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XXIII Rapporto AlmaLaurea: effetto pandemia anche sulle performance occupazionali dei laureati Unipi

I dati pisani si mantengono migliori della media nazionale e altamente competitivi nel panorama universitario regionale

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"Anche se l’annus horribilis 2020 non poteva non lasciare strascichi nella capacità di collocamento lavorativo dei laureati italiani, dobbiamo rilevare che anche l’ultimo rapporto di AlmaLaurea mette chiaramente in evidenza come la laurea rappresenti ancora oggi, e sempre di più, uno strumento fondamentale per la costruzione di un progetto di vita appagante e di piena soddisfazione per i nostri giovani. L’Università di Pisa, da questo punto di vista, riconferma l’alta qualità della sua didattica, che consente ai propri laureati un collocamento lavorativo significativamente più alto rispetto al resto d’Italia e con livelli retributivi maggiori”. Con queste parole, il prorettore per gli Studenti dell’Ateneo pisano, Rossano Massai, ha commentato il XXIII Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati presentato nei giorni scorsi dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, cui aderiscono 76 università.

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Il dato principale che emerge dall’indagine è il calo delle performance occupazionali dei laureati pisani intervistati nel corso del 2020, diretta conseguenza della pandemia; performance che tuttavia restano migliori della media nazionale e altamente competitive nel panorama universitario regionale.  Il tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dal titolo scende dal 75,3% della precedente rilevazione al 69,5%, rimanendo sopra la media nazionale che diminuisce fino a toccare il 69,2%. Scende anche il tasso di occupazione dei laureati magistrali a un anno dal titolo, al 73,0% rispetto al precedente 76,1% e sempre ben oltre la media nazionale ferma al 68,1%; così come quello dei laureati magistrali a cinque anni dal titolo, arrivato all’89,2% e comunque sempre un punto e mezzo percentuale sopra la media nazionale (87,7%). Il trend si conferma per quanto riguarda la retribuzione media che, pur calando, si conferma più elevata della media nazionale: rispettivamente 1.446 euro netti mensili contro 1.364 per i laureati magistrali a un anno dal titolo e 1.599 euro netti mensili contro 1.556 per i laureati magistrali a cinque anni dal titolo.

Per il resto, più di due terzi degli occupati pisani ritengono la laurea conseguita efficace o molto efficace per il lavoro svolto e circa sei su dieci di loro dichiarano di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite nel percorso universitario. Interessanti sono anche le caratteristiche che emergono dal profilo dei laureati dell’Ateneo pisano tracciato da AlmaLaurea nel suo report, con una quota di laureati di cittadinanza estera che si attesta sul 3,2% del totale tra i triennali e sul 3,4% tra i magistrali biennali e una quota di laureati provenienti da fuori regione del 30,2% tra i triennali e del 43,0% tra i magistrali biennali.

“Il XXIII Rapporto – ha concluso il professor Massai – descrive in sostanza un Ateneo dove il carico di studio è molto elevato e di alta qualità, in grado di fornire ai propri studenti una cassetta degli attrezzi che può consentire, nella loro carriera lavorativa, di aggredire problemi e situazioni nuove individuando soluzioni innovative e contribuendo così alla crescita del Paese e all’innovazione della società e del territorio".

Il XXIII Report di AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati dell’Università di Pisa è visibile a questo link.

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  • 23 giugno 2021

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