Si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele, piuttosto si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Sono i “ragni granchio”, piccoli araneidi che come rivela uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”, hanno un ruolo fondamentale come indicatori e custodi della biodiversità vegetale.
Ragno granchio che ha appena catturato un apoideo
“Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati – spiega Stefano Benvenuti docente dell’Ateneo pisano e autore dello studio - i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema”.
La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti.
Ragno granchio che ha appena catturato un bombo appostato nelle vicinanze dei fiori
Teatro della sperimentazione sono state le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture allestite al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa. Seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera, è emerso che anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori).
Ragno granchio, mimetizzato con la parte centrale dell’infiorescenza, che ha appena catturato un dittero
“Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità – conclude Benvenuti - i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi”.