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Con l’ecoscandaglio Multibeam i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra mappano i fondali della Versilia

Documentata la presenza di strutture sommerse e di un relitto lungo la costa di Forte dei Marmi e Cinquale

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Con un rilievo topografico ad altissima risoluzione, i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, in collaborazione con la University of Delaware (Stati Uniti), sono riusciti a mappare con grande precisione le caratteristiche morfologiche di un settore dei fondali antistanti la costa di Forte dei Marmi (LU) e Cinquale (MS), documentando anche la presenza di strutture sommerse e di un relitto di nave adagiato a una profondità di circa 16 metri. Tutto questo grazie al Multibeam, un ecoscandaglio che, per la sua portabilità, può essere installato su imbarcazioni differenti semplicemente adattando le strutture che lo sorreggono e lo fissano al natante stesso.

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Nella foto di gruppo, da sinistra a destra: Arthur Trembanis (UDEL), Giovanni Sarti e Duccio Bertoni (UniPI), Leonardo Landi (EOS Marine), Mark Lundine e Grant Otto (UDEL). A destra. l'ecoscandaglio installato sull'imbarcazione.

I rilievi sono stati condotti da Duccio Bertoni e Giovanni Sarti del Dipartimento di Scienze della Terra in collaborazione col professor Arthur Trembanis della University of Delaware (Stati Uniti) e le attività di lavoro sono state finanziate dal programma di mobilità internazionale Erasmus+ KA107 attivo tra le due università. Nel corso di due giorni e mezzo di intenso lavoro il gruppo di ricerca ha coperto un’area ampia più di 130 ettari in acque poco profonde, circa tra -2 e -8 metri, al di fuori delle zone ad accesso ristretto per via della balneazione. I rilievi hanno quindi fornito un dettaglio elevatissimo dei fondali con una risoluzione inferiore a 25 cm/pixel e densità medie di più di 300 punti per metro quadro.

Oltre a rivelare la presenza di barre sottomarine – cumuli di sabbia paralleli alla costa che possono influenzare le tendenze di aumento o diminuzione dei processi erosivi ed energia dell’onda a costa – il gruppo di ricerca ha documentato la presenza dei resti di una serie di strutture ortogonali a costa che si estendono per circa 180 metri fino a una profondità di 4-5 metri. Nel 1999 furono infatti costruiti 4 setti sommersi costituiti da geotubi con l’intento di ridurre l’intensità delle correnti litoranee riducendo l’impatto ambientale rispetto ai classici pennelli e che oggi sono parzialmente sprofondati.

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Particolare dell’elaborazione dei dati in una delle zone analizzate. È possibile apprezzare l’alternanza ritmica tra aree depresse ed elevate.

Inoltre, per evidenziare le grandi potenzialità dello strumento Multibeam utilizzato (un Norbit iWBMSe), è stata realizzata la scansione di un relitto adagiato sui fondali antistanti a Cinquale (MS) a una profondità di circa 16 m, la cui posizione era nota a Leonardo Landi, proprietario dell’imbarcazione utilizzata per i rilievi e gestore di EOS Marine. Tale attività non solo ha permesso di mappare con altissima fedeltà la forma e l’orientazione del relitto, cosa che può aiutare a monitorarne il deterioramento nel tempo, ma anche di identificare la presenza di reti da pesca rimaste impigliate nel relitto, che possono provocare pericoli enormi per eventuali operatori subacquei che si avventurassero nell’area. Si tratta del peschereccio “Nuova Anna Maria”, affondato nelle prime ore del mattino del 19 luglio 2019 a causa di una falla che determinò ingresso di acqua all’interno dello scafo; l’incidente per fortuna non provocò vittime.

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Scansione ad altissima risoluzione del relitto di un peschereccio sui fondali antistanti Cinquale (MS). Si notano evidenti le reti da pesca ancora impigliate nella struttura del relitto.

Alla spedizione hanno contribuito anche Mauro Rosi, già docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e grande conoscitore della realtà locale, e Riccardo Costanzi, professore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed esperto di robot autonomi. Paola Fabretti di Norbit Italia e Marco Luppichini anche lui del Dipartimento di Scienze della Terra hanno messo a disposizione ulteriori competenze e assistenza tecnica.

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  • 15 novembre 2022

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