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L’Università di Pisa a Internet Festival: formazione e ricerca che raccontano il futuro

Un bilancio con il professore Gian-Luigi Ferrari, fra i fondatori della manifestazione

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Si occupa di Internet Festival sin dall’edizione ‘zero’ del 2010, è stato fra gli ideatori della manifestazione che ha pacificamente invaso Pisa dal 5 all’8 ottobre. “Ma gli appuntamenti on line continuano sino a dicembre” precisa Gian-Luigi Ferrari (foto durante una sua intervista a if 2023) Pisa che ha tuttora il ruolo di coordinatore del comitato scientifico di IF che ha tagliato il traguardo della XII edizione. Professore ordinario del dipartimento di informatica dell’Ateneo pisano, Ferrari traccia un quadro per raccontare il significato di un sodalizio così longevo fra Ateneo e Festival.

 

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Professor Ferrari, com’è nata l’idea di Internet Festival?
Negli anni Cinquanta l’informatica era una disciplina per pochi iniziati, gli elaboratori elettronici apparivano oggetti misteriosi e gli operatori personaggi che parlavano un linguaggio esoterico e vestivano camici bianchi. Il festival è nato dal comune sentire del sistema dell’alta formazione e ricerca di Pisa - Università, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, CNR Area della Ricerca – di creare uno spazio nuovo per raccontare e leggere la rivoluzione digitale. Internet Festival si propone come un luogo aperto di dibattito interdisciplinare che aiuta a comprendere il valore e le ricadute sociali ed economiche della rivoluzione digitale. L'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale creano opportunità per modificare e potenziare l’insieme delle attività umane. Parafrasando Calvino, la leggerezza del software ha reso vivo un mondo immateriale, impalpabile, incorporeo ma estremamente reale. Intenet Festival ogni anno racconta questo mondo.

Università di PISA e Internet festival, il senso alla base di questa comune avventura?
Come Università noi facciamo ricerca e formazione guardando al futuro, per capire come le tecnologie influenzeranno la società e il benessere delle persone. A Internet Festival raccontiamo tutto questo, attraverso decine di eventi che ogni anno organizziamo e ai quali partecipiamo con docenti e studenti e studentesse.

Quali le sfide di quest’anno?
La parola d’ordine del IF quest’anno era artificiale. I temi che abbiamo affrontato sono andati dalle sfide sulla cybersecurity fra ragazze e ragazzi delle scuole superiori, ai dibattiti su come l’intelligenza, artificiale appunto, può influenzare il mondo delle imprese, ma anche i limiti dell’uso di queste tecnologie dal punto di vista etico.

Si tratta quindi di ridefinire la nostra idea di umano e di artificiale?
Si, e la risposta non è affatto scontata. Uno degli incontri che ho personalmente condotto ha riguardato per esempio l’esperienza di un gruppo di adolescenti disabili che hanno utilizzato strumenti innovativi di AI per potenziare e amplificare le proprie capacità di comunicazione. Il risultato è un libro di racconti che sarà pubblicato dalla Pisa University Press.

Quale è la difficoltà più grande nel portare la tecnologia alla portata di tutti?
Quando pensiamo al futuro l’immaginario va alla fantascienza, da Matrix alla ai mondi di Asimov, il punto è che noi raccontiamo una rivoluzione tecnologica reale, ma non immediatamente visibile. Pensiamo allo stupore di fronte all’elettricità, ma lì vedevi fili, centraline, lampadine, oggi non è così. L’importante è capire, essere consapevoli e non avere paura.

Che ruolo dunque per l’Università in questo nostro futuro?
Voglio prendere in prestito una frase di un Ferrari molto più famoso di me, Enzo. Ecco, noi dobbiamo essere agitatori di talenti.

 

 

 

 

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  • 10 ottobre 2023

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