“Conoscere la propria religione è la base del dialogo e dell’accoglienza. In una società come quella italiana multiculturale, multietnica e multireligiosa una vera integrazione di persone che provengono da altre tradizioni religiose può avvenire se siamo consapevoli della nostra fede”. Adriano Fabris, professore di filosofia morale dell’Università di Pisa, esordisce così nel raccontare il suo ultimo libro “La fede scomparsa. Cristianesimo e problema del credere” (Morcelliana, 2023). Un titolo che rimanda alla presunta mancanza di fede in Occidente dove però, contrariamente alle aspettative, il senso religioso, sebbene in declino rispetto ad altre parti del mondo, è sempre presente e ad esempio in Italia oltre il 60% delle persone continua a vedere nella religione un riferimento importante.
“Ma il problema non è legato solamente ai numeri – sottolinea Fabris – la questione è se i cristiani stessi sanno chi sono. Di quel 60% in Italia, quasi tutti cristiani, una buona parte confonde la resurrezione con la reincarnazione”.
Il punto centrale è quindi una mancanza di consapevolezza, che secondo Fabris, ha delle conseguenze sia nella società sia all'interno della dimensione cristiana che riguarda, in particolare per il nostro Paese, la chiesa cattolica.
“Sembra oggi che essere cattolici significhi solo agire in maniera buona, caritatevole, il che è anche giusto dato che, nella tradizione cattolica, la fede senza le opere non vale – continua il professore - E tuttavia se le opere prendono il posto della fede, qual è la differenza per esempio tra il far parte della Caritas, che è un’organizzazione cattolica, e una onlus laica che lavora solo secondo principi etici?”.
Da qui l’esigenza richiamata da Fabris di rimettere nel giusto equilibrio l'azione concreta, pratica, e la motivazione religiosa, di fede, che non può scomparire.
“Cerchiamo di fare chiarezza – è l’appello lanciato da Fabris - cerchiamo di capire che cosa vuol dire fede, che cosa vuol dire credere all'interno di un contesto religioso cristiano. Da questa consapevolezza discende tutto il resto.”