Con un finanziamento di quasi 8 milioni di euro assegnato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di eccellenza 2023-2027”, nasce al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica (FiLeLi) dell’Università di Pisa “CECIL”, il Centro d’Eccellenza per il Contrasto all’Impoverimento Linguistico. Il Centro è pensato come futuro punto di riferimento nazionale e internazionale nell’ambito degli studi sul contrasto all’impoverimento linguistico, con un respiro che ambisce ad andare ben oltre l’orizzonte temporale del quinquennio. Con le sue iniziative, CECIL sarà una fucina per lo sviluppo di attività nell’ambito della ricerca, della didattica e della terza missione, con una significativa ricaduta sul territorio: oltre a un Master di II livello, una Summer School, innovativi laboratori di scrittura e analisi del testo, è infatti prevista la creazione di un laboratorio per la formazione insegnanti e di un laboratorio università-impresa per il monitoraggio delle criticità linguistiche nel mondo del lavoro e la formazione continua dei lavoratori. Il finanziamento MUR permetterà anche il reclutamento di docenti e giovani ricercatori, oltre a due unità di personale tecnico-amministrativo, che supporteranno le diverse attività del Centro.
Il progetto è stato presentato nell’Aula magna di Palazzo Matteucci da Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario, Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca, Roberta Ferrari, direttrice del Dipartimento, Giovanna Marotta, vicedirettrice del dipartimento, Alessandro Lenci, membro del Nucleo di Valutazione e docente del dipartimento, Andrea Taddei, delegato alla didattica FiLeLi, Patrizia Alma Pacini, presidente della Commissione Cultura e Formazione di Confindustria Toscana, Annalisa Nacinovich, vicepresidente dell’ADI Scuola. “Si tratta di un progetto sicuramente ambizioso – ha spiegato Roberta Ferrari – nato dalla convinzione che il contrasto all’impoverimento linguistico sia una emergenza del nostro tempo. I giovani sono sempre meno attrezzati per comprendere e produrre testi che sono necessari ad affrontare le loro sfide come studenti, lavoratori e cittadini. L’impoverimento linguistico genera impoverimento culturale e professionale, perché la corretta comprensione e produzione del linguaggio è la precondizione di ogni disciplina, anche di quelle tecnologiche. Grazie alle avanzate competenze scientifiche dei docenti di FiLeLi in ambito linguistico e filologico-letterario, CECIL potrà sviluppare specifiche strategie per dare risposte concrete in diversi ambiti e combattere il declino linguistico a più livelli: non soltanto tra gli studenti universitari, ma anche nella scuola secondaria e nel mondo del lavoro”.
“Nel progetto – ha sottolineato Giovanna Marotta – una componente fondamentale riguarda la ricerca volta ad evidenziare gli aspetti più critici dell’impoverimento linguistico, sul piano sia orale che scritto, monitorando la capacità di produrre e comprendere testi, e in parallelo sviluppando strumenti, anche digitali, per migliorare le competenze linguistiche degli studenti universitari, in un’ottica integrata a livello nazionale e internazionale”.
Nella foto, da sinistra: Patrizia Alma Pacini, Alessandro Lenci, Roberta Ferrari, Giuseppe Iannaccone, Federico Cantini, Giovanna Marotta, Andrea Taddei, Annalisa Nacinovich.
“Al tempo stesso – ha aggiunto Alessandro Lenci – CECIL guarda anche al di fuori del mondo universitario. In sinergia con Confindustria Toscana, il progetto intende rivolgere le sue attività di monitoraggio e di contrasto all’impoverimento linguistico ai contesti lavorativi. L’innovazione è una sfida fondamentale per l’impresa e, per vincerla, occorre poter contare su persone in grado di aggiornare continuamente le proprie competenze, il che è possibile solo attraverso una piena padronanza degli strumenti espressivi offerti dalla lingua materna e dalle lingue straniere. L’impoverimento linguistico è una sfida globale che necessita di nuove alleanze tra università e impresa”. “Carenza lessicale e difficoltà nella comunicazione sono preoccupazioni vissute e notate anche da chi come noi vive nel mondo dell’impresa – ha commentato Patrizia Alma Pacini – Emerge purtroppo un reale e crescente impoverimento lessicale espresso non solo nell’impiego di un numero limitato di vocaboli della lingua italiana, ma anche nella inabilità ad assegnare più significati a una parola. Per aziende e imprese la comunicazione è fondamentale non solo al proprio interno, ma anche verso l’esterno. Rileviamo insomma diversi segnali d’allarme forte che hanno motivato Confindustria a partecipare a questo progetto e a svilupparne altri: l’interazione del mondo del lavoro con il mondo della scuola deve essere sempre più efficace”.
“Cruciale sarà anche il rapporto con il mondo della scuola – ha spiegato Andrea Taddei – CECIL prevede, infatti, la creazione di un laboratorio permanente di formazione in servizio degli insegnanti, per ciascuna delle discipline attive nel Dipartimento FiLeLi. È necessario superare la tendenza ad attribuire la responsabilità dei problemi di comprensione e produzione di testi scritti al ciclo d’istruzione precedente rispetto a quello in cui, di volta in volta, opera l’insegnante che li osserva e li giudica. Il problema esiste a tutti i livelli: si tratta ora di risolverlo creando un sistema concreto di collaborazione effettiva tra università e scuola e immaginando corsi destinati agli insegnanti che abbiano una ricaduta diretta sulla didattica scolastica, con benefici sia per coloro che entreranno subito nel mondo del lavoro, sia per gli studenti che si iscriveranno all’Università, molti dei quali saranno insegnanti delle future generazioni di cittadini”. “Combattere l'impoverimento linguistico significa dare a ciascuno l'opportunità di esprimere la propria cittadinanza: un obiettivo per il quale centrale è la collaborazione fra scuola e università che il progetto promuove – ha concluso Annalisa Nacinovich – L'innovazione didattica prevista dalla sperimentazione di CECIL sarà accompagnata da un percorso di formazione per i docenti della scuola secondaria superiore e riguarderà tutti i principali ambiti dell’educazione linguistica, dal raggiungimento delle competenze di letto-scrittura nella lingua madre dalla scuola superiore alla laurea all'insegnamento dell'italiano come lingua2. La collaborazione fra diversi ambiti disciplinari e fra docenti di differenti tipologie di Istituti Superiori permetterà la definizione di un ampio ed efficace quadro di intervento".