Il 28 dicembre sono stati selezionati dall’ANVUR i 180 dipartimenti eccellenza delle università statali per il quinquennio 2023-2027, valutati sulla base valutazione della ricerca svolta nel quinquennio 2015-2019 e di un progetto scientifico, organizzativo e didattico per il periodo 2023-2027. I dipartimenti delle università statali sono oggi 787: 350 sono stati selezionati per la seconda fase (con un massimo di 15 per ogni università), da cui poi sono stati scelti i 180 vincitori.
Questa è la lista delle università ordinata per il numero dei dipartimenti di eccellenza. Per chiarezza è indicato il numero di tutti i dipartimenti di ciascuna università e il rapporto tra il numero dei dipartimenti di eccellenza e il numero dei dipartimenti di ciascuna università.
C’è poi da aggiungere che il meccanismo fa sì che ogni università abbia con alta probabilità almeno un dipartimento di eccellenza, per cui nell’ultima colonna ho corretto il rapporto escludendo un dipartimento (sia al numeratore sia al denominatore) per correggere.
Colpiscono subito in positivo Milano Statale, Napoli Federico II e Milano Bicocca, poi Trento e Verona, abbastanza bene Pisa, Bologna, Padova, Firenze, e poi tanti fermi a uno, relativamente facile. Peccato per l’università della Calabria, che nell’altro quinquennio aveva fatto abbastanza bene.
Guardiamo la stessa lista orientata in base al rapporto tra i dipartimenti di eccellenza e i dipartimenti totali. In verde le università sopra la media nazionale, in rosso quelli sotto.
Ordinata in questo modo, possiamo apprezzare il risultato ottimo di Milano-Bicocca, con più della metà dei dipartimenti di eccellenza. IUAV e Sant’Anna fanno en plein, ma su numeri molti piccoli. Molto bene anche Verona, Ca’ Foscari, Trento, Napoli Federico II, e Milano Statale (>40%).
Menzione particolare alle grandi università che hanno superato i 10 dipartimenti di eccellenza: Federico II, La Sapienza, Milano Statale, Bologna e Padova, perché comunque in fase due non si potevano presentare più di 15 dipartimenti, sebbene scelti tra i più forti.
Due riflessioni finali:
A livello del Paese è importante potenziare il sistema universitario al sud: si vede bene che l’unica grande università del sud e isole sopra la media è la Federico II, che è da anni su un percorso virtuoso.
L’altra cosa importante è che università relativamente giovani possono crescere in fretta e bene, raggiungendo dimensioni medie e qualità elevata, se guardiamo in primis Milano Bicocca (fondata nel 1998) e anche Trento (fondata nel 1962).
Post Scriptum:
Un commento per Pisa: A caldo ho detto “abbastanza bene”: 7 è un buon punto di partenza rispetto ai soli 2 ottenuti per il quinquennio precedente (a loro merito confermati in questa edizione). È un po’ sopra la media nazionale, siamo allineati al risultato di Bologna e Padova (che hanno fatto un po’ peggio della prima edizione). Testimonia un lavoro intenso sulla ricerca fatto nei 5 anni passati e una maggiore attenzione presentata alla definizione del progetto e alla VQR.
Giuseppe Iannaccone
Prorettore vicario Università di Pisa