Lo scorso 12 gennaio è venuto prematuramente a mancare Paolo Emilio Bagnoli, professore ordinario di Elettronica all'Università di Pisa fino al 2018, quando aveva deciso di andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto al limite massimo previsto dall’attuale ordinamento. Paolo Emilio faceva parte di quel nucleo di giovani ricercatori arrivati in Dipartimento nel 1983 e negli anni immediatamente successivi, dopo un lungo periodo in cui l’arruolamento nei ranghi della docenza universitaria era stato sospeso in attesa della legge di riordino 382/80 che istituiva, tra l’altro, il ruolo del ricercatore a tempo indeterminato.
Aveva iniziato la sua attività di ricercatore incentrandola, inizialmente, sulle tecnologie elettroniche per poi spostarsi, negli anni successivi, su quello dell’optoelettronica e della caratterizzazione termica di dispositivi di potenza. La sua grande passione era l’archeologia, ambito all’interno del quale si era conquistato rispetto e stima dando vita a diverse iniziative originali. L’archeologia era poi diventata, negli ultimi anni della sua carriera accademica, anche il campo in cui esercitare una preziosa attività di cross fertilizzazione, utilizzando tecniche tipicamente ingegneristiche per la soluzione di problemi ancora aperti. Un esempio per tutti: l’utilizzo di un simulatore numerico per risalire alla datazione delle incisioni rupestri a partire dal grado di corrosione della roccia. Significativa, in questo campo, la sua attività di divulgazione scientifica nelle scuole e tra i giovani con la creazione di un parco didattico ad Arni e la riproduzione murale ad uso didattico di pitture rupestri a Terrinca.
Non è infrequente che, nell’ambiente accademico, come in tutti gli ambienti, sorgano contrasti che finiscono per alimentare tensioni e turbarne l’armonia. A Paolo Emilio, invece, volevamo bene tutti, per la sua disponibilità a dare il suo contributo al gruppo senza mai dare l’impressione di voler apparire, per il suo atteggiamento simpaticamente goliardico, per il modo diretto di comunicare, talvolta condito di sarcasmo e ironia e colorato da qualche traccia di quell’accento romanesco che veniva fuori nei momenti di convivialità e che lo rendeva ancora più autentico. Negli ultimi anni appariva un po’ stanco a causa di alcuni problemi di salute che lo avevano colpito e da questo è scaturita la sua decisione di ritirarsi prima del limite dei 70 anni, per riposarsi un po’ e potersi dedicare a tempo pieno alla sua grande passione. Una morte improvvisa ha messo fine a questo progetto, consegnando il ricordo di Paolo alla memoria di chi lo ha conosciuto e apprezzato in vita.
Prof. Bruno Neri