Il Distretto Rotaract 2071 - Toscana ha donato la somma di 10.000 Euro per un progetto di ricerca volto a sviluppare le tecniche necessarie per l’esecuzione del trapianto d’utero.
Il trapianto d’utero costituisce la forma più avanzata di applicazione della medicina e della chirurgia dei trapianti ed ha lo scopo permettere una gravidanza a donne con infertilità secondaria a patologie esclusivamente uterine. I primi casi di trapianto di utero sono avvenuti all’estero con organi donati da persone viventi. In Italia da vivente è possibile donare un rene, parte del fegato, parte del pancreas, un lobo polmonare, ed un segmento di intestino ma non l’utero a causa della mancanza di una legge che lo permetta in modo specifico. Non resta quindi che sviluppare questa attività da donatore deceduto.
Al momento in Italia è stato eseguito un solo trapianto d’utero, da donatrice deceduta, ma per il momento non vi è stata gravidanza. Infatti, la vera sfida di questo nuovo trapianto è proprio quella di ripristinare nell’organo trapiantato le condizioni fisiologiche che permettono una gravidanza. Lo studio finanziato grazie al Distretto Rotaract 2071 - Toscana si prefigge proprio di porre le basi scientifiche per raggiungere questo ambizioso obiettivo anche nel nostro paese.
Il professore Ugo Boggi (a sinistra) riceve la donazione da Marco Iacopini del Rotaract
Il professore Ugo Boggi dell’Università di Pisa, direttore dell’unità operativa Chirurgia generale e dei trapianti dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e presidente della Società italiana dei trapianti d’organo e di tessuti, ha dichiarato: “siamo entusiasti di questa importante donazione anche perché viene dai giovani e ci ricorda come il contributo privato sia indispensabile per sostenere la ricerca pubblica. Ciò avviene spesso all’estero, ma raramente in Italia. Sul piano clinico noi siamo formalmente pronti ad iniziare l’attività di trapianto d’utero ed abbiamo inviato la documentazione necessaria al Ministero per ottenere la necessaria autorizzazione. Trattandosi però di un trapianto di cui si ha poca esperienza, soprattutto quando la donatrice è deceduta, restano molti aspetti che devono essere messi a punto per consentire, oltre che l’attecchimento dell’organo, anche la sua funzione e quindi la gravidanza. Questo è lo scopo della nostra ricerca dalla quale aspettiamo risultati importanti”. Il professor Boggi ha dichiarato inoltre: “al di là del potenziale meraviglioso del trapianto d’utero, e cioè il consentire la nascita di un bambino, si devono valutare i benefici indiretti di questo tipo di trapianto avrà su tutte le donne in età fertile che hanno ricevuto il trapianto di un qualsiasi organo. Infatti per consentire il successo della gravidanza in una donna trapiantata d’utero è necessario mettere in essere un sistema di farmacovigilanza particolarmente attento per impedire che i farmaci antirigetto possano risultare lesivi per il nascituro. Quindi, l’esperienza che sarà maturata in questa nuova forma di trapianto consentirà alle giovani donne trapiantate di poter diventare madri con maggior margine di sicurezza rispetto a quanto già avviene oggi”.
Il Rappresentante del Distretto Rotaract 2071 – Toscana per l’anno 2020-2021, Francesco Corti, ha quindi dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di sostenere questo importante lavoro di ricerca e partecipare al progresso scientifico portato avanti dal professore Ugo Boggi e dalla sua equipe, un progetto di eccellenza e unico a livello europeo. Il Rotaract, come associazione giovanile, sostiene e sosterrà sempre il perfezionamento in qualsiasi campo con particolare attenzione alla salute collettiva e alle piccole e grandi esigenze del territorio”.