La geotermia toscana è una risorsa rinnovabile e a zero emissioni di gas serra. La buona notizia arriva da due studi coordinati dai professori Alessandro Sbrana e Paola Marianelli del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e pubblicati sulle riviste “Energies” e “Journal of Volcanology and Geothermal Research”. Le ricerche, presentate in un workshop organizzato da Enel Green Power il 13 e 14 dicembre, hanno riguardato le zone di Larderello e del Monte Amiata dove si trovano buona parte degli impianti toscani.
“Abbiamo ricostruito le emissioni di CO2 precedente alla produzione geotermoelettrica – spiega Sbrana – dai dati appare evidente che le emissioni delle centrali geotermoelettriche abbiano sostituito quelle naturali. La riduzione delle emissioni naturali, che segue l’entrata in esercizio di una centrale geotermoelettrica, è infatti del tutto equivalente alle emissioni della centrale stessa, quindi l’impatto netto è nullo”.
Il professor Sbrana al workshop del 13 e 14 dicembre
La geotermia toscana conta attualmente 34 centrali gestite da Enel Green Power e con i suoi 6 miliardi di KWh prodotti ogni anno soddisfa il 34% circa del fabbisogno elettrico regionale e rappresenta il 70% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.
“Lo sviluppo della geotermia può contribuire al contenimento delle emissioni climalteranti e alla transizione ecologica – conclude Sbrana - a maggior ragione se si considera che la geotermia rappresenta una ricchezza anche dal punto di vista termico per l’utilizzo del calore che fornisce riscaldamento ed acqua calda a case, esercizi commerciali, aziende artigianali ed agricole”.