L'Università di Pisa aderisce all'appello lanciato dalla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università italiane per fermare l’esecuzione di Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano, esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria che ha lavorato anche presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara. Djalali è in prigione nel suo Paese dall'aprile 2016 con l'accusa di spionaggio.
Il presidente della Crui Ferruccio Resta ha indirizzato una lettera all’Ayatollah Ali Khamenei a sostegno dell’immediato rilascio di Ahmadreza Djalali. Nella lettera si dice che negli ultimi giorni si è avuta notizia del trasferimento del Dr. Djajali in un carcere diverso da Evin, e potrebbe essere trasferito a breve presso il carcere Rajai Shahr per l’esecuzione della condanna. Questo è segnalato da tutte le fonti, compresa la moglie e varie sezioni di Amnesty International, come uno sviluppo gravissimo. “L’arresto viola gli standard internazionali minimi stabiliti per la libertà accademica, il giusto processo, e il trattamento umano dei prigionieri”, dice la lettera indirizzata all’Ayatollah Khamenei.
Anche l’Università di Pisa si unisce, insieme a tutto il sistema universitario, all'appello della Crui e alla campagna di Amnesty International e della rete Scholars at Risk (SAR) in favore della liberazione di Ahmadreza Djalali, che versa, peraltro, in gravi condizioni di salute.