Un dialogo fra generazioni su donne e scienza per raccontare com’è cambiato e quanto il mondo delle discipline STEM. Da un lato Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, la prima donna laureata in ingegneria aeronautica in Italia, dall’altro Margherita Capitani, studentessa dell’Università di Pisa che in ingegneria deve ancora laurearsi. L’intenso confronto è avvenuto nell’aula magna storica della Sapienza nell’ambito della rassegna “Scintille" organizzato dalla Commissione Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA). L’appuntamento è stato introdotto dai saluti del rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi. Insieme ad Amalia e Margherita c’era la professoressa Renata Pepicelli, delegata per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities. Moltissime le persone presenti, in gran parte studentesse e studenti.
Un momento dell'incontro
Amalia Ercoli Finzi ha dedicato gran parte della sua vita a studiare le comete, contribuendo alla riuscita della celebre missione Rosetta.
“Ho scelto una cosa che mi appassionava, era quanto di più tecnologicamente avanzato all’epoca ci fosse – ha detto Amalia Ercoli Finzi - non è stato facile perché era un mondo tipicamente maschile, ma anche se le tecnologie avanzate sono l’ultima roccaforte degli uomini è un mondo in cui le donne devono assolutamente entrare perché è il mondo del futuro”.
“Non c’è da avere paura, le donne sono particolarmente dotate per la scienza – ha aggiunto - perché abbiamo la capacità di vedere i problemi nel loro complesso”.
“Dai tempi della professoressa Ercoli Finzi le cose sono cambiate, lei racconta che non c’erano neppure i bagni delle donne a ingegneria – ha sottolineato Margherita Capitani – Oggi il mondo, almeno sulla carta, si presenta molto aperto e paritario, e tuttavia ci sono sempre schemi mentali profondi che tendono a rendere meno credibile una ingegnera donna piuttosto che un ingegnere uomo. Per questo è importante oggi essere qui, per me per tutte”.