Grande successo di pubblico per il “Concerto d'inverno” dell’Orchestra dell’Università di Pisa, che si è tenuto al Teatro Verdi di Pisa mercoledì 8 febbraio. Con la direzione del maestro Manfred Giampietro, sono state eseguite l’Ouverture dal Don Giovanni K 527 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore “Eroica” Op. 55 di Ludwig van Beethoven. Ad assistere al concerto c’erano anche il rettore Riccardo Zucchi, numerosi tra prorettori e delegati dell’Ateneo e il sindaco Michele Conti.
L’esecuzione della Sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven si è inserita nella scia delle celebrazioni beethoveniane del 2020 e più specificamente nel programma didattico dell’orchestra universitaria, che prevede lo studio di tutte le nove sinfonie del compositore tedesco. "Il conflitto drammatico che strazia da ormai quasi un anno l’Europa orientale, con conseguenze gravissime per l’intero Vecchio Continente, non è stato estraneo alla non facile scelta di eseguire questa Sinfonia - commenta nell'introduzione al concerto la professoressa Maria Letizia Gualandi, responsabile del Polo Musicale ‘M. Antonella Galanti’ - Con le sue ampie proporzioni formali, questo grande capitolo della storia della musica, fulcro della mitologia ‘eroica’ del maestro di Bonn, sembra infatti rinviarci tragicamente ad alcune delle più buie vicende dell’Umanità. In particolare, gli accordi ‘esplosivi’ dell’inizio del primo movimento o la Marcia funebre del secondo continuano a raccontarci dell’eterna epica lotta tra la tirannide e l’anelito – mai sopito – dell’uomo verso la libertà.
Com’è noto, inizialmente Beethoven aveva dedicato a Napoleone quest’imponente lavoro, composto fra il 1802 e il 1804, ma quando seppe dell’incoronazione del Bonaparte a imperatore, disconobbe la dedica e decise – nel suo rigore etico-morale, così ben espresso dalla sua personale poetica – di intitolare le sublimi pagine classico-romantiche della composizione semplicemente Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand'uomo, dedicandole al principe Joseph Franz Maximilian von Lobkowicz, un aristocratico boemo appassionato di musica, che aveva ospitato nel proprio palazzo la prima esecuzione della sinfonia.
A fare da ouverture a questo affresco così impegnativo sul piano simbolico, come su quello musicale, è stata la Sinfonia avanti l’opera K 527, dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, composta nel 1787. In essa al presagio della morte – tratteggiato magistralmente nell’Andante con moto dalle note cupe che accompagneranno l’entrata in scena, alla fine del dramma, della spettrale, demoniaca figura del ‘Convitato di pietra’ – si contrappone nell’Allegro il festoso ritratto strumentale del giovane cavaliere licenzioso, che tuttavia è quasi impercettibilmente attraversato da una sinistra inquietudine, finendo per risuonare anch’esso come un richiamo al futuro incerto dell’uomo, perennemente sospeso sul baratro della tragedia".