È uscito per le Edizioni Il Mulino il volume “Presidenti della Repubblica. Da De Nicola al secondo mandato di Mattarella”, con autore Andrea Pertici, professore di diritto costituzionale nell’Università di Pisa. Descritta succintamente dal testo costituzionale, la Presidenza della Repubblica è stata via via «riempita» dai momenti politici e dalla cultura di chi è stato chiamato a incarnarne lo spirito. Cosa distingue Einaudi da Gronchi? È stato Pertini il primo «presidente degli italiani»? Perché il sistema mediatico ha descritto Napolitano come «Re Giorgio»? Cosa rappresenta, per l’Italia e il suo sistema politico, la riconferma di Sergio Mattarella? L’Assemblea costituente optò per una forma di governo parlamentare, ma affidò al Capo dello Stato importanti poteri di intermediazione politica, di controllo e di stimolo che il cittadino comune vede ciclicamente in atto nei passaggi istituzionali: la formazione dei governi, lo scioglimento della Camere, l’elezione dei Presidenti stessi. Nel corso della storia repubblicana queste funzioni si sono allargate e ristrette, perché interpretate da uomini politici all’interno di momenti politici. Ecco perché, per capire davvero i Presidenti della Repubblica, i loro profili vanno letti dentro alle stagioni della politica italiana.
Pubblichiamo qui di seguito la nota al lettore che introduce alla lettura del volume.
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Soltanto dodici persone hanno fatto il Presidente della Repubblica e una tra queste – Sergio Mattarella – ha appena ricominciato a farlo, a seguito della rielezione. Non pare essere stato facile per nessuno, almeno ripercorrendo i momenti salienti del mandato di ciascuno, come avviene nelle pagine che seguono.
Questo breve libro esce all’indomani della tredicesima elezione di un Presidente della Repubblica da parte del Parlamento in seduta comune, integrato con i delegati regionali. Si è trattato, forse, dell’elezione più difficile da capire: per una settimana abbiamo assistito a votazioni completamente a vuoto, prive di un candidato in campo (salvo che nel quinto scrutinio e nel risolutivo ottavo). Questo ha creato disorientamento nei cittadini, ancora una volta delusi dai propri rappresentanti, e ha riaperto interrogativi su quale sia il miglior modo di eleggere il Presidente.
Ecco che, quindi, quest’ultima vicenda sembra rendere di particolare attualità le riflessioni che abbiamo sviluppato in queste pagine dedicate ai Presidenti della Repubblica italiana. Infatti, vedere come e perché i diversi Presidenti della Repubblica sono stati scelti e come hanno esercitato il loro mandato avvicina alla Costituzione, che consente al Capo dello Stato di adattare il proprio ruolo alle circostanze; avvicina alla politica, dentro la quale il mandato presidenziale nasce e vive; avvicina alle istituzioni, tra le quali la Presidenza della Repubblica è l’unica a godere ancora della generale fiducia dei cittadini, dai quali le altre sembrano sempre più lontane.
Giunto sul Colle più alto, il Presidente è solo, ma è anche al centro di una fitta rete di relazioni istituzionali saper gestire le quali è assai complesso. Ecco che allora sull’esercizio di questo potere solitario, eppure profondamente interconnesso con gli altri, pesano diversi elementi: anzitutto «chi è» il Presidente, quali sono le sue caratteristiche personali e «da dove viene», quali esperienze (anzitutto istituzionali) ha fatto prima di arrivare al Quirinale; in secondo luogo «come arriva», e cioè come è stato eletto, sulla base di quale maggioranza e, quindi, di quale disegno politico-istituzionale voluto dalle forze parlamentari; infine, «dove si inserisce», qual è il contesto politico-istituzionale nel quale viene ad esercitare le sue funzioni. Tutto questo finisce per caratterizzare il modo in cui il Presidente esercita i suoi poteri, così flessibili, e quindi la sua Presidenza, che è lunga ben sette anni e quindi destinata a subire adattamenti in fasi diverse.
Le pagine che seguono si propongono quindi di leggere, con la lente di chi osserva le istituzioni da ormai molti anni unita a quella del costituzionalista, l’intera galleria dei Presidenti, ritenendo che questo possa essere utile per continuare a delineare la figura del Capo dello Stato e per meglio comprendere ed interpretare le successive presidenze, a partire da quella appena iniziata con la rielezione di Mattarella. Una rielezione che il Presidente uscente avrebbe preferito evitare, tanto più dopo quella del suo predecessore, per non rischiare di innescare una prassi. Una rielezione che, alla fine, è stata comunque accettata in ossequio alla Costituzione che rimette la scelta al Parlamento in seduta comune, integrato dai delegati regionali, e quindi, in ultima analisi, ai partiti. Ha detto, infatti, il Presidente, dopo avere prestato nuovamente giuramento: «il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno preso la loro decisione. È per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi». Un nuovo settennato ha avuto così inizio.
Andrea Pertici