile quanto influenzabile.
Il finale del libro lascia dunque un grande interrogativo sulla funzione e sulle responsabilità dell’uomo riguardo all’ambiente. Se infatti il divenire temporale si manifesta attraverso effetti irreversibili, occorre la consapevolezza dell’essere umano che le azioni attuali avranno conseguenze sugli eventi futuri. Le tematiche ambientali mostrano come non sia possibile invertire la freccia del tempo e richiedono l’urgenza di una presa di coscienza da parte della società civile in merito a problematiche incombenti. Nonostante l’impossibilità di una previsione certa e deterministica della portata e dell’entità dei fenomeni ambientali nei prossimi decenni, la loro irreversibilità è indubbia, così come l’influenza determinante della mano dell’uomo sul “tempo ambiente”. L’autore consegna al lettore una riflessione sociale, oltre che filosofica: oltre a chiedersi quale sia l’essenza del concetto di tempo, occorre un’azione globale che scaturisca dall’idea di una intrinseca relazione con esso.
Elena Rinaldi